Le storie di Nico: Bergamonti e i circuiti cittadini

Angelo Bergamonti è scomparso a Riccione nel 1971, ormai quasi cinquant’anni fa, ed è stato uno dei più grandi piloti italiani. Con quella tragedia si chiuse l’epoca dei circuiti della Mototemporada romagnola
23 maggio 2020

Classe 1939, Bergamonti corse tutti gli anni Sessanta dividendosi con passione tra circuito e montagna, in sella alle Aermacchi e alle Morini, poi sulle 500 Linto e Paton. E’ stato campione italiano per ben sei volte, tra velocità e salita. La MV Agusta lo ingaggiò alla fine della stagione 1970 per affidargli i collaudi della nuova sei cilindri e metterlo di fianco ad Agostini nel mondiale, classi 350 e 500. Ha vinto due GP.

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C’è un magnifico libro che lo ricorda: è titolato “L’Angelo controvento”, scritto da Marco Tarozzi. Io conobbi Bergamonti solo a Rimini in quel 1971, il giorno della sua ultima vittoria in 500. Poi a Riccione, il 4 aprile sotto un’acqua torrenziale nella corsa delle 350, Angelo cadde ad alta velocità e picchiò forte contro un marciapiede.

Quel giorno spariva un campione che molti amavano e con lui finiva l’era dei circuiti cittadini della famosa Mototemporada romagnola, le gare cittadine sui viali di Cesenatico, Milano Marittima, Rimini e Riccione. Tanti stranieri vi partecipavano: da Hailwood a Herrero, a Taveri a Carruthers. Del pericolo non si aveva una vera coscienza, certo c’erano muri e pali troppo vicini ma dopotutto le curve erano quasi tutte lente…

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