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Si chiama Iniziative per il rilancio - Italia 2020-2022 il cosiddetto "Piano Colao" consegnato al governo: un documento di 121 pagine, molte schede e sei macro obiettivi: imprese e lavoro come "motore dell'economia", infrastrutture e ambiente come "volano del rilancio", turismo arte e cultura come "brand del Paese". Poi una Pubblica amministrazione "alleata dei cittadini e imprese", istruzione, ricerca e competenze "fattori chiave per lo sviluppo". Infine individui e famiglie "in una società più inclusiva e equa". Sono questi i sei obiettivi del piano per la cosiddetta Fase 3 redatto dalla task force di Vittorio Colao. "Un'Italia più forte, resiliente ed equa", è l'obiettivo centrale del documento.
All’interno dell’area relativa ad infrastrutture e ambiente c’è un capitolo specifico sulla mobilità, da finanziarie per lo più con i fondi pubblici e da finalizzare nei suoi obiettivi. Ai punti 36, 37 e 38 il titolo è: trasporto pubblico locale, trasporto privato e ciclabilità. E il sottotitolo: incentivare il rinnovo del parco mezzi del traporto pubblico locale verso mezzi a basso impatto, incentivare il rinnovo dei pezzi pesanti privati con soluzioni meno inquinanti, pianificare investimenti e finanziamenti a favore della ciclabilità, incentivando la creazione della infrastruttura ciclistica e incoraggiandone l’utilizzo.
In Italia, secondo la squadra di Colao, il trasporto incide per il 25-35% sulle emissioni di CO2 totali, il parco dei mezzi pubblici è molto più vecchio della media europea (12 o 13 anni contro 7 o 8) e va aumentata la penetrazione delle rinnovabili secondo la direttiva europea RED. Infine, manca un piano nazionale della mobilità che sia coerente con il “concetto di mobilità smart e sostenibile” indicato dall’Europa.
Tra le misure da adottare non manca nulla. Occorre promuovere il trasporto sostenibile e le relative infrastrutture incentivando stazioni di ricarica elettrica, anche private; incentivare la creazione dell’infrastruttura ciclistica e incoraggiarne l’utilizzo attraverso piste ciclabili, stazioni di ricarica e-bike, sistemi di sicurezza e ciclo parcheggi. Si consiglia di chiudere al traffico i centri urbani creando una rete di piste ciclabili, inoltre creare hub intermodali alle porte della città, incentivare il car sharing a basso impatto, ad uso privato e aziendale, con parcheggi strategici. E ancora rinnovare i mezzi commerciali, dalle navi ai furgoni ai camion, con tecnologie meno inquinanti. E promuovere in particolare il rinnovo dei veicoli commerciali leggeri, verso l’ibrido e l’elettrico, per le aziende logistiche che operano nei maggiori centri urbani.
Si chiude il capitolo trasporti con l’invito a promuovere la conversione verso i biocarburanti e quelli alternativi, fino a incentivare l’utilizzo dell’idrogeno come carburante per i trasporti.