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Noi di moto.it, le due ruote le amiamo tutte a prescindere, anche quando, tra loro, non c'è un motore. E' quindi inevitabile esprimere, qui, il nostro cordoglio per la scomparsa di Felice Gimondi, avvenuta questo pomeriggio nel mare antistante a Giardini Naxos, in Sicilia, dove stava trascorrendo un periodo di vacanza.
È stato un malore a portarlo via , a 76 anni, mentre faceva il bagno e a nulla sono serviti i tentativi di rianimarlo, prima da parte dei bagnanti accorsi e poi poi dei medici del 118.
La carriera del grande campione bergamasco ebbe inizio nel 1959 e la prima vittoria arrivò l'anno seguente sul traguardo della Bergamo-Celana. Era ancora nella categoria “Allievi”, nella quale rimase fino al 1962 quando, appena promosso a Dilettante, ci fu la prima svolta della sua lunga storia da ciclista.
In quell'anno, ai Giochi Olimpici di Tokyo arrivò trentatreesimo nella prova su strada.
Le porte del Professionismo si aprirono nel 1965 e, per i successivi 14 anni mise la sua firma su tutte le grandi Gare a tappe, dal Giro d'Italia, del quale vinse tre edizioni (1967, 1969 e 1976) al Tour de France, che lo vide trionfare nel 1965 e la Vuelta spagnola tre anni più tardi. Filo rosso delle sue imprese fu l'eterno duello con il rivale di sempre, l'altro grande campione belga Eddy Merckx.
Nel 1973 fu poi Campione del Mondo su strada e nel suo palmares trovano spazio anche una Parigi-Roubaix, una Milano-Sanremo e due Giri di Lombardia.
Nell'anno che precedette il suo ritiro dalle corse si aggiudicò il suo ultimo giro d'Italia e, in totale, il numero delle sue vittorie da professionista arrivò a quota 118. Conclusa la sua avventura da corridore, si aprì la carriera da dirigente sportivo.
Il nostro Nico Cereghini ha chiesto un ricordo di Gimondi a Vito Mulazzani, un'autorità da molti anni, nelle corse ciclistiche. Basti dire che ha fatto cinquanta Milano-Sanremo ed stato a lungo capo dei motociclisti e giudice nella direzione gara, soprattutto del Giro; oggi ha 71 anni, è consulente di RCS sul Giro d'Italia, corresponsabile delle partenze, e da cinque anni viaggia in auto; ma per noi resta soprattutto un motociclista e un pilota di valore: ha corso con Moto Guzzi e Suzuki nell'Endurance degli anni Settanta. Ottimo secondo, con Abbondio Sciaresa, alla 1000 Km del Mugello del 1975.
"Una gran persona - esordisce Vito senza esitare - un gran carisma. Una di quelle persone che con poche parole dicono tanto. Felice ha sempre lavorato duro, prima da corridore e poi da dirigente, e non ha mai avuto tanto tempo per chiacchierare. Ma c'erano delle eccezioni: bastava una cena con lui, come con Adorni, per ascoltare storie meravigliose e indimenticabili. Una gran perdita per tutto lo sport".
Un ricordo particolare? Per Vito è una foto su Topolino, il giornaletto per bambini. "Fa sorridere, ma è la mia sola foto pubblica con Gimondi accanto. Roba di tanti anni fa. Io sono in moto, lui in gara con la bici. Gimondi è attaccato al mio braccio e lo sto tirando. Era una fase di pausa, i corridori stavano scioperando per una strada troppo stretta".