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Puoi correre a 300 all'ora al Mistral o saltare come una cavalletta a Glen Helen, ma nulla vale il sorriso di tuo zio che a 86 anni torna ragazzino sulla sua Lambretta. La stessa che comprò nel 1951, nemmeno ventenne. Da allora ha accompagnato lo zio Eugenio per oltre 50 anni. Fino al 2003, quando me la regalò per la mia laurea. Ma la Lambretta LD125 del 1951 non è mai stata un semplice regalo: lei è La moto dello zio, una componente della nostra famiglia con noi da 67 anni.
Chissà quante storie e aneddoti potrebbe raccontare su quel ragazzo che la portò a casa a 19 anni. L'Eugenio - così lo chiamiamo in famiglia da sempre - ne ha fatta di strada da allora. E' diventato un ometto, ha messo al mondo tre meravigliosi figli. E gli anni intanto sono passati, senza mai scalfire la sua prestanza fisica. Una forza buona, che si è sempre accompagnata a un sorriso aperto e sincero, che scalda il cuore.
Per questo la sua Lambretta nel 2003 non fu accolta come un semplice regalo, ma come un profondo gesto di amore tra zio e nipote. Da allora ho vissuto il privilegio di custodire la sua amica di una vita, curata come una figlia - non me ne voglia quella in carne e ossa, Marina - e conservata con grandissima cura.
Da quel 2003 sono passati solo 15 anni, pochi per una signora come la nostra Lambretta. Ma sufficienti per decidere di dare una bella pulita al carburatore e di farla ripartire con in sella il suo amico di una vita.
Certo, io non posso vantare la perizia meccanica dell'Eugenio e ho preferito affidarla alle cure di Casa Lambretta di Vittorio Tessera. La LD 125 non ci ha delusi e ha ricominciato a borbottare con la stessa voce brillante che risuonava nelle vie della Milano del dopoguerra.
Ha riconosciuto il suo vecchio amico, che l'ha fatta ripartire al primo colpo (io non ce l'ho fatta). E ci ha regalato una giornata in famiglia che resterà nei nostri ricordi.
Perché vi ho parlato della Lambretta su Moto.it? Perché sicuramente anche nelle vostre famiglie c'è o c'è stata una moto che ha scritto delle pagine belle della vostra vita, facendo nascere quella passione che ancora oggi vi accompagna.
A me è andata proprio così. Grazie Eugenio.
Andrea