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Mi baso sulle cronache, sui racconti e sul poco che ho vissuto personalmente. Di sicuro, oltrecortina, la gente partecipava con passione e accorreva in numeri grandissimi: il GP era l’unico evento importante dell’anno, al Sachsenring negli anni Sessanta si parlava di trecentomila spettatori. Le moto da corsa dell’est, dalla MZ alla Jawa e alla CZ, nel dopoguerra erano tecnologicamente avanzate, avevano tecnici eccellenti; ma poi progressivamente arretrarono e si spensero con la crisi dell’economia socialista. Peccato, perché i piloti di valore erano tanti.
Un aneddoto particolare riguarda la gara mondiale del ‘71 in Germania Est, quando il tedesco occidentale Dieter Braun vinse la corsa delle 250. La gente mal sopportava il regime di vita, il Paese era tra i satelliti dell’URSS che imponeva economia e modelli sociali sempre più rigidi e sgraditi. E così sotto il podio salì un canto di protesta che ebbe conseguenze pesanti sul GP.