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Ero già stato a Le Mans nel ’72 con una Suzuki 500 e Gianfranco Bonera, ma il motore aveva grippato fin dal primo turno con biella piegata e ciao. Poi Segoni nel luglio dell’anno dopo mi chiamò per tornare al Bol d’Or con una special, motore Laverda 750 e il suo telaio monotrave. Il viaggio con la Peugeot 404 e carrello al traino durò un giorno e mezzo, non c’era l’hotel prenotato, non si guadagnava niente, la classifica era ostile e però eravamo tutti felici.
A vincere la 24 Ore fu la Honda Japauto 970, eccellenti furono le gare di Brambilla-Mandracci con la Guzzi e Galtrucco-Provenzano con la Triumph, quarti e quinti. Noi, lenti e incostanti, puntavamo al premio di consolazione dell’ultimo posto, ma uno scafato equipaggio francese…