Per inviarci segnalazioni, foto e video puoi contattarci su [email protected]
Ci ha fatto tanto storcere il naso, eppure pare che l'introduzione di questa accortezza abbia effettivamente portato benefici a chi vive il centro delle nostre città in auto, a piedi, in bici o su scooter e moto.
Lo comunica il primo studio scientifico europeo dedicato proprio agli effetti dell'introduzione del limite di velocità nei centri urbani, presentato a Trento durante la seconda edizione di City Flows
Lo screen, curato dal responsabile del Dipartimento di pianificazione e ingegneria dei trasporti dell'Università tecnica nazionale di Atene, George Yannis sulla base di 70 studi diversi, mostra come l'obbligo di viaggiare a 30 chilometri orari in città porti un decremento medio del 18% delle emissioni, una riduzione dei livelli di inquinamento acustico di una media di 2,5 decibel e aiuti a decongestionare il traffico, con una riduzione media del 2%.
"L'obiettivo della Fondazione Unipolis è favorire, in un Paese in cui crescono le disparità sociali ed economiche, una società più solidale sostenendo i fragili a partire dalle nostre competenze e aree di presidio. Per quanto riguarda la Mobilità, lavoriamo per accrescere la cultura della sicurezza stradale perché rendendo più sicure le nostre città miglioriamo la qualità della vita di tutti, in particolare dei più fragili", ha commentato il consigliere delegato, Alberto Federici.
Durante l'evento sono stati presentati anche i dati di mobilità urbana di Trento, che vede un attraversamento giornaliero di circa 323.000 movimenti di veicoli, pari a tre volte il numero di abitanti (119.000). Il 51,4% degli spostamenti avviene tramite auto private, il 34,8% della popolazione si muove a piedi o in bicicletta, mentre il 13,8% utilizza il trasporto pubblico locale (con circa 80.000 utenti al giorno). Il 56% degli spostamenti interni avviene su distanze inferiori ai cinque chilometri.