Per inviarci segnalazioni, foto e video puoi contattarci su [email protected]
Luca Guerzoni è un motociclista bolognese di 36 anni. Lo abbiamo incontrato a EICMA e ne è scaturita l’intervista video che trovate qui sopra.
La sua è una storia che merita di essere ascoltata, perché nella sua tragicità emergono la voglia di combattere, la positività, l’entusiasmo.
Nel 2015 mentre guida la sua Speed Triple Luca viene investito da un automobilista “distratto”: «Come capita..., a un chilometro da casa, il tipo al cellulare che non ci pensa...».
«Ho reagito a tutto grazie alla passione per la moto, senza piangersi troppo addosso. Come dico sempre il 10% è quello che ti capita, il 90% è come reagisci».
«Dopo i mesi di coma, il risveglio senza un braccio, la riabilitazione, ho incontrato i ragazzi dell’associazione Diversamente Disabili...».
E con loro Luca ha iniziato ad andare in pista. In moto ci va da quando aveva quattordici anni, con l’Aprilia RX50. Poi è stata la volta della Cagiva Mito 125 e delle moto più grandi e sportive: CBR 900 Fireblade, Yamaha R1, GSX-R 1000 Suzuki e Triumph Speed Triple.
Con l’associazione Di.Di. ha affrontato le prime gare. «In Italia e all’estero, e alla fine un titolino l’ho portato a casa». Luca lo dice con vera modestia, ma la vittoria nel campionato Supersport 600 nel 2017 è stato un grande risultato. «Ho corso con la 600 perché non sapevo se riuscivo a tenere una moto più grande. Bella la pista, ma mi mancava il poter andare per strada con l’aria in faccia».
Così ha dovuto superare le molte difficoltà normative e burocratiche per poter prendere la patente di guida, quella non limitata. «Mi ci sono voluti undici mesi e l’aiuto di sei ingegneri che hanno preso a cuore la cosa».
Da lì all’idea di un viaggio in giro per l’Europa il passo è stato breve: 25.000 chilometri con una KTM 1290 Super Duke R modificata nei comandi «Spostando tutti comandi a sinistra: gas, frizione e freno anteriore», tenda da campeggio sul portapacchi e via per il tour.
Peccato che in Finlandia Luca sia incappato in un incontro non voluto: «Si dice che la fortuna è cieca e la sfiga ci vede benissimo: in Norvegia un’alce ha pensato bene di saltare il guard rail e attraversare la strada mentre arrivavo: una bella botta: il telaio della moto si è spezzato in tre punti. Anche qualche frattura alle mie ossa, qualche casino per riportare la moto a casa, però dai...».
Rientrato in Italia, e rimessosi un po’ a posto, Luca ha incontrato Vanni Oddera e il gruppo della Mototerapia.
«Oddera, Bianconcini, Dal Farra: il più grande gruppo freestyle in Italia. Facendo Mototerapia e portando in moto ragazzi più sfortunati di noi ho iniziato a pensare che qualcosa avrei potuto fare: provare a saltare la rampa dei DaBoot».
Una cosa da poco insomma «Sono 25 metri di salto, ma in fondo basta dare gas».
Lo dice come se nulla fosse ma, visto che cosa è riuscito a ottenere finora, c’è da essere certi che ci riuscirà.