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Ogni anno, com’è noto, alcuni dei top rider del motociclismo da competizione si confrontano anche alla famosissima 8 Ore di Suzuka, considerata dalla Case giapponesi “la gara più dura del mondo”. L’introduzione, nel 1993, del regolamento vigente nel mondiale Superbike (che di fatto eliminava la categoria F1 costituita praticamente da costosissimi prototipi, solo lontani parenti delle moto di serie), rese necessario lo sviluppo di una nuova moto di ispirazione racing con potenziale notevolmente superiore a quello della stessa RC30: si trattava della RVF/R45, anch’essa nata espressamente per correre. Progettata utilizzando a piene mani la più recente tecnologia impiegata per la RVF750 da corsa, il nuovo motore della RC45 era alimentato dal sistema di iniezione elettronica programmabile PGM-FI. Anche il nuovo V4 godeva di distribuzione a ingranaggi sul lato destro, ma era complessivamente più leggero e compatto, e con prestazioni decisamente incrementate. Gli utenti supersportivi provavano una sorta di timore reverenziale per questa moto, che quando venne dotata di doppi iniettori e altri particolari speciali, divenne una racer davvero formidabile. La conquista del titolo Superbike nel 1997, ad opera di John Kocinsky, e le 5 vittorie alla 8 Ore di Suzuka (1994: Polen/Slight; ’95: Slight/Okada; ’97 e ‘98 Itoh/Ukawa; ’99: Okada/Barros) furono solo una parte delle numerosissime gare vinte dalla RC45, Tourist Trophy incluso.
Nel 1998, quattro anni dopo il debutto della RC45, nacque una nuova VFR stradale. Il suo motore derivava da quello utilizzato nel Mondiale Superbike, quindi con iniezione elettronica e distribuzione ad ingranaggi, ma con cilindrata aumentata da 749,2 a 782 cc. Il nuovo V4 venne montato in un nuovo telaio molto rigido e leggero in configurazione “pivotless”, cioè con il forcellone posteriore infulcrato sul motore stesso. La nuova VFR800, insomma, era una supersportiva sotto mentite spoglie, in grado di offrire ottime prestazioni e, nel contempo, un notevole livello di comfort per il normale uso stradale. Nel 2002, il motore venne ulteriormente sviluppato, con l’avvento dell’avanzatissima distribuzione a fasatura variabile VTEC, derivata dalle auto Honda: il massimo della più recente tecnologia Honda, insomma, anche a livello di rispetto per l’ambiente. Sia divertendosi in circuito che viaggiando confortevolmente in autostrada col motore sotto coppia, la nuova RC46 (questa era la sua sigla identificativa ufficiale) era la sport-tourer più sofisticata di quegli anni, che rafforzava ulteriormente la reputazione che la mitica famiglia VFR si era creata fin dalla nascita. Quella che nacque come futuristica moto da corsa, la NR500, aveva dunque generato, nel corso di un costante sviluppo durato un quarto di secolo, una serie di moto sportive stradali e da competizione che hanno fatto la storia del motociclismo. Ma il Force V4 continua la sua vita…