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In testa alla classifica dove si verificano più incidenti che vedono coinvolti motociclisti e scooteristi ci sono la Strada Statale 001 Aurelia in Liguria, il Grande Raccordo Anulare di Roma, la SS 016 Adriatica in provincia di Rimini, la SS 018 Tirrena-Inferiore in provincia di Salerno, la SS 249 Gardesana Orientale in provincia di Verona, la SS 145 Sorrentina in provincia di Napoli, la SS 006 Casilina in provincia di Roma e la Tangenziale Est-Ovest di Napoli.
E' quanto emerge dallo studio “Localizzazione degli incidenti stradali 2019” realizzato dall’ACI nel quale sono analizzati i 36.526 incidenti (di cui 1.143 mortali), con 1.257 decessi (il 39,6% del totale) e 58.535 feriti, avvenuti su circa 55.000 chilometri di strade della rete viaria principale italiana. L’indice di mortalità medio su questa rete è pari a 3,4 morti ogni 100 incidenti.
La ricerca, che parte dai dati ISTAT 2019, spiega che 74 incidenti su 100 avvengono nei centri abitati, 21 sulle strade extraurbane e 5 in autostrada.
In totale si sono verificati 172.183 incidenti con lesioni a persone (-0,2% rispetto all'anno precedente), le vittime sono state 3.173 (161 in meno rispetto al 2018: -4,8%), un segnale positivo dopo l’aumento registrato nel 2017 e la stabilità del 2018. I feriti sono stati 241.384 (-0,6%).
Il 24 % delle vittime complessive sono stati motociclisti (698, +1,6%) e ciclomotoristi (88 vittime, -15%).
Nel 2019 in autostrada è stato leggermente in calo il numero degli incidenti totali (-1,5%), ed è calato anche il numero di morti (-6,9%). Sulle strade extraurbane sono diminuiti sia gli incidenti (-3,8%) che le vittime (-6,8%); nei centri abitati, nel complesso, sono rimasti stabili gli incidenti e diminuite le vittime (-5%), mentre nei piccoli centri attraversati da strade extraurbane sono calati anche gli incidenti.
Gli spostamenti e le partenze nei fine settimana incidono particolarmente: giugno e luglio sono i mesi con la maggiore incidentalità (rispettivamente 10,1% e 10% del totale). Il venerdì è il giorno in cui si verificano più incidenti (14,9%).
Dalle 18 alle 20 le ore più critiche. L’indice di mortalità, tuttavia, risulta più elevato a marzo (4,6 decessi ogni 100 incidenti), mese che si colloca al secondo posto anche per numero di morti (135) dopo giugno (147).
Prendendo come riferimento l’anno 2010, gli incidenti sulla rete primaria sono diminuiti del 22,1% (media Italia -19%), i morti del 24,4%, (media Italia -22,9%). Rispetto al 2018, invece, gli incidenti sono diminuiti del 2,1% (-779) ed i decessi del 6,9% (-93).
Le autostrade urbane si confermano quelle con la maggiore densità di incidenti a causa degli elevati flussi di traffico e della pluralità di mezzi diversi.
La Penetrazione urbana della A24 (GRA-Portonaccio) a Roma (con ben 13,2 incidenti ogni chilometro), la Tangenziale Nord di Milano nel tratto Monza e della Brianza (10 incidenti/km) e la Diramazione di Catania A 18 dir (9,4 incidenti/km), sono le strade sulle quali si verificano più incidenti, mentre per la rete autostradale la media nazionale è di 1,2 incidenti/km.
Per le strade extraurbane, dove la media nazionale è di 0,6 incidenti/km, il triste primato spetta alla Statale 36 del Lago di Como e dello Spluga nei tratti in provincia di Milano (8,3 incidenti/km) ed in provincia di Monza e della Brianza (7,6 incidenti/km).
Segue la SS 131 dir – Carlo Felice in provincia di Cagliari (7,2 incidenti/km).
Rispetto al 2018 le strade nelle quali gli incidenti sono diminuiti in modo più consistente sono state la SS 313 di Passo Corese, in provincia di Rieti, SS 186 di Monreale, in provincia di Palermo, SS 254 di Cervia in particolare in provincia di Forlì-Cesena, SS 211 della Lomellina nella tratta in provincia di Novara: la diminuzione degli incidenti è stata almeno del 45% e non si sono verificati eventi mortali.
Tutti i dati, nazionali, regionali e suddivisi per provincia, sono consultabili a questo link