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Sono qualifiche funestate dalla pioggia, quelle che sono partite il 18 agosto per il Manx GP sull'Isola di Man: di fatto non si sono ancora potuti ricavare - in molti casi - dati significativi per i piloti che affrontano, spesso in più categorie, la road race d'agosto che si corre sullo stesso tracciato del Tourist Trophy. Ecco cosa è accaduto fino ad oggi, e qualche aggiornamento da parte dei nostri Stefano Bonetti e Maurizio Bottalico (nell'attesa di riuscire a metterci in contatto con Andrea Majola, anche lui al Manx GP e protagonista della foto in apertura).
Come dicevamo in apertura, l'Isola di Man sta attraverso un periodo di tempo instabile e non congruente con il classico meteo di questo periodo dell'anno, ma in ogni caso il Clerck of the Course è inflessibile riguardo la sicurezza dei piloti: non si corre, nè si disputano le qualifiche con la pioggia, tantomeno se il circuito non mostra le adegute condizioni di sicurezza meteorologiche. Questo ha portato a continue interruzioni, rimandi e successive cancellazioni delle varie sessioni di qualifica (per tre giorni consecutivi). Anche oggi 21 agosto la prevista sessione non si è disputata (con relativo avviso nella serata di ieri che ammoniva il paddock ad assicurare saldamente tende e gazebo per evitare che i forti venti previsti da qui a giovedì facciano danni). Il maltempo è talmente violento che lo stesso traghetto Manxman (un colosso, quasi una nave da crociera) si è danneggiato nell'attracco al porto di Heysham e il Manannan ha avuto alcune corse cancellate, costringendo la Steam Packet Company a riesumare il Ben-My-Chree.
A parte i disagi per i piloti, c'è un'altra circostanza sensibile: il programma delle qualifiche e delle gare diverso nei tempi e nei giorni rispetto a quanto programmato ha spiazzato la disponibilità di Marshal (la maggior parte su base volontaria e sull'Isola a spese proprie) senza i quali le gare non possono avere luogo; il Clerck of the Course ha diramato un comunicato dove ringrazia i Marshal che si sono resi disponibili per le sessioni aggiuntive e sollecita altri a fare altrettanto. Anche questo è road racing. Le prime gare, comunque, dovrebbero partire sabato 24 secondo il programma emanato dal Manx GP, con il sabato - per adesso - di riposo.
Purtroppo la prima sessione di qualifica del 18 agosto ha registrato un tragico incidente nel quale ha perso la vita l'esperto pilota Louis O'Regan, 43 anni, in quel momento in sella alla sua MV Agusta. L'incidente è avvenuto a Kate's Cottage, alla fine del tratto montagnoso. Louis era nato in Irlanda ma viveva a Didcot, in Inghilterra, aveva debuttato la Manx GP nel 2013 arrivando 12° nella Newcomers Race A e nella Junior del 2019 aveva fatto registrare il suo miglior tempo personale sul giro a una velocità media di 114,7 miglia orarie.
Durante la stessa sessione la bandiera rossa ha sventolato anche per l'incidente di Jamie Williams: per lui ricovero ospedaliero per danni ad anca e spalla ma nessun pericolo di vita.
La perfetta forma fisica e mentale di ogni pilota è uno dei requisiti per poter partecipare a una gara estremamente sfidante come il Manx GP: questa è la ragione dei controlli antidoping casuali che vengono eseguiti sui piloti che, se vengono trovati positivi a determinate sostanze (che siano psicotrope o alcol), subiscono la squalifica immediata dalla gara per una inflessibile politica "zero tolerance".
Nella giornata di ieri è arrivato un comunicato da parte dell'Organizzazione del Manx GP dove si attestava la squalifica per un test "non negativo" sul pilota Alex Sinclair, formula che - è doveroso sottolineare - è diversa da "positivo" al drug test. Data la severità della sanzione (si rischiano due anni di squalifica da parte dell'ACU), la palla adesso passa all'Auto-Cycle Union, l'organo di governo nazionale dello sport motociclistico in Gran Bretagna con esclusione dell'Irlanda del Nord). Il pilota 35enne di Pontygwaith, nel Galles, è stato quindi escluso dall'evento con effetto immediato: concorrente del Manx GP dal 2012 dove ha collezionato tre podi, Sinclair avrebbe dovuto competere nelle gare Junior, Classic Junior e Classic Senior.
Non è esattamente una notizia di gara e riguarda più il Tourist Trophy che il Manx GP, tuttavia i due campioni si sono incontrati a Douglas (dove Michael è presente per correre nel Manx GP con una Ducati 916!) per un evento organizzato dal TT: è indubbio che i due sono - ciascuno nella propria specilità - delle leggende. Dunlop come il più grande di sempre al TT con 29 vittorie (ma una visiera non si fosse messa di traverso quest'anno avrebbe probabilmente fatto cifra tonda) superando il record dello zio Joey di 26 trionfi, mentre Cavendish - a luglio - ha battuto il record del grande ciclista belga Eddie Merckx ottenendo la 35esima vittoria di tappa del Tour de France diventando a 39 anni il ciclista più vincente di sempre. Accostamento forzato? Forse non troppo, sopratutto se pensiamo che l'Isola dove Dunlop ha raggiunto i suoi traguardi è anche il luogo di nascita e di crescita di Cavendish.
Girando poco o nulla, le impressioni e i tempi sono ancora quelli del primo giorno di qualifiche che - come detto prima - è stato peraltro interrotto da due bandiere rosse con relativa fine anticipata della sessione.
Andrea Majola ha subito messo in chiaro che nella Junior intende essere protagonista: il pilota VAS Paton ha girato a 112.928 miglia di media ed è, insieme a Maurizio Bottalico, uno dei favoriti per la gara.
Stefano Bonetti, nella Lightweight con la Kawasaki ZX-4RR ha girato a 107,983 mph, mentre il leader provvisorio è stato il rientrante Johnston, tornato sul Mountain Course per la prima volta dopo due anni e subito alla media di 114,181 miglia sulla sua Honda 250cc, superando Ian Lougher (113,882), Browne e Hall.
Abbiamo raggiunto Stefano al telefono: "Domenica nella Superbike (dove Bonetti è in gara con la magnifica Bimota YB4 E-I. R del Team Speed Shadows n.d.r.), a causa delle bandiere rosse, hanno finito il giro soltanto i primi venti". Con la Kawasaki ZX-4 RR è invece andata meglio, due giri completi effettutati: il primo "di rodaggio" dato che la moto aveva 100 km in tutto e Bonny l'aveva soltanto brevemente provata a Cervesina. La verdona, moto che esordisce in questa gara, piace a Bonetti: "la moto va bene, però col 400 devi abituarti a non mollare mai, altrimenti diventa quasi difficile: devi pelare il gas nelle curve, ogni volta che molli perdi due secondi!", talmente bene che il pilota di Castro ha ottenuto il 2° tempo delle 400 e il settimo assoluto della categoria Lightweight/Ultralighweight che corrono nella stessa gara ma con classifiche e premiazioni separate.
"Con la Bimota nell'unico giro lanciato eravamo attorno al 13esimo/14esimo tempo", la misurazione è stata fatta dai parziali, poi le prove sono state interrotte, ma sembra che la YB4 vada ancora meglio che l'anno scorso "stavo girando sul 19'12" come l'anno scorso ma quella volta era con partenza da fermo. Il motore va che è una bomba e di ciclistica siamo messi bene".
E' ancora presto per fare pronostici ma Stefano attende che anche Nathan Harrison scenda in campo nella Lightweight (con una fantastica Honda RVF 400) per capire meglio le forze in campo: "finchè (Nathan) non gira... vediamo domani". Tra gli avversari da tenere d'occhio Bonny mette Yaerdsley, ma anche Maurizio Bottalico.
Rispetto alle 400 4 cilindri youngtimer degli anni '90 preparate, la tua Kawa come si pone? Va più forte o più piano? "Sinceramente pensavo andasse più forte. Ne ho presi un paio ma li ho sorpassati in scia, non li ho sverniciati". Il punto merita un'approfondimento: "Le 400 più veloci sono la mia e quella di Bottalico con 138/139 miglia di velocità massima, ma Yaerdsley (con la Kawa youngtimer n.d.r.) ha fatto 135: 3 miglia in meno, non 15! Le nostre moto sono originali, hanno soltanto lo scarico e la centralina, invece quelle lì sono bombardatissime, super preparate: sono anni che ci corrono; ovviamente, se la prepari la nostra ZX-4 RR va di più". Il confronto con la 250 2T da GP è invece impietoso: "hanno un bel margine: hanno 10 cavalli in più e 15 kg in meno. I primi sono inarrivabili" ma Stefano dice che se preparasse come si deve la sua Kawasaki, se la protrebbe giocare. Che spettacolo!
Raggiungo Maurizio Bottalico mentre è sul suo furgone e fa un giro - sotto la pioggia - del tracciato, a prove cancellate. "Abbiamo provato soltanto domenica nella Senior al primo giro hanno dato bandiera rossa. Io mi sono femato al Bungalow e poi la sessione è stata interrotta". Maurizio partecipa con una Kawasaki del Team Dafabet alla Junior (con la quale al termine del primo giro di qualifica ha fatto segnare il secondo tempo), una ZX-4RR del Team Svalvolati/MCR alla Lightweight, due moto che - al contrario di quella che usa nella Senior - per lui sono totalmente nuove e con le quali ha mosso i primi chilometri soltanto sull'Isola. "Con la 400 non è c'è molto da fare: una volta che l'hai sistemata e indovinato il rapporto finale... su una strada del genere devi soltanto cercare di indovinare il rapporto ma poi stai quasi sempre aperto!".
Confesso a Bottalico che dopo le prestazioni dell'anno scorso (podio nella Junior) su di lui c'è una certa attesa ma giustamente lui non può ancora fare bilanci: "abbiamo girato veramente poco. Sono contento perché nonostante due delle tre moto con le quali corro sono per me nuove, sto lì. Speriamo che domani ci facciano fare la doppia sessione di qualifica. Considera che fino ad adesso su tutti gli iscritti della Senior soltanto uno ha chiuso un giro...".
Foto: Manx GP