Le special d'autore sono queste

Le special d'autore sono queste
Una selezione delle tante special che vi abbiamo presentato nel corso del 2015. Perché le moto di serie non ci bastano mai
5 gennaio 2016

La personalizzazione è uno dei temi che da sempre fanno vivere la passione per la moto. Gli ultimi anni hanno visto crescere molto gli specialisti delle preparazioni, un po' in tutto il mondo, e persino le Case si sono impegnate proponendo direttamente o indirettamente svariate possibilità per rendere unica la propria moto. Anche su Moto.it seguiamo con attenzione i migliori preparatori, quelli che si segnalano non tanto, e non soltanto, per la ricerca delle prestazioni ma che cercano di affrontare nuove sfide. Qui sotto trovate alcuni esempi che rappresentano quanto di buoni visto nel 2015.

 

RSD Ameri-Tracker

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Le special di Roland Sands ci piacciono molto perché reinterpretano il passato in chiave attuale come poche altre. Prendete questa “Ameri-Tracker”, ovvero come giocare con una Sportster Nightster recuperata e trasformarla in una Flat Track vintage.
La Harley-Davidson XR 750 è una moto leggendaria nelle gare di flat track e ha ispirato infinite special. Ma in giro se ne trovano ormai poche e i prezzi sono alti. Per cui le soluzioni speso adottate sono quelle di lavorare su modelli recenti. Come ha fatto molto bene la Roland Sands Design realizzando la sua Ameri-Tracker: una moto da flat track dal sapore vintage costruita attorno a una Sportster 1200 Nightster del 2008 (trovata sinistrata in un deposito di rottami) e attingendo al catalogo RSD oltre che confezionando alcuni dettagli specifici.

 

Honda CB 750 CR Rebellion

Una riuscita elaborazione su base Honda CB 750 del 1994 dagli spagnoli della Rebellion, curata e con impostazione ciclistica sportiva. Fra la moltitudine di café racer giapponesi, più o meno felici, la nuova realizzazione dei madrileni di “Rebellion of the Machines” la mettiamo tra quelle riuscite. Perché non cade nella tentazione delle selle lunghe e delle gomme tassellate da improbabili moto cittadine per rifarsi invece alle superbike della prima ora.

 

Ducati Scrambler Marcus Walz

Si deve al customizer tedesco, e alla sua WalzWerk-Racing, questa interpretazione - poco scrambler – della Ducati Scrambler. A dimostrazione di quanti volti possa assumere l'ultima bolognese di successo.
Nel suo primo anno di vendita la Ducati Scrambler sta diventando il modello più gettonato fra le moto di Borgo Panigale in molti Paesi, Italia compresa. Il progetto Scrambler, nato come famiglia indipendente e con uno suo marchio, ha puntato immediatamente sulle possibilità di personalizzazione offrendo già di base versioni alternative al modello standard, o Icon per meglio dire.

La personalizzazione che vi mostriamo si deve allo specialista tedesco Marcus Walz, attraverso la sua WalzWerk-Racing, ed è stata commissionata da Intermot Koln. Ovvero il Salone della moto di Colonia dove la Scrambler è stata presentata ufficialmente al pubblico un anno fa circa.

 

Yamaha XJR 1300 Big Bad Wolf

Una nuova special nella serie Yard Built firmata dallo spagnolo El Solitario. L'occasione è ancora una volta il 20° anniversario della serie Yamaha XJR: quasi una superbike vecchio stampo. Si è classificata prima nella gara di accelerazione sull'ottavo di miglio (200 metri) al raduno Glemseck 101. E' la special realizzata da David Loren Borras, in arte El Solitario, rielaborando una Yamaha XJR 1300. Si tratta dell'ennesima interpretazione nell'ambito del progetto di customizzazione Yard Built lanciato da Yamaha a sostegno della propria famiglia di moto classiche e incentrato quest'anno sulla XJR in occasione del ventesimo anniversario di questa serie.
Il Lupo Cattivo segue le interessanti Skulmonkee dei danesi di Wrenchmonkees, la CS-06 Dissident dei portoghesi "it roCkS!bikes" e la Bodafogo N dell'olandese Numbnut Motorcycles, tutte presentate nel 2015. Secondo lo spirito Yard Built, anche la Big Bad Wolf può essere replicata grazie alle parti speciali messe in vendita dal suo preparatore e attingendo ai normali cataloghi.

 

Indian Black Bullet Scout

Una special d'autore, una citazione alle drag racer degli anni 50 firmata Jeb Scolman, che nasce attorno al motore della nuova Scout 1200. Indian l'ha voluta per riportare sul lago salato, a Bonneville, il mito delle Scout da record.
La Indian Motorcycles è risorta grazie a Polaris Industries e rappresenta ora la sola alternativa americana alla Harley-Davidson dopo essere stata lungamente in concorrenza diretta con le moto di Milwaukee, almeno nella prima metà del Novecento. Ripartita con la riedizione moderna della Chief, e della mitica Scout, la Polaris ha puntato su un designer ex Rolls-Royce e adesso ha commissionato a Jeb Scolman una special da portare a Bonneville; sul lago salato degli storici record.

Scolman è l'autore della Spirit of Munro, realizzata per il lancio del nuovo motore Indian ThunderStroke da 111 pollici cubi. Questa volta Jeb è partito dal motore 1.200 di una Scout e ha realizzato ex novo una drag racing dai forti richiami anni 50 e 60, con un telaio in esili tubi tondi - tirato all'osso - e un aerodinamico cupolino che giustifica il nome della moto: Black Bullet.

 

MV Agusta 800 Bol d'Or Walt Siegl

Dopo esserei dedicato a Harley e Ducati, il noto preparatore ha lanciato il progetto Bol d'Or. Soggetto della trasformazione sono le MV Brutale 800. Nella sua officina, ricavata in un vecchio edificio industriale del New Hampshire, Walt Siegl si dedica da una decina d'anni alla customizzazione in stile sportivo di modelli prevalentemente motorizzati V-twin. I motori attorno ai quali costruisce le suo moto sono infatti Harley-Davidson e, più recentemente, Ducati, marca per la quale ha lanciato la linea “Leggero”. Come la Leggero Racer di cui vi abbiamo scritto qui.

L'ultimo suo progetto è la serie Bol d'Or. Nome della più famosa e antica gara 24 Ore di durata. Il soggetto adatto è stato individuato nel motore tre cilindri e nel telaio della MV Agusta Brutale 800.

 

BMW S1000R 4CYL Deus

La special dell’attore Orlando Bloom realizzata dalla filiale statunitense del celebre preparatore sulla base della naked sportiva di Monaco. Le special d’autore BMW non basate su architetture boxer viste di recente si contano sulle dita di una mano, ma a volte spuntano notevoli eccezioni. Una di queste è la 4CYL, cattivissima Café Racer sulla base della naked quadricilindrica S1000R realizzata per l’attore britannico Orlando Bloom (Pirati dei Caraibi, Il signore degli Anelli, Troy, Black Hawk Down) dall’atelier Deus di Venice Beach, LA, California.
Un progetto nato con la visita di Bloom a Monaco di Baviera, occasione in cui l’attore ha conosciuto personalmente Ola Stenegard. La chiacchierata con il designer BMW deve aver fatto nascere un bel tarlo nella mente dell’attore, che ha avviato poco dopo un progetto con Michael ‘Woolie’ Woolaway, capo del design della filiale statunitense di Deus e già autore del restauro della R60 del 1964 che dorme felice nel garage di Bloom.

 

Yamaha VMAX Infrared JvB-Moto

La prima Yard Built della serie che Yamaha ha dedicato al trentennale della madre di tutte le muscle-bike. Il risultato è una moto che cita a piene mani dagli anni 80 – c’è qualche richiamo alla prima V-Max, della quale sono stati mantenuti volutamente gli elementi stilistici e tecnici (vedi le prese d’aria in alluminio) già presenti - ma anche la colorazione del serbatoio la cui tinta è un voluto omaggio alla livrea “tabaccaia” delle Yamaha ufficiali del team Agostini.

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