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Il fumo “fammale”. Non è certo un mistero, ma sono tanti a infischiarsene del problema. In Italia i fumatori sono 10,3 milioni, il 19,5% della popolazione sopra i 14 anni di età. Il 24,5% se si considera quella maschile.
Da alcuni giorni è iniziata una campagna di sensibilizzazione e comunicazione contro il tabagismo curata dal Ministero della Salute. E' rivolta a tutti, ma mira in particolare ai più giovani, alle donne in gravidanza e ai genitori di ragazzi minorenni; va in onda sotto forma di spot radiofonico e di spot video, entrambi della durata di 30 secondi, sulle principali emittenti nazionali.
Lo slogan è semplice e diretto: “Ma che, sei scemo? Il fumo fammale”. Detto così, con la doppia emme, secondo il linguaggio colloquiale del testimonial scelto per questa campagna, Nino Frassica.
I quattro spot hanno uno schema narrativo simile, e lanciano un doppio messaggio: il primo legato al fumo e il secondo che evidenza alcuni comportamenti socialmente scorretti. Il primo video trasmesso, e il primo spot radiofonico andato in onda, ha come soggetti due ragazzi, mentre il comportamento sbagliato che è stato scelto è il mancato uso del casco in motorino.
Perché se è vero che già nel primo anno di introduzione dell'obbligatorietà del casco, parliamo del lontano 1986, gli arrivi ai pronto soccorso degli ospedali calarono del 49% e i decessi diminuirono del 25%, ancora oggi in Italia c'è chi il casco continua a non adoperarlo. Pochi secondo alcuni, forse, ma sono circa il 10% a livello nazionale. Questo riportavano le ultime statistiche ufficiali.Se nelle regioni del nord coloro che indossano il casco arrivano al 99,9%, in quelle del centro questa percentuale scende al 93% e in quelle del sud e insulare piomba al 76,6%. Molto c'è ancora da fare, e anche una campagna come questa, mirata principalmente a combattere il fumo, una mano alla fine può darla.
m. g.