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Splendido, proprio come pensavo, non c'è nessuno. Più di un'ora di arrampicata in moto per arrivare quassù in cima e ora questo panorama fantastico che posso godermi in beata solitudine. Del resto, le previsioni erano ottime e la giornata lavorativa ha fatto la sua parte, un’ottima scelta per il giorno di ferie che mi sono preso. Mi guardo attorno, lo sguardo è libero di spaziare in una meraviglia assoluta.
Mi pare di poter toccare con un dito le poche nuvole bianche nel cielo sopra di me, laggiù sulla superficie del mare le raffiche del vento disegnano forme di azzurro chiaro, poi più scuro, punteggiate di schiuma bianca, fino a perdita d'occhio. La voglia di risalire in moto e proseguire è forte, ma è talmente bello ciò che ho di fronte che, sotto il sole salito caldo, indugio ancora un po’ comodamente appoggiato con la schiena a una roccia che pare essere lì apposta.
Non so dire quanto tempo è passato ma sento un rumore provenire da poco più in basso, come di pietre smosse sul sentiero che sale fino a qui. Mi alzo e vedo che sentivo bene, sta arrivando un'altra moto, ma … non sento il rumore del motore. Quando la distanza tra noi mi dice che non è possibile che non lo senta, penso, “cavolo un’elettrica!”. E le sorprese sembrano non essere finite mi dico quando, fermata la sua moto poco distante dalla mia, vedo il pilota togliersi il casco e una cascata di capelli biondi sciogliersi sulle sue spalle. Alzo una mano per il dovuto saluto e la ragazza, perché ora sta venendo verso di me e ho la conferma che di una ragazza si tratta, mi risponde aggiungendo il suo gesto di risposta al mio, un bellissimo sorriso.
- Buongiorno e benvenuta in paradiso. - esordisco andandole incontro.
- Buongiorno a te. - mi risponde con una voce che mi giunge come una carezza, tanto è dolce.
- Elettrica vero? - dico indicando la sua moto, che ha già catturato la mia attenzione perché, anche se ancora un po' distante, ho l’impressione di non averla mai vista da nessuna parte.
Lei sta ancora camminando verso di me ma si ferma, si gira a guardare la sua moto, poi torna a guardarmi di nuovo. Ormai siamo a due metri di distanza uno dall'altro, le tendo la mano e capisco di avere in faccia un’espressione un po’ da scemo perché, oltre essere una motociclista, mi accorgo che è anche una bellissima ragazza.
- Veramente no. - mi dice sempre sorridendo.
- Scusa? - faccio io ancora un po' sorpreso sia dalla sua avvenenza sia dalla sua risposta.
- Non è elettrica. - dice lei indicando la sua moto.
- Ah, certo, sai, pensavo non avendo sentito il rumore del motore mentre ti ho visto arrivare. -
- In effetti, non fa nessun rumore. -
- Come... - provo a dire io, ma non mi lascia andare avanti.
- Sì, perché non ha un vero motore. -
Lei sarà anche bellissima, ma che fa, sta cercando di prendermi in giro?
- Ho capito bene? Mi stai dicendo che la tua moto non ha il motore? -
- Sì, è così o, almeno, non ha il motore come lo intendi tu. -
- E di che motore si tratterebbe se non è un’elettrica? -
- Si tratta del pensiero. -
Sì, ora ho la conferma che mi sta prendendo in giro, chi sa dove vuole arrivare.
- Ti dispiacerebbe ripetere? Non devo aver capito bene. -
- Il pensiero è il motore. Tu pensi a dove vuoi andare e lei ci va, ti porta dove vuoi. -
- Senti, io non so cosa vuoi farmi credere, ma è una cosa impossibile. -
-Vieni. - dice girandosi e avviandosi verso la sua moto.
La seguo e una volta arrivati, mi trovo di fronte a quella che, da dove eravamo prima, poteva sembrare una moto tradizionale da enduro anche se molto particolare. Il motore c’è, un po' strano a dire il vero, sembra quasi finto, ma c'è. Poi ,guardando meglio vedo che sul manubrio mancano la leva della frizione, quella del freno anteriore e il comando del gas. Il serbatoio del quale non capisco il materiale, è trasparente e completamente vuoto.
Sono più che sorpreso, direi anzi stranito, ma insisto.
- Ma… ecco, vedi che il motore c’è. -
- Sì - risponde lei - ma non serve.
- Già, dimenticavo, questa va con il pensiero, oppure ho capito male? - l’ironia delle mie parole è evidente.
- Proprio così, la vuoi provare? -
Il mio stupore aumenta sempre di più e non se devo credere veramente a quello che mi sta dicendo.
- Certo che la voglio provare, ti pare che potrei perdermi un'occasione simile? -
Sotto il suo bello sguardo indosso, in un attimo, casco, paraschiena e guanti.
- Ecco, sono pronto, dimmi cosa devo fare. -
- Nient’altro che montare in sella e pensare a dove vuoi andare. Non c'è gas da dare o marce da cambiare, tu pensa ad andare e basta. Anche i freni, hai visto che non ci sono, perché non servono, è il tuo pensiero che fa tutto. -
Non so ancora bene cosa sto facendo, ma salgo in sella e una volta seduto, afferro il manubrio guardando sempre più scettico lei che, nel frattempo, non ha smesso per un istante di sorridere. Poi succede l'incredibile. Quasi per scherzo metto gli occhi sul sentiero che riprende a salire lungo il costone della montagna, pensando di prenderlo e… la moto... la moto si muove! Santo cielo, si muove davvero! Stento a credere a quello che sta succedendo, ma succede veramente.
Salgo in piedi sulle pedane e la moto va via liscia che è un piacere senza il minimo rumore se non quello dei sassi che smuovo al mio passaggio. Devo solo pensare a quello che voglio fare e lei lo fa. Supero due dossi tra le rocce, neanche sentiti. Ecco lì, quel passaggio in salita tra i cespugli e poi, subito un tornante di pietrisco e un altro ancora, nessun problema. Mai vista una cosa simile!
Vorrei girarmi e cercare con gli occhi la ragazza che, ormai, deve essere là in basso sotto di me ma non posso, sono come inebriato dal potere che mi pare di avere sulla moto, come non mi è mai successo. Sono in sella da poco ma ho la netta sensazione che potrei andare ovunque. Un breve tratto di sentiero dritto e via, veloce proprio come volevo, mi sembra di galleggiare sul terreno. Ora quello sperone di roccia, è quasi verticale, sono sicuramente impazzito ma sento che devo provarci e... lo supero di un fiato. La ruota anteriore punta ora verso il cielo e... non è possibile, ma sì, sì, ragazzi sto volando! Volo, volo in mezzo alle nuvole bianche che vedevo prima galleggiare nel cielo, volo verso l'accecante luce del sole, verso la felicità più assoluta.
E' l'urlo di un gabbiano volato fino quassù a svegliarmi di colpo. Cavolo, devo essermi addormentato sotto il sole caldo e aver sognato tutto. Per un attimo mi giro, comunque, a guardare dove avevo lasciato la mia moto, ma non vedo nessuna ragazza e nessuna altra moto. E' stato solo un sogno! La moto pensiero! Un po' deluso per il risveglio, alla fine risalgo in sella volentieri. Mentre guardo sorridendo il pulsante di avviamento, cerco il senso di quel sogno; forse era ricordarmi che la felicità, in moto come nella vita, possiamo trovarla soltanto dentro di noi.
Mario Vocaturo