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Alcool e sostanze stupefacenti rappresentano un pericolo concreto per gli adolescenti: anzi, rispetto a qualche anno fa, l’età del primo “shottino“ o della prima canna in compagnia si è drasticamente abbassata, arrivando alla soglia della scuola media, quando addirittura non prima.
Il tutto sovente per atteggiarsi da adulti, quando invece si è ancora in una delicata fase di crescita, una maschera per nascondere le fragilità dell’adolescenza.
Invece si tratta di una vera emergenza, che si tramuta in pericolo sociale considerando che poi sono questi ragazzi a mettersi alla guida di uno scooter, di una moto o di una microcar, in condizioni di precario equilibrio psico-fisico.
Per fronteggiare il fenomeno, occorrono risposte convincenti, capaci di sgretolare il muro di diffidenza che di solito si erge tra gli adulti chiamati a spiegare ed i ragazzi destinatari del messaggio educativo.
Sull'argomento, Moto.it è impegnato in prima persona, appoggiando l'iniziativa Mal d'Alcol (vedi qui) che porta nelle scuole un messaggio forte per informare e prevenire sui danni da abuso di alcol nei giovani.
Ovviamente non si tratta dell'unica iniziativa in tal senso: analoghi obiettivi si è proposto anche il progetto “Io…non me la bevo!”, realizzato dal Dipartimento di Educazione Stradale della FMI in collaborazione con Observo Onlus, l’Istituto Labriola, la Polizia Stradale e grazie al contributo del Dipartimento delle Politiche Antidroga della Presidenza del Consiglio dei Ministri.
Nove tappe in Istituti Scolastici Superiori, 4.000 studenti direttamente coinvolti e, sui social, 220.000 persone raggiunte e 5.000 interazioni: iniziata a Napoli ad ottobre, l’iniziativa ha poi avuto luogo in altre città, Potenza, Trieste, Venezia, Rapallo (GE), Bologna, Foggia e Roma.
E proprio nella Capitale, presso il Liceo Scientifico “J.F. Kennedy“, “Io…non me la bevo!” si è concluso dopo cinque intensi mesi di attività e dopo aver suscitato grande interesse da parte di dirigenti scolastici, docenti e, soprattutto, alunni grazie alle sue particolati modalità di svolgimento.
Ogni appuntamento, infatti, si è tenuto nell’arco di tre giornate, di cui una sempre dedicata ad una conferenza interattiva, durante la quale i giovani hanno potuto capire – attraverso dati e immagini di impatto – quanto sia importante guidare con la massima lucidità e attenzione.
Con questi incontri, dalla durata di due ore, si è trasmessa ai ragazzi una maggiore consapevolezza dei rischi che si corrono guidando in strada.
Nelle altre giornate, gli alunni hanno partecipato a tre laboratori: sulla sicurezza attiva e passiva, sul primo soccorso e sulla guida in stato di ebrezza, simulata attraverso appositi occhiali che riproducevano lo stato di alterazione visiva corrispondente all’assunzione di valori via via più alti di alcol, di droghe e di entrambi.
La riuscita del progetto è stata garantita dall’impegno dei Formatori di Educazione Stradale FMI, che con passione, competenza e capacità di rivolgersi ad un pubblico giovane, hanno trasmesso concetti di fondamentale importanza.
Forte attrattiva per gli studenti, la presenza di Matteo Cavallo, Davide Soreca e Andrea Verona ad alcune tappe del progetto: i Campioni del Mondo di Enduro, testimonial dell’iniziativa, si sono confrontati con gli studenti, svelando la loro esperienza in una disciplina che richiede il rispetto del Codice della Strada e una guida molto attenta in ogni momento.
Dopo la prima verifica, la FMI è pronta a replicare l’esperienza: «Io…non me la bevo! - ha detto Giovanni Copioli, Presidente FMI - è un progetto molto interessante nel quale abbiamo creduto da subito. Abbiamo coinvolto oltre 4.000 ragazzi di numerosi istituti per sensibilizzarli sull'importanza di una guida consapevole. L'attenzione e la lucidità sono elementi fondamentali che possono aiutarci a tenere un comportamento più sicuro in strada. Vogliamo far capire agli alunni la pericolosità degli effetti di alcool e droghe, che vanno assolutamente evitati, soprattutto prima di mettersi al manubrio o al volante. Abbiamo portato loro un messaggio positivo che, spero e credo, abbiano recepito. Con il nostro Dipartimento di Educazione Stradale e con questo tipo di attività, la FMI vuole incidere nel sociale, in particolare sui giovani. Un consiglio agli studenti? Prudenza e molta attenzione quando si circola per strada, perché molto spesso si pagano a caro prezzo gli errori degli altri».
«Con il nostro progetto - rileva Francesca Marozza, Coordinatrice Dipartimento di Educazione Stradale FMI - abbiamo fatto prevenzione e sensibilizzazione su una tematica molto importante. I riscontri sono stati davvero incoraggianti sia con i ragazzi, che hanno dimostrato di aver assimilato i concetti trasmessi, che con i docenti, i quali a più riprese ci hanno chiesto di tornare nelle loro scuole. Ringrazio il Dipartimento delle Politiche Antidroga, la Polizia Stradale, l'Istituto Labriola e Observo Onlus per il supporto dato a questa iniziativa; ma il plauso più grande va ai Formatori di Educazione Stradale FMI, vero cuore del progetto, che trasmettono le loro competenze con una grande passione. Grazie alla loro dedizione, non ci fermeremo qui e continueremo in questa avventura di sensibilizzazione degli utenti della strada, giovani e meno giovani».