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Con Nico Cereghini, Giovanni Zamagni e il nostro Ing, Giulio Bernerdelle, che ci h alla ria guidato alla scoperta di queste moto straordinarie: avevano grande bilanciamento tra prestazioni dei motori e prestazioni della ciclistica e raggiunsero una altissima sofisticazione. Telai in alluminio scatolato, pinze ad attacco radiale e dischi freno in carbonio, motori super-compatti, cambio elettronico, fasatura variabile, iniezione acqua negli scarichi, fasatura big bang, iniezione elettronica… Poi sarebbe arrivata la MotoGP, nel 2002, con la tecnologia sviluppata per le F1.
Negli ultimi anni si utilizzò sempre di più l’elettronica e tutte le moto erano dotate di Power-jet elettronico, cambio elettronico, accensione elettronica programmabile. E Giulio racconterà che già avevano il controllo di trazione e come funzionava. Del resto, le potenze crescevano al punto che il modulo monocilindrico da 125 cc, prima dell’abolizione della benzina con il piombo, arrivò ad erogare circa 490 CV/litro…
Che periodo! Che gare! Assistevamo a confronti sportivi e tecnici molto interessanti: addirittura le quattro cilindri contrapposte alle bicilindriche nella classe 500. Perché si arrivò a queste formule e per quale ragione le due cilindri non arrivarono mai a vincere?