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Il nostro test Suzuki con le Dunlop SportSmart², come anticipato nell’altro articolo, ha avuto il graditissimo contorno di una chiacchierata con Luca Davide Andreoni, Motorcycle Sales Coordinator per l’Italia per Goodyear/Dunlop. Luca è motociclista praticante – crossista per la precisione, ma con anche un debole per le naked sportive su strada – e non si limita ad un ruolo commerciale come la sua qualifica lascerebbe intendere.
Anzi, da come parla si intuisce grande passione ed interesse per il lato più pratico e passionale del motociclismo: si può spaziare dall’andamento del mercato fino ai più fini dettagli dello sport – scoprendo che, ad esempio, la vociferata “gomma speciale” che ha consentito a John McGuinness di vincere il Senior TT quest’anno polverizzando il record sul giro altro non era se non la gomma a mescola più morbida, già utilizzata nelle altre gare da Bruce Anstey, e di cui “The King of the Mountain” semplicemente fino ad allora non si era fidato.
Abbiamo parlato con Luca confrontando le nostre impressioni sulle SportSmart², trovando riscontro alle nostre sensazioni – peraltro tutte positive – e fatto il punto su Dunlop a 360°.
Iniziamo chiedendo cosa ha cercato Dunlop con la SportSmart².
«Naturalmente un prodotto superiore sotto tutti gli aspetti alla precedente SportSmart, migliorandone i punti di forza senza snaturarlo. E senza correre troppo dietro alla concorrenza, perché in un mercato tanto competitivo, con concorrenti così bravi, è difficile che seguendo la stessa strada di chi fa un prodotto valido da anni si arrivi a risultati migliori di quanto non riesca ad ottenere lui. Quindi SportSmart² è uno pneumatico valido, versatile ma con la personalità tipica di una Dunlop – il feeling sull’anteriore che da sempre hanno tutti i nostri pneumatici, per esempio, ma anche una carcassa mediamente più rigida, che offre maggior sostegno rispetto alla media dei concorrenti. Non avrebbe senso correre dietro alle soluzioni della concorrenza: andremmo a perdere il nostro DNA. Preferiamo mantenere una personalità inconfondibile sui nostri pneumatici, anche perché crediamo molto nella validità della nostra filosofia, fatta di pneumatici molto comunicativi e con grande feeling sull’avantreno».
Non avrebbe senso correre dietro alle soluzioni della concorrenza: andremmo a perdere il nostro DNA. Preferiamo mantenere una personalità inconfondibile sui nostri pneumatici, anche perché crediamo molto nella validità della nostra filosofia, fatta di pneumatici molto comunicativi e con grande feeling sull’avantreno
Obiettivo ottenuto facendo tesoro delle caratteristiche delle proposte più sportive.
«Certo – il nostro SportSmart² è uno pneumatico che nasce dalle competizioni. Lì abbiamo sviluppato le tecnologie che ci hanno permesso di ottenere queste prestazioni, anche se abbiamo cambiato diversi elementi, anche rispetto al primo SportSmart, perché l’identificazione con i nostri prodotti più racing causava comportamenti scorretti da parte dei clienti».
Quindi, tutto nell’ottica di ottenere pneumatici più versatili?
«Se ci fate caso, si tratta di una caratteristica comune a diverse nostre proposte. Se togliete il GP Pro e le KR, proposte dedicate esclusivamente o quasi alla pista, ormai anche le D211 GP Racer sono utilizzabili con buone prestazioni anche su strada. E in generale non trovate più i profili estremi che caratterizzavano le Dunlop del passato, con rilevanti aumenti del diametro di rotolamento in velocità, che dava grandi benefici da un certo punto di vista ma dall’altro complicava non poco la vita su certe moto e con certi assetti».
Lo sviluppo dell’elettronica vi ha posto sfide diverse da prima? Le supersportive attuali sono ormai tutte dotate di controlli elettronici: la cosa comporta un processo di sviluppo differente?
«Da un punto di vista prettamente tecnico no: carcasse e mescole non vengono pensate o ripensate in quest’ottica, mentre invece è vero che da un certo punto di vista dobbiamo tenerne conto. La consapevolezza di disporre di una “rete di sicurezza” sotto forma dei controlli elettronici fa si che i nostri clienti più sportivi tendano a sfruttare maggiormente gli pneumatici, e garantire una durata soddisfacente si fa sempre più difficile. Sotto questo aspetto si, dobbiamo tenere conto anche di questo fattore».
Siete anche presenti come prima fornitura su diversi modelli – da un lato le Case giapponesi, con alcune sportive, dall’altro Harley e Moto Guzzi fra le Cruiser. Ne approfittiamo per chiedere: come mai spesso, rispetto all’OEM, il modello di serie non esiste (più) o ha caratteristiche completamente diverse?
«Lasciando da parte il discorso del co-branding con Harley-Davidson o la fornitura degli Whitewall sulle Moto Guzzi, il discorso è complesso ma, semplificando molto, si può ricondurre alla ferma volontà delle Case giapponesi di sviluppi molto personalizzati. Gli pneumatici di primo equipaggiamento vengono prodotti in stabilimenti diversi da quelli che riforniscono i canali di vendita al pubblico, con caratteristiche spesso completamente differenti anche quando sono identificate dalla stessa sigla. Talvolta trovate anche prodotti che non fanno parte del nostro listino, perché sviluppati solo ed esclusivamente per alcuni modelli…»
Cosa ci riserva il futuro?
«E’ difficile da dire – da un punto di vista sportivo evidentemente cercheremo sempre maggiori prestazioni, anche se il segmento delle supersportive non è più trainante come una volta. Va comunque detto che il prodotto supersport viene utilizzato anche dalle naked più spinte se non addirittura da alcune crossover, e giustifica quindi almeno in parte gli investimenti per lo sviluppo di queste fasce di prodotto. Da un punto di vista della gamma bisogna seguire il mercato – le maxi-trail la fanno da padrone, sarà lì che vedremo la sfida più accesa».