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Classe 1939, Bergamonti corse tutti gli anni Sessanta dividendosi con passione tra circuito e montagna, in sella alle Aermacchi e alle Morini, poi sulle 500 Linto e Paton. E’ stato campione italiano per ben sei volte, tra velocità e salita. La MV Agusta lo ingaggiò alla fine della stagione 1970 per affidargli i collaudi della nuova sei cilindri e metterlo di fianco ad Agostini nel mondiale, classi 350 e 500. Ha vinto due GP.
C’è un magnifico libro che lo ricorda: è titolato “L’Angelo controvento”, scritto da Marco Tarozzi. Io conobbi Bergamonti solo a Rimini in quel 1971, il giorno della sua ultima vittoria in 500. Poi a Riccione, il 4 aprile sotto un’acqua torrenziale nella corsa delle 350, Angelo cadde ad alta velocità e picchiò forte contro un marciapiede.
Quel giorno spariva un campione che molti amavano e con lui finiva l’era dei circuiti cittadini della famosa Mototemporada romagnola, le gare cittadine sui viali di Cesenatico, Milano Marittima, Rimini e Riccione. Tanti stranieri vi partecipavano: da Hailwood a Herrero, a Taveri a Carruthers. Del pericolo non si aveva una vera coscienza, certo c’erano muri e pali troppo vicini ma dopotutto le curve erano quasi tutte lente…