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A Milwaukee la nuova dirigenza guidata da Jochen Zeitz sta elaborando il prossimo piano quinquennale che sarà illustrato a fine anno.
Sotto la lente ci sono i costi da contenere e la gamma dei modelli da razionalizzare con l'obiettivo di ridare forza alla Harley-Davidson.
Tutto è iniziato con l'allontanamento del CEO Matt Levatich, lo scorso mese di febbraio, perché accusato di non aver fatto abbastanza per ridurre il calo di fatturato degli ultimi quattro anni. Subito dopo è stato messo in discussione il suo piano di rilancio More Roads to Harley-Davidson, un percorso che prevedeva il lancio di cento novità entro il 2027 fra i quali alcuni del tutto nuovi per la marca.
Nel presentare i dati della seconda trimestrale 2020, a fine luglio, la società americana ha ribadito che sta rivedendo la propria struttura, il modello di business e la gamma delle moto che saranno in vendita già dal prossimo anno.
La direzione è di una razionalizzazione dell'offerta dei modelli, che saranno ridotti del 30%, mentre l'attenzione sarà focalizzata sui 50 mercati principali in cui Harley-Davidson opera in luogo del centinaio attuale (ne abbiamo scritto più diffusamente qui).
Annunciando che le novità dell'anno successivo non arriveranno più ad agosto ma saranno a ridosso della nuova stagione (così facendo è stato risolto il problema di mostrare le novità 2021 già adesso), Zeitz ha confermato che la Pan America 1250 da 143 cavalli arriverà in vendita nel 2021.
L'inedita adventure - di cui si parla da tempo - è stata mostrata anche all'ultima EICMA in veste di concept, assieme alla Bronx 975. Una altrettanto inedita streetfighter basata sempre sulla nuova piattaforma motore/telaio realizzata attorno al nuovo Revolution Max raffreddato a liquido, un bicilindrico a V di 60°.
Questi due modelli, voluti da Levatich, erano inizialmente previsti già per il 2020, ma a maggio sul sito H-D la data d'arrivo era stata posticipata al 2021: il piano di ristrutturazione Rewire stava già intervenendo.
Adesso dalla lista delle prossime novità la Bronx è sparita. Nelle pagina del sito americano Harley-Davidson, e in quelle dei singoli paesi stranieri, restano infatti elencate la Pan America, la nuova cruiser 1250 con il motore raffreddato a liquido (che non ha ancora un nome preciso) e due modelli elettrici: il primo è una sorta di scooter urbano, mentre il secondo è la proposta - allo stadio concettuale - di un'agile moto sportiva.
Non significa che la Bronx sia stata cancellata definitivamente: potrebbe essere stata soltanto rimandata. Ma delle tre moto a motore termico previste, adventure, cruiser e streetfighter, a saltare è stata proprio quest'ultima, quella con il motore più piccolo, la potenza di 113 cavalli e la Indian FTR nel mirino.
Entro fine anno il nuovo piano strategico Hardwire avrà contorni più precisi, è stato promesso, ma le parole di Zeitz pronunictae a luglio hanno già tracciato la cornice del quadro. Ha affermato che tagliare la gamma del 30% servirà a perfezionare l'offerta consentendo di investire sui modelli e sulle piattaforme a maggiore potenziale commerciale e di sviluppo. E che a crescere sarà la gamma delle moto più iconiche che meglio rappresentano la storia e lo spirito di Harley-Davidson.
Che centra allora la Pan America, vien da dire?. Forse perché non basta conservare le tradizioni, ma occorre rinnovarsi e aprire a nuovi segmenti e quindi a nuovi motociclisti se si vuol far crescere l'azienda. Che era in fondo il progetto di Levatich poi frenato.
Il fatto è che Zeitz si trova ora con una moto già sviluppata, che ha richiesto investimenti importanti, e con una piattaforma già industrializzata dal'indubbio potenziale commerciale.
Tutto lascia pensare che la porterà avanti, con quali variazioni sul programma originario (ad esempio le previste Cafe Racer (sotto) e Flat Track vedranno mai la luce?) lo sapremo forse a fine anno.