"Mai più senza l'air bag". Dainese risponde ai lettori di Moto.it

"Mai più senza l'air bag". Dainese risponde ai lettori di Moto.it
L'articolo di Nico Cereghini dedicato al sistema air bag D-air Street di Dainese ha stimolato molti commenti da parte dei lettori di Moto.it. Alcuni di questi ponevano osservazioni, dubbi e quesiti sul dispositivo. Ecco le risposte della Dainese
9 luglio 2014

Punti chiave

 Dopo averlo utilizzato per due mesi, Nico Cereghini ha scritto le sue osservazioni sul D-air Street Dainese, che potete leggere qui. Poichè alcuni lettori hanno chiesto delucidazioni su omologazioni e altro, hanno sollevato critiche e domande, e chiesto di approfondire il tema, pubblichiamo volentieri questo contributo arrivato da Dainese.

La risposta della Dainese


L'articolo di Nico Cereghini ha sollevato una serie di interessanti osservazioni e rilievi alle quali desideriamo rispondere o, quanto meno, dare il nostro punto di vista, anche perché, in molti casi, sono domande che noi stessi ci siamo fatti nel corso di questo progetto.

Prima di tutto il ricorso alla tecnologia air bag è una scelta dettata dalla necessità di introdurre una salto tecnologico in grado di dare una risposta efficace alla crescente domanda di sicurezza stradale rispetto alla quale le tecnologie già presenti all'epoca non davano sufficienti prospettive di sviluppo.
La scelta di progettarlo wireless è stata fin dall'inizio un vincolo progettuale per consentire al sistema di proteggere il motociclista dal primo impatto quando l'incidente avviene con la moto che urta l'auto sul lato. Solo i sistemi wireless erano e sono in grado di avere un tempo totale di intervento (individuazione dell'incidente e gonfiaggio) inferiore a 80 millisecondi che sono i il tempo massimo a disposizione per proteggere dal primo impatto. I sistemi a cavo più veloci testati in modo attendibile impiegano 250 millisecondi circa ad essere protettivi e a dirlo non è Dainese ma l'ADAC l'automobile Club Tedesco (Leggi qui).

Il tempo totale di intervento del D-air Street nel corso degli incidenti più violenti è di 45 millisecondi, certificati da Tuev Sued, verificato da ADAC (Germania), SRA (Francia), e da diverse case motociclistiche.
Proprio la presenza dell’elettronica ha tuttavia richiesto di individuare metodi di verifica dell’efficacia e dell’affidabilità totalmente nuovi, la normativa europea esistente è del tutto insufficiente per verificare un sofisticato sistema “intelligente” in grado di individuare le condizioni di incidente, essere protettivo in 45 millisecondi totali e di migliorare la capacità di assorbimento delle forze del 72% rispetto al limite posto dalla norma per un paraschiena di livello 2.

Questo però non significa affatto che D-air non sia certificato anzi è vero il contrario: ha un livello di certificazione molto più elevato di qualunque altro prodotto del genere con un protocollo definito con Tuev Sued che prevede 800 singoli test e che ha richiesto più di un anno di tempo per essere effettuato e superato. Per la validazione e l'analisi del D-air, il Tuev Sued ha creato per l'occasione un Design and Validation plan (DVP), una commissione extra disciplinare ad hoc, visto che mancava una norma che disciplinava la materia.
In sostanza tutte le prestazioni del D-air non sono frutto di dichiarazioni del costruttore o di congetture ma verificate con rigore per essere certi di mantenere ciò che si promette. Non sono molti i prodotti sul mercato in grado di dare questo.

Il prezzo del sistema va quindi letto alla luce delle prestazioni che è in grado di fornire in modo provato e, come fa presente qualche accorto frequentatore di Moto.it, c’è da chiedersi quale sia il valore anche di una semplice costola rotta per non parlare di altri organi più delicati.
A dispetto di queste considerazioni, Dainese ha da tempo ufficialmente dichiarato che farà di tutto per abbassare il più possibili costi e prezzi del sistema D-air, nella consapevolezza dell’importanza di questo aspetto per la diffusione della sicurezza.

Nel frattempo i risultati confortano le scelte fatte, non solo il D-air sta trovando sempre maggiore diffusione, specie nelle nazioni del Nord Europa da sempre più sensibili al tema della sicurezza, ma sempre più case importanti motociclistiche dopo che Ducati ha aperto la strada stanno manifestando il loro interesse per l’adozione di serie del sistema D-air Street su alcune moto.
Questo conferma la validità del progetto D-air che Dainese ritiene la protezione del futuro, vera e intelligente.

Non possiamo per ragioni di spazio dilungarci ulteriormente, invitiamo quindi i nostri amici motociclisti a inviarci le loro considerazioni a:   [email protected]

 

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