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A poco meno di un mese dalla presentazione della richiesta di procedura di risanamento con autogestione, c'è stata un'assemblea dei creditori che si è tenuta presso il tribunale regionale di Ried im Innkreis, nell'Alta Austria, come previsto dal piano di ristrutturazione; è bastato questo incontro per rivedere il titolo KTM tornare a salire. Ma cosa si è deciso in questa assemblea e siamo veramente ad una risoluzione? Cerchiamo di capirlo assieme in questo video.
Come ormai sappiamo tutti, il 29 novembre scorso il Gruppo Pierer Mobility ha presentato una richiesta di procedura di risanamento con autogestione. Di fatto ha dichiarato di non essere in grado di risanare i debiti che ammonterebbero, pare, ad 1,5 miliardi. La cifra non cambia la sostanza della faccenda, ma serve per darci delle dimensioni. Da allora il titolo che già era caduto a picco è arrivato al valore minimo a poco più di 7 euro ad azione. Pensiamo che un anno prima valeva 10 volte tanto. Venerdì però la tendenza è cambiata ed è tornato a salire, segno che i mercati sono tornati a dare fiducia (e non solo Maverick Vinales). Nel momento in cui registro questo video ha superato i 18 euro ad azione. Cos'è successo dunque a partire da venerdì? Ed è davvero superata la crisi?
Venerdì si è tenuta l'assemblea dei creditori. Che significa?
Quando si presenta istanza di insolvenza come in questo caso, il giudice o l'amministratore come in questo caso, raduna debitore e creditori per trovare una via di ripianamento del debito.
Secondo quanto riportato oltre ad investitori già noti sarebbero apparsi nuovi investitori e in particolare il Gruppo Bancario statunitense Citigroup è incaricato di supervisionare il processo di investimento. Starebbe arrivando dunque capitale fresco come si dice in questi casi. Entrerebbero subito 700 milioni di euro, ovvero circa la metà del miliardo e mezzo di passività con cui si chiude il 2024.
Attenzione però. Perché tra gli investitori dovrebbe esserci Bajaj e qual è la partnership attuale con il produttore indiano?
Facciamo un piccolo passo indietro: a controllare KTM è la Pierer Mobility AG, che detiene una quota di 74,9% di KTM ma attraverso la Pierer Bajaj AG. Questa holding è composta da due principali azionisti:
Il restante 25% delle azioni di Pierer Mobility AG è flottante, ovvero disponibile sul mercato azionario. Inoltre, rimane un simbolico 0,1% delle azioni è in possesso di Stefan Pierer, in quanto fondatore e CEO dell'azienda.
Ora se Bajaj Auto Limited già detiene il 49.9% delle azioni di KTM e dopo questa operazione di rifinanziamento andrebbe a scalzare Pierer dalla maggioranza e questo potrebbe aprire nuovi scenari sia sulla gestione stessa dell'azienda sia su eventuali delocalizzazioni. Ma la certezza che ciò avvenga ce l'avremo presumibilmente fra un mese quando quelle che sono intenzioni diventeranno delle offerte depositate.
Questo chiaramente da un lato dà speranza ai mercati finanziari e lo vediamo sull'andamento del titolo, ma la crisi non è affatto alle spalle e fino al 25 febbraio le carte sul tavolo possono ancora cambiare, ma soprattutto una cosa certa è che avrà ancora conseguenze sui dipendenti di KTM e dell'indotto, dalle maestranze ai piloti fino alla rete vendita.
Si va certamente verso una delocalizzazione almeno parziale della produzione e anche la partecipazione al motomondiale, quindi MotoGP ma anche Moto2 e Moto3 è messa in discussione in quanto i creditori ne hanno richiesto l'interruzione per contenere i costi e si stanno cercando dunque nuovi sponsor. Ma non solo, ovviamente tutta l'attività sportiva è messa in discussione benché KTM sia "ready to race" di natura e lo abbia ribadito anche nell'ultimo comunicato ciò che succederà veramente nel motorsport sarà più chiaro dopo il 25 febbraio.
Per quella data forse sapremo di più su cosa succederà anche a Stefan Pierer chiamato pubblicamente a dover mettere denaro di tasca propria per salvare l'azienda - cosa che peraltro non ha mai smentito di voler già fare - e il cui ruolo è ormai apertamente messo in discussione.
Un ulteriore capitolo di questa crisi è quello di MV Agusta. La Casa varesina è stata messa, di nuovo, ancora una volta, in vendita.
Questa volta a stabilirlo è stato lo stesso amministratore fallimentare austriaco che ha disposto la cessione del 50,1% delle azioni di MV, quelle che KTM aveva acquisito di fatto soltanto pochi mesi fa. Potrebbe riprenderle la stessa famiglia Sardarov, questa è l'ipotesi più probabile al momento, e potrebbe farlo per una cifra simbolica di un euro visto che sono anche loro tra i creditori. Sarebbe un curioso ritorno storico: vi ricordate quando avvenne tra Harley-Davidson e Castiglioni? Nel 2008 la casa americana la acquistò per circa 40 milioni di euro per poi cederla dopo un anno allo stesso Castiglioni per un euro. Beh, potrebbe succedere la stessa cosa.
Nel frattempo però i sindacati hanno concordato un patto di solidarietà e questo non è un gran bel natale per i dipendenti di MV ai quali ovviamente esprimiamo tutta la nostra vicinanza.
Continueremo ad aggiornarvi sulle vicende KTM ed MV, fateci sapere la vostra nei commenti a tutti, dalla redazione di MotoIT, i migliori auguri di Buone Feste.