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Sull’arrivo di una nuova versione Honda Africa Twin 1100 le voci si rincorrono da inizio anno. Recentemente ne abbiamo scritto qui, dopo che dal Giappone era arrivata la notizia dello stop produttivo dell’attuale modello.
Altre indiscrezioni attendibili arrivano ancora dal Giappone, pubblicate da Cycle World, e si spingono sulla sigla della moto, CRF1100L, sulla cilindrata del confermato motore bicilindrico parallelo salita di 86 cc (per una cubatura effettiva di 1.084 cc) e sull’aumento di potenza da 95 a 101 cavalli. Ma le novità riguardanti il motore non si fermano qui.
Passiamo ora alla novità più grossa, oltre all'aumento di cilindrata e potenza. La nuova Africa Twin potrebbe essere la prima moto a 4 tempi in produzione con un motore a iniezione diretta di benzina. Vi anticipiamo subito che Honda, interpellata da noi su questa ipotesi, ha smentito categoricamente.
Perché allora ve ne parliamo? Semplice, guardate qui sopra: la Casa giapponese ha depositato il brevetto relativo a una moto (pare in tutto e per tutto una Africa Twin) dotata di un nuovo motore bialbero, alimentato per mezzo dell'iniezione diretta della benzina. Scompare quindi la soluzione monoalbero UNICAM (derivata dalle moto da cross CRF). La nuova Honda Africa Twin 1100 avrà l'iniezione diretta quindi? Non è detto, perché il brevetto potrebbe comunque essere utile anche allo sviluppo di un sistema che vedrà poi la luce su modelli differenti.
In ogni caso si tratta di una importantissima innovazione, oggi comune nel mondo delle auto. Molto meno in quello delle moto. Prima di lei ci ricordiamo solo mezzi a due ruote, ma a 2 tempi.
Pensiamo al prototipo Honda EXP-2 di 400 cc, che corse la Paris-Dakar nel 1995 (è ora esposta nel museo di Motegi). Poi, sempre a 2 tempi, ricordiamo la Bimota 500 V2 e gli scooter Aprilia SR 50 dotati della tecnologia Di-TECH di iniezione diretta della benzina (il sistema sfruttava l'aria compressa e fu sperimentato anche sulla sportiva bicilindrica RS250, spinta dal motore Suzuki). A tale sistema lavorò uno dei massimi esperti dei motori 2 tempi, l'ingegnere Jan Witteveen.
Ma quali sono i vantaggi e gli svantaggi? E perché non era ancora sbarcata sulle due ruote?
L'iniezione diretta (sia della benzina che del gasolio) è un sistema di alimentazione che immette il combustibile direttamente nella camera di combustione dei motori a combustione interna. E' diffuso tra le auto a benzina, presente sulla totalità delle auto diesel; è obbligatorio in Formula Uno e vietato in MotoGP.
I vantaggi derivanti dall'impiego dell'iniezione diretta di benzina riguardano essenzialmente un rendimento migliore del motore, in virtù della miscela aria/benzina molto più magra. Inoltre l'aria non passa per il corpo farfallato e si riducono così le perdite per pompaggio. A questo si aggiunge il migliore raffreddamento della camera di scoppio, dovuto all'iniezione al suo interno di benzina più fredda (si riduce l'autodetonazione). Ne derivano tra l'altro consumi più bassi di carburante e un discreto aumento delle prestazioni del motore.
Passiamo agli svantaggi. In primis gli iniettori di benzina soffrono di una lubrificazione ridotta al loro interno, che ne riduce la pressione massima di lavoro a circa 200 bar (contro i 2.000 raggiunti dagli iniettori della auto diesel, che sfruttano la naturale lubrificazione del gasolio). Aumenta l'emissione di particolato, soprattutto a causa delle elevate pressioni in camera di scoppio. Questo effetto rende necessario l'utilizzo del filtro antiparticolato anche sulla auto a benzina che vogliano rispettare la normativa Euro 6, ma sulle moto potrebbe bastare l'uso di un sistema EGR di ricircolo dei gas di scarico per ridurre le emissioni inquinanti.
L’omologazione Euro 5 ha richiesto un differente impianto di scarico, mentre il contemporaneo incremento di cilindrata, e quindi potenza, è servito ad avere un piccolo gap prestazionale con gli ultimi modelli 800 (BMW 850GS Adventure e KTM 790 Adventure in particolare) anch’essi accreditati di 95 cavalli, pur con una coppia inferiore nei confronti del mille Honda. Le specifiche anticipano la gamma di quattro versioni: CRF 1100L “A2” versione standard, “A4” versione Adventure Sports (entrambe con cambio tradizionale), e poi CRF1100L “D2” e “D4” con trasmissione DCT. Ci saranno come di consueto più allestimenti: attualmente sono sei per la base e sei per la Adventure Sports.
Confronta il listino della Honda Africa Twin con i listini degli altri modelli del segmento
Poiché il serbatoio carburante, dalle informazioni trapelate, sarà comune per tutte e quattro le versioni e avrà capacità di 24 litri – finora era soltanto la Adventure Sports ad avere quello maggiorato – è prevedibile che anche le differenze estetiche saranno meno marcate. A questo proposito si indicano nuovi fari a led, un frontale rimodellato sui nuovi ingombri e un cupolino più ampio oltre, pare, regolabile in altezza.
Secondo altre informazioni, ovviamente da confermare, la nuova edizione della Africa Twin dovrebbe avere la strumentazione TFT, il cruise-control e i cerchi per i pneumatici tubeless.
Una nota interessante dalle specifiche: i pesi in ordine di marcia – se confermati - saranno inferiori di alcuni chilogrammi sulle 1.100 del 2020 rispetto alle varie Africa Twin 1.000 che conosciamo.
Guarda il listino del nuovo della Honda Africa Twin
Guarda il listino dell'usato della Honda Africa Twin
Non resta che attendere pochi giorni alla prova di Moto.it della nuova Honda Africa Twin 1100. Avverrà infatti ben prima di EICMA e sapremo dirvi tutto, ma proprio tutto della maxienduro giapponese. A partire dalla scheda tecnica, per confermarvi (o meno) il debutto dell'iniezione diretta della benzina. Honda ha già smentito, ma il brevetto resta!
Honda
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https://www.honda.it/motorcycles.html
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