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Questa volta non ce l'ha fatta. Marco Aurelio non è riuscito a tagliare il traguardo su una ruota, la sua classica firma con cui chiude tutte le gare più prestigiose. Ma non per scelta, ma perché impennare senza sella è dura. Forse più che riuscire a compiere metà dell'ultimo giro del percorso Olimpico di Mountain bike senza quella sella che gli avrebbe dato il supporto necessario in salita e in curva. Un guasto meccanico lo ha privato proprio nella parte finale della gara della possibilità di correre per l'oro e l'argento, assegnati rispettivamente al Ceco Kulhavy e allo svizzero Schurter. Ma Fontana con forza, determinazione e coraggio, non ha mollato e ha chiuso la gara con soli 4 secondi di vantaggio sul quarto arrivato, lo spagnolo Hermida.
Troppa era la sua grinta. Questa era la sua Olimpiade e Marco Aurelio lo sapeva bene. Fin dall'inizio della competizione non ha mai mollato di un metro il gruppo di testa che spesso ha anche condotto in testa. Un'ora e mezza col cuore sempre oltre le 180 pulsazioni. Salite, discese, tecnica, coraggio, forza.
Il "nostro" ciclista, tanto appassionato di moto, ha deciso questa volta di lasciarci senza parole. E nel momento più duro, senza la sella, invece di crollare ha resistito e ci ha fatto esultare tagliando terzo assoluto il traguardo.
Grazie Marco!