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Mal d'Africa. Nel linguaggio comune, mal d'Africa si riferisce alla sensazione di nostalgia di chi ha visitato l'Africa e desidera tornarci. Vediamo come si prende questo malanno.
Partiamo dagli inizi. EICMA 2023: è stata un successo per il pubblico (oltre 560.000 presenze), ma anche per noi di Moto.it. Abbiamo prodotto tanti contenuti, ma soprattutto abbiamo incontrato finalmente i nostri fantastici lettori.
In queste giornate è anche arrivato, un po' improvviso, l'invito di Alessandro Botturi (pilota ufficiale Yamaha, noto a tutti come Bottu) a partecipare ai suoi Bottu Training in Tunisia, nel deserto.
Un po' per la mia passione per i rally (non a caso ho corso l'Italiano Motorally con una Fantic 450 Rally), un po' per dimenticare le fatiche di EICMA, ho detto di sì al Bottu senza nemmeno aver capito a cosa stavo andando incontro. Bottu Training, già il nome è diverso da quelli che accompagnano i soliti tour nel deserto africano. Training vuol dire allenamento, ma allenamento per fare cosa?
All'inizio non mi è ben chiaro, ma ho altro a cui pensare. Il gruppo del Bottu è già fatto e formato, mentre io ho solo 2 giorni per procedere con l'iscrizione, i voli, il trasporto della moto, il cambio delle gomme e dell'olio alla Fantic. Ma con l'aiuto di Orietta, del Team Solarys e di Sissi Racing riesco nell'impresa: faccio ufficialmente parte della comitiva e la Fantic è pronta per l'imbarco!
E qui arriva il bello. Apro il gruppo Whatsapp creato dal Bottu e scorro una lista di partenti che pare una sintesi perfetta tra la Dakar e la Africa Eco Race. Mi troverò in Tunisia col Team Guareschi Aprilia al completo (coi piloti Jacopo Cerutti e Cecco Montanari), ma anche con Maurizio Gerini, Livio Metelli, Jarno D'Orsogna, Marco Aurelio Fontana, Bradley Cox, Paolo Lucci, Marco Menichini, Mattia Riva, Massimiliano Guerrini, Matteo Generelli, Max Cocchetti, Pierpaolo Vivaldi, Alessandro Rigoni, Francesco Olivo e tanti altri piloti di ottimo livello.
Non solo, il Bottu invia al gruppo il piano di allenamento, che vi mostro pari pari:
Day 1:
307 km
2 prove speciali (PS) di navigazione da 36 km e 137 km
Day 2:
342 km
una PS di navigazione da 282 km
Day 3:
253 km
una PS di navigazione da 245 km
Day 4:
292 km
una di navigazione da 226 km
Day 5:
319 km
2 PS di navigazione da 120 km e 37 km
Tot: 1.593 km (PS Navigazione 1.079 km)
Ed eccoci al cuore del Bottu Training. Non giri guidati nel deserto, ma tappe che sono vere simulazioni di gara per i piloti che tra un mese scarso si cimenteranno nella Dakar e nell'Africa Eco Race.
Siamo in 32 e ogni mattina partiremo entro le 8 con il roadbook cartaceo e con la bussola elettronica (lo strumento si chiama Stella), che ci permette di navigare fuori traccia seguendo i gradi indicati sul rotolo di carta.
Una navigazione complessa, che sulle prime per un debuttante come me risulta quasi scioccante. Mi sento come un gommone alla deriva nell'oceano. Ma gli strumenti non mentono, bisogna fidarsi e usare la testa.
In più c'è la serenità di sapere che Bottu e il suo staff hanno curato tutto. Siamo monitorati in diretta grazie al sistema satellitare e basta fermarsi 1 minuto anche per fare la pipì, che suona immediatamente lo strumento che si accerta che tutto vada bene. Se la moto è ferma e nessuno risponde, partono immediatamente i soccorsi.
Ci sono anche due Toyota per il recupero delle moto in avaria e un medico al seguito. Tutte precauzioni fondamentali, soprattutto con gente come questa che di gas ne dà a palate. Prima di partire tutti hanno fatto anche un'assicurazione personale per le cure mediche e il rientro in Italia. Ma non ce ne sarà bisogno.
La prima tappa è da Djerba a Douz. Qui faremo sosta per altre tre giornate in una struttura alberghiera comoda, a ridosso del Sahara. E poi, con l'ultimo giorno, faremo ritorno a Djerba.
A questo link trovate i video quotidiani della mia bellissima esperienza, mentre qui di seguito c'è il racconto giorno per giorno del mio primo Bottu Training.
Day 1 al Bottu Training in Tunisia concluso
Non un semplice tour nel deserto del Sahara, ma un vero allenamento pre Dakar e Africa Race con prove speciali e 307 km di dune e pietre insieme ai più forti rallisti italiani. Da Djerba siamo arrivati a Douz, alle porte del Sahara.
Faticoso, tanto faticoso, ma stupendo!
E domani mi aspettano 342 km con una speciale da 292
Day 2, che roba ragazzi
Non ho più un muscolo rilassato, ma va bene così.
L’allenamento del Bottu, per questo si chiama Bottu Training, è durissimo. Ma è quello che serve se vuoi avvicinarti ai veri rally africani. Tantissimi chilometri di piste, dune e tanti fuori traccia dove ti orienti con i gradi dello strumento e basta.
Devi venirne fuori, non è semplice, ma dà una soddisfazione incredibile. Mi sono anche perso un paio di volte, beccandomi le sgridate del Bottu.
Oggi 342 km con una speciale da 282.
Domani meno chilometri, ma più dune lente. Così ha deciso il Bottu.
La Fantic 450 Rally è davvero brava. Un anno intero di Motorally, cavalcate e pista da cross. Con il motore e le sospensioni originali. E ora una marea di chilometri nel Sahara, ma le avevo promesso che ce l’avrei portata.
Bottu Training Day 3, Tunisia
Oggi solo 252 km, ma di quelli giusti. Al mattino pioggia forte e gelida (nel Sahara), poi solo sabbia e deserto con una navigazione difficile, molto difficile. Poche piste tracciate e tanta bussola da seguire in mezzo alle dune.
Stasera cambio d’olio alla Fantic, che sta andando alla grande. Le gomme Dunlop D 908RR tengono botta senza problemi. E via, che domani è un’altra giornata di questa bellissima esperienza con tanti piloti esperti di rally.
Ad aver bisogno di riposo non è certo la moto.
Tunisia Day 4
Oggi altri 292 km di Bottu Training con oltre 200 di speciale bella complicata nella navigazione e nelle dune rese soffici e traditrici dal vento. Una simulazione di gara veramente strepitosa, complimenti ad Alessandro e a tutto il suo incredibile staff di accompagnatori e meccanici: siete il massimo!
Anche oggi la mia Fantic XEF 450 Rally è stata fantastica. Zero problemi, a parte il pattino della catena sul forcellone che si è consumato per normale usura (aveva 90 ore sulle spalle). Subito sistemato: il Team Aprilia Guareschi ci ha messo quello della Tuareg all’assistenza di Ksar-Ghilane e via a tutto gas.
Grazie ragazzi.
Mannaggia, domani ultimo giorno.
Bottu Training, day 5 302 km
Una bellissima avventura chiusa oggi nel migliore dei modi. Col Bottu impari davvero a navigare nel deserto, grazie a un roadbook difficile che forse non trovi nemmeno al mondiale.
Voto complessivo: 10 e lode.
Organizzazione impeccabile con 3 meccanici, medico al seguito e tanta professionalità.
E poi 30 compagni di avventura con cui ci rivedremo nei rally. Al Bottu Training anche diversi piloti ufficiali (compreso il Team Aprilia), intenti a preparare gli ultimi dettagli in vista soprattutto della Africa Eco Race.
E oggi, ultimo giorno? Ci siamo sparati una tappa da 300 km, con due speciali da 120 e 32 km. La prima lenta e faticosa, con tante dune (vedi la sabbia che mi spara in faccia Bottu nel video), la seconda inizialmente crossistica e poi tutta in riva al mare.
Beh, caro Alessandro, come pilota sei un talento e già lo sapevamo.
Ma anche come organizzatore non scherzi, bravo.
Un grazie speciale anche alla mia Fantic XEF 450 Rally. Sono stati 1.500 km duri, sabbia, pietre a non finire e tratti velocissimi. Ma ogni sera si è meritata una bella pacca sul codino: non è solo bella, lei nel deserto ci sguazza! Io un po’ meno.
Moto: Fantic XEF 450 Rally 2023 standard
Accessori: torretta factory
Gomme: Dunlop D908RR (una coppia)
Mousse: Dunlop rally (una coppia)
Tappe: 5 (concluse 5)
Chilometri percorsi: 1.509
Chilometri di prove speciali: 1.079
Cadute: 1
Inconvenienti: cruna catena piegata contro una pietra, pattino catena perso per usura
Ore motore in 5 giorni: > 22
Cambi olio: 1
Filtri aria: 1 con calza (pulito ogni giorno)
Velocità massima: 134 km/h a 11.300 giri/min
Litri d’acqua: > 4 al giorno
Datteri: tanti!
E' stata un'esperienza faticosa, dura. Ma sono le sfide più difficili quelle che ti restano nel cuore e che ti spingono a riprovarci. E io non vedo l'ora. Capito Bottu?
Foto @holeshot_studio e A.P.