Le Belle e possibili di Moto.it: Aprilia Tuareg 125

Le Belle e possibili di Moto.it: Aprilia Tuareg 125
Un vero e proprio mito dei giovani anni 80, l’Aprilia Tuareg 125 ha fatto tendenza e la fortuna della Casa di Noale
14 gennaio 2015

Pronunciate il nome Tuareg ad un quarantenne e capirete subito se avete davanti un appassionato. Se inizierà a parlare del SUV Volkswagen saprete immediatamente che non avete speranze di portare la discussione sulle moto, perché o il vostro interlocutore ha passato l’adolescenza su un altro pianeta, oppure da teenager non si interessava nemmeno in maniera superficiale al motociclismo.

Se invece gli si illumineranno gli occhi con quella luce a metà fra l’entusiasmo e la nostalgia saprete di avere davanti un appassionato per cui il nome Tuareg si scrive così, senza la “o” francofona e fa riferimento a quell’Aprilia Tuareg 125 che ha popolato i sogni di qualunque adolescente degno di tale nome durante gli anni 80.

L’Aprilia Tuareg 125 nacque nel 1985 dalla base della seconda versione dell’ETX 125PV, spinta dal monocilindrico a due tempi Rotax 127 dotato di valvola allo scarico (Power Valve, PV appunto) erogante 26 cavalli (circa una ventina alla ruota) e capace di farle sfiorare i 130 km/h. Rivisto rispetto al precedente 126, si aggiornava nella termica e nell’impianto di scarico, risultando molto più dolce nell’erogazione – per la presenza della valvola, appunto – e brillante in alto. Ancora di là da venire l’avviamento elettrico, proposto in optional sulla versione successiva, presentava come tradizione dei motori Rotax il pedale del kickstarter sul lato sinistro che molti, con un vezzo da fuoristrada specialistico (frangente in cui la compressione dei mono da gara rendeva difficile usare la gamba sinistra) azionavano da terra invece che in sella.

La ciclistica contava su un telaio monotrave sdoppiato in acciaio con forcella Marzocchi e sospensione posteriore progressiva APS con monoammortizzatore della stessa marca regolabile nel precarico. L’impianto frenante annoverava un disco Grimeca da 240mm all’avantreno ed un tamburo al posteriore. La principale differenza con la sorella ETX stava nel serbatoio maggiorato – 16 litri contro 10 – secondo la moda dei grandi rally africani, che in quel momento vivevano la loro epoca d’oro.

La Tuareg venne venduta nelle due colorazioni rosso/giallo e nella più popolare blu, che soprattutto nella versione successiva (arrivata nel 1987) faceva il verso ad una celebre monocilindrica giapponese da 600 cc anch’essa battezzata con un nome particolarmente evocativo per i fan dei deserti africani…

L’esemplare che vi proponiamo appare in ottime condizioni, con un chilometraggio ridotto (almeno per quanto riguarda il motore) e una quotazione più che adeguata. Cosa oltretutto rara per mezzi del genere, è anche in perfetto ordine e con il parafango originale.

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