Libri per motociclisti. Neil Peart, "Il Viaggiatore Fantasma"

Libri per motociclisti. Neil Peart, "Il Viaggiatore Fantasma"
Grazie alla sua moto, il batterista dei Rush ha sconfitto il più profondo dei dolori, la perdita dei propri cari. E narra la sua esperienza in un libro toccante e ricco di spunti di riflessione
8 gennaio 2015

Uno se li immagina invincibili ed alieni alla disgrazie del mondo, solo perché famosi e magari ricchi: per chi ama la musica, i musicisti sono quasi creature divine. Poi una notizia ti porta a riconsiderare le tue convinzioni: la ruota gira per tutti, anche per chi pare vivere in un paradiso terreno.


E se la fortuna è cieca, come ben sappiamo la sfiga ci vede benissimo: e nel caso di Neil Peart, batterista della cult-band canadese dei Rush, si è accanita con particolare furore, portandogli via in pochi mesi prima la figlia e poi la moglie. Un doppio colpo da K.O. capace di stendere chiunque, anche il più forte e motivato degli uomini.
 

​Per non soccombere, Neil ha deciso di staccare la spina, e non in senso figurato: ha tirato fuori dal box la sua BMW, si è messo in sella ed è partito

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Per non soccombere, Neil ha deciso di staccare la spina, e non in senso figurato: ha tirato fuori dal box la sua BMW, si è messo in sella ed è partito. Senza destinazione, senza porsi limiti di tempo: sarebbe tornato solo dopo aver vinto il dolore.

Ci sono voluti circa 14 mesi di vagabondaggio e circa 80.000 km per venirne a capo: se nel giro di dieci mesi, Neil ha perso prima la figlia diciannovenne (per in un incidente stradale) e poi la moglie, colpita da un cancro, in poco più di un anno è ritornato alla vita vera.


«Non avevo un reale motivo per andare avanti - si legge nel primo e devastante capitolo - ma a differenza di Jackie (la moglie, ndr), che sicuramente aveva desiderato la propria morte, io sembravo armato da una specie di istinto di sopravvivenza, un riflesso interiore che si aggrappava alla convinzione che qualcosa sarebbe successo. Per qualche specie di forza (o difetto) di carattere, non sembravo chiedermi perché avrei dovuto sopravvivere, ma come».


“Il viaggiatore fantasma”, in cui è facile trovare suggestioni che riportano ad opere fondamentali come “Lo Zen e l'arte della manutenzione della motocicletta“ e che in diverse pagine riecheggia le atmosfere cupe di “Into the Wild,” è quello che si definisce romanzo di formazione: ma invece di un adolescente, protagonista è un uomo adulto che, scappando da un inverno infernale, ritrova l'euforia che accompagna i giorni di primavera ed i colori dell'estate. Passando dal Canada all'Alaska e poi lungo la costa occidentale attraverso il Messico fino al Belize, Neil Peart, batterista in moto, ha preso appunti, fermato sulle pagine dei taccuini i suoi pensieri ed inseguito una rinascita che facesse a meno di medicine, puntando a cercare dentro di sé le chiavi per aprire il portone chiuso dalla doppia tragedia.


Un'avventura on the road che racconta della rivincita di un uomo sulla morte, un viaggio che insegue la ritmica del rullante e valica orizzonti lontani con la levità delle spazzole. Perché la moto, come la musica, ha un potere terapeutico ancora tutto da scoprire.


Neil Peart - Il viaggiatore Fantasma - Tsunami edizioni - 21,50 euro