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Ne avevamo scritto lo scorso marzo, quando erano circolate le prime voci sulla campagna acquisti che il colosso indiano delle quattro ruote, ma impegnato anche nelle due, stava definendo in Europa fra una dozzina di marchi storici perlopiù usciti, o quasi, di scena da tempo. All'epoca si era parlato di Norton e BSA
Mahindra & Mahindra ha comunicato martedì scorso l'acquisto del marchio BSA attraverso la sua controllata CLPL (Classic Legend Private Limited), di cui detiene il 60%. L'operazione da circa 4 milioni di euro è servita ad acquistare 120.000 azioni della società inglese quasi defunta, e dà il diritto di produrre e vendere moto marchiate BSA.
Attualmente la sola attività BSA è quella licenziataria del marchio in Gran Bretagna, Stati Uniti, Canada, Giappone, Malesia e Messico, ma il giro d'affari nell'ultimo anno è stato di appena 32.000 euro.
Le ultime BSA sono state motorizzate Yamaha 400 (è del 1997 la Gold SR), mentre altre versioni militari hanno adoperato motori Rotax. Ma poi tutto è scemato nel 2003. Sono seguiti il prototipo Tempest 1000, un tentativo di collaborazione con la rinata MZ, e una vicenda legale sull'uso improprio del marchio in India per la produzione di scooter elettrici.
Sempre attraverso la controllata CLPL, Mahindra (che possiede anche una quota del 51% di Peugeot Motorcycles e l'80% di Kinetic Motor Company) ha siglato un accordo licenziatario con il marchio ceco Jawa per il suo utilizzo in India e altri Paesi asiatici.
Il marchio Jawa era già presente in India nel periodo 1950-1990. Mahindra ha dichiarato che progetterà e produrrà nuovi modelli, partendo da zero con entrambi i marchi appena acquisiti. Lo scopo è quello di farsi notare promuovendo modelli e stili di vita di sapore classico. Come dire che il fascino dei modelli classici sta contagiando anche quell'area, o che, più semplicemente, è vantaggioso appoggiarsi a nomi storici che hanno costruito moto importanti, e anche vinto nelle competizioni, per allargare l'offerta ai mercati occidentali.
Resta da capire quanto questi due marchi, da tempo scomparsi dalla scena internazionale, possano far presa sul pubblico indiano al quale si rivolgeranno le nuove moto, e che realisticamente sarà abbastanza giovane. Differente il discorso per le esportazioni e qui bisognerà vedere quali saranno i modelli proposti.
Le prime moto BSA e Jawa faranno la loro comparsa nel 2018, anticipano dalla Mahindra. E aggiungono che CLPL collaborerà con la Ricerca e Sviluppo Mahindra Racing che lavora in Italia al programma Moto3.
La produzione sarà affidata allo stabilimento di Pithampur, nel Madhya Pradesh, dov'è costruita anche il modello di punta Mahindra Mojo (nella foto in alto in versione touring).
Al momento le future BSA non saranno vendute in India, dove la registrazione del nome è ancora sub judice, mentre saranno esportate in Europa e Stati Uniti.
Alla Mahindra, le cui vendite di due ruote sono calate del 13% nell'ultimo anno, le risorse necessarie a un rilancio adeguato non dovrebbero mancare. Appuntamento con l'Auto Expo indiano del 2018, per vedere i primi frutti dell'operazione.