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Era l’ultimo turno delle prove ufficiali, ero in sella alla mia RG Suzuki e avevo davanti, lontano, un pilota privato romano che si chiamava Scafoletti, con una bicilindrica. Lo riconosco dalla tuta, bianca con il diavolone rosso grande sulla schiena. Scafoletti è piuttosto veloce, ma con la mia Suzuki RG quattro cilindri non c’era storia: mezzo giro e lo prendo, mi dissi. E invece…
Succedeva anche questo, quando il cronometraggio era tutto manuale. Anche se i cronometristi erano dei seri e onestissimi professionisti (lo storico Marchesini su tutti) qualche volta capitava uno sbaglio. Oppure, come quella volta, l’organizzatore preferì investire su un nome di sicuro richiamo.