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La vicenda che racconto prende il via lo scorso novembre, quando mi colpisce un post su una pagina FB di Motecatini Terme: la foto di una targa appesa al muro e il signor Angelo Somaini che annuncia e chiede lumi.
“E’ stata vista in viale Bustichini questa lapide, che si riferisce a un incidente avvenuto in una corsa moto ciclistica, forse sulla salita da Montecatini Terme a Montecatini Alto. Si stanno cercando notizie, qualcuno si ricorda qualcosa? Grazie”.
La targa recita così: “L’11 maggio 1947 il corridore Attilio Baggiani periva tragicamente nel primo circuito motociclistico di Montecatini. Pongono A.C.M Montecatini, M.C. Firenze”.
La vedo io, come la vedono anche tanti altri. Come prima mossa, telefono al toscano più motociclista, più importante e con la memoria più lucida che conosco: Augusto Brettoni da Barberino val d’Elsa, che dopo qualche ora mi richiama e consiglia di chiamare Stefano Pellegrini, Cimolo per gli amici.
Da Cimolo (anch’io sono tra gli amici e lì per lì non lo sapevo) mi arrivano tante cose. Prima mi scrive un messaggio: “Una persona che conosco mi scrive che un suo collega di lavoro, ormai novantenne, conserverebbe una copia del giornale dell’11 maggio 1947. Lui ricorda che i morti di quella giornata furono due, un pilota e un meccanico investito da una moto. Adesso cerca questo giornale e poi ti aggiorno. P.S.: la persona che mi ha fornito queste notizie si chiama Benedetti Piero ed era con noi a Le Mans nel 1974, dove tu eri in coppia con Giancarlo”.
Un altro incrocio di vite vissute e di figure che purtroppo non ci sono più: di Giancarlo Daneu si parla, del nostro amico genovese scomparso nell’agosto del 2016 per una emorragia cerebrale. Cimolo mi rinfresca la memoria con una foto di quel Bol d’Or del 1974. Manca Giancarlo, ma c’è Giuliano Segoni con la sua bella barba, in tuta bianca d’ordinanza come Lelio Lotti vicino a me, Guido Valli che faceva coppia con Ormeni, mentre il gigante col capellino bianco è Stefano Quercioli che aveva messo a disposizione la sua roulotte e la sua arte culinaria. La ragazza è Letizia, la compagna di Giuseppe Taddei. Non ricordiamo di chi fosse la terza barba all’estrema sinistra, ma ecco invece chi era quel ricciolino con la giacca gialla: è proprio Cimolo, un Cimolo di cinquant’anni fa che assisteva Massimo Ormeni anche nelle gare in salita…!
Tutta una faccenda toscana, maturata intorno alla Segoni Corse. Poi Pellegrini detto Cimolo mi invia anche il link di un blog, che si chiama “Terme-Cittadini di buonsenso”. L’autore è Stefano Bonelli, la data di qualche mese fa, 16 febbraio. Bonelli aveva visto la targa prima di noi.
“Buon pomeriggio a tutti i membri del gruppo. Invio video e alcune foto riguardanti una interessante scoperta del nostro amico Magrini Antonio di una lapide di marmo, appesa a un muro in viale Bustichini, dove viene ricordato tale Attilio Baggiani. La targa ha una notevole rilevanza storica, è una testimonianza di eventi culturali e sportivi che per noi appassionati di auto e moto d’epoca è qualcosa che ci coinvolge con “emotiva e emozionante partecipazione”.
Bonelli ringrazia a sua volta chi lo ha aiutato nella ricerca. Grazie a Roberto Giorgetti, a Pieri Valentino, grazie a tutti…
E alla fine Cimolo, esulta. Trovata la pagina di quel Corriere dello Sport dell’agosto 1947 con la collaborazione di Marcello Bartoli! E’ stata conservata dal novantenne Piero Benedetti e ci sono tutti i dettagli, anche se non è visibile il nome del giornalista che lo scrisse. Sorpresa: non si trattava di una gara in salita, ma in circuito, il primo circuito motociclistico di Montecatini. E le vittime furono due: con Baggiani morì anche un giovanissimo meccanico. Ecco il pezzo.
“Montecatini, 11 agosto 1947. Oltre diecimila persone sono convenute a Montecatini in occasione del Raduno motociclistico nazionale e del Primo Circuito motociclistico per la prova di selezione del campionato di terza categoria.
La bella manifestazione che era stata organizzata con ogni cura è stata purtroppo funestata da un grave incidente.
Al quattordicesimo giro, nella gara riservata alle cilindrate 350 e 500, proprio all’altezza del traguardo di arrivo il giovane meccanico Lombardini Ennio di anni 19 di Firenze, mentre trovavasi nell’interno dell’anello stradale per porgere aiuto a un concorrente fermo per guasto al motore, veniva investito in pieno dal corridore Baggiani che sopr aggiungeva a fortissima velocità.
Nell’urto il poveretto veniva proiettato in aria per alcuni metri, mentre Baggiani sbandava e andava a cadere a breve distanza.
Sopraggiungeva in quell’istante il corridore Pieri Ivan di Montecatini che, lanciatissimo, non poteva evitare l’urto contro la motocicletta di Baggiani e cadeva pesantemente al suolo.
Prontamente soccorsi, i feriti venivano ricoverati nell’ambulatorio della pubblica assistenza ove il Lombardi purtroppo giungeva cadavere.
Il Baggiani, che versava in gravissime condizioni, era trasportato quindi all’ospedale di Pescia, dove tuttora trovasi in condizioni gravissime, mentre il Pieri se la caverà fortunatamente con una ventina di giorni di degenza.
La gara continuava fra l’interesse del pubblico, ma ormai un velo di tristezza aveva turbato l’esito e la riuscita della manifestazione.
Ecco le classifiche…”.
Qui di seguito qualche considerazione. Primo. Il povero Attilio Baggiani non sopravvisse. E la data sulla targa sembra precisare che il pilota morì dopo poche ore, nello stesso giorno dell’incidente in gara.
Secondo. Il giovane meccanico fiorentino “Lombardini Ennio” non ha avuto l’onore della citazione sulla targa e certamente la meritava: ha sacrificato la sua vita per aiutare un altro concorrente. Imprudente forse, ma generoso.
Terzo. Nonostante un doppio e gravissimo incidente, non fu fermata la corsa delle classi 350 e 500. Allora si usava fare così, come si usava allineare due cilindrate nella stessa gara: la guerra era appena finita e c’era carenza di moto e di piloti.
Quarto. Non sono tutti anziani i protagonisti di questa ricerca nel passato, ma senza quel novantenne, Benedetti Piero come dicono da quelle parti (considerato la memoria storica di Montecatini Alto), non ci saremmo mai arrivati. Teniamo bene i nostri anziani, altrimenti perderemo tante cose belle...
Quinto. Hanno collaborato a vario titolo: Augusto Brettoni, Stefano Pellegrini detto Cimolo, Marcello Bartoli, Angelo Somaini, Piero Benedetti, Stefano Bonelli, Antonio Magrini, Roberto Giorgetti, Piero Valentini e Lelio Lotti. Insomma, mezza Toscana. Con qualcuno ho avuto un filo diretto, con altri no, ma tutti vanno citati.