Massimo Clarke. Il centro tecnico della Petronas Lubricants

Massimo Clarke. Il centro tecnico della Petronas Lubricants
Lo sviluppo e la produzione degli oli per motori di altissime prestazioni. Il centro tecnico Petronas Lubricants di Villastellone studia e realizza i lubrificanti destinati non solo al settore automotive | Massimo Clarke
17 gennaio 2011


Individuare e mettere a punto la formulazione ottimale di un nuovo olio destinato a motori di elevata potenza specifica comporta la disponibilità di attrezzature sofisticate e di un grande know-how specifico, più un lungo lavoro di ricerca e sviluppo.
Il centro tecnico di Villastellone della Petronas Lubricants studia e realizza i lubrificanti, destinati non solo al settore automotive ma anche a quello industriale e alle macchine agricole e per cava e cantiere, per tutte le strutture produttive del grande gruppo malese (per il quale sviluppa anche altri fluidi come liquidi per sistemi di raffreddamento e liquidi dei freni). Si tratta di un autentico riconoscimento di eccellenza per i tecnici italiani che vi lavorano e che da anni sono all’avanguardia in questo campo estremamente specialistico.

Un nuovo olio inizia la sua storia nei laboratori di ricerca ove, una volta individuate le esigenze specifiche, ovvero il target da raggiungere in termini di prestazioni del prodotto, si passa a una prima formulazione. Lunghe ed accurate prove, effettuate con l’ausilio di apparecchiature ultramoderne e di strumentazioni estremamente evolute, forniscono indicazioni che consentono di modificarla, lavorando sia sul tipo di prodotti che compongono il pacchetto degli additivi che sulla loro quantità. 

Le sostanze chimiche presenti vengono individuate utilizzando questo cromatografo in fase liquida
Le sostanze chimiche presenti vengono individuate utilizzando questo cromatografo in fase liquida
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Anche differenze molto piccole contano. Tra i punti da tenere in considerazione vi sono l’eventuale possibilità di “interferenza” tra due o più prodotti diversi e il fatto che per la maggior parte degli additivi vi è una quantità ottimale (al di sopra e al di sotto della quale l’effetto dell’additivo stesso diminuisce). Accurate prove tribologiche consentono di valutare il comportamento dell’olio in condizioni di lubrificazione limite e di selezionare le soluzioni più vantaggiose.

Strumentazioni specifiche rilevano con la massima precisione la viscosità a caldo e a freddo, il flash point, la curva di evaporazione e le altre caratteristiche. Le misurazioni vengono effettuate tanto sull’olio nuovo quanto su quello che è già stato usato, in condizioni controllate sia a livello di modalità che a livello di durata; in questo secondo caso si rilevano anche il tipo a la quantità di sostanze presenti, i metalli derivanti da usura (rilevati in parti per milione!) e la “riserva basica” per neutralizzare i prodotti acidi.

Le prove e lo sviluppo

Prima di arrivare alla formulazione definitiva, il nuovo olio viene sottoposto a esaurienti e impegnative prove sui motori di vario tipo, che vengono fatti funzionare al banco in condizioni accuratamente controllate. Al termine di ogni ciclo di prova l’olio usato viene analizzato in laboratorio mentre gli organi meccanici sono esaminati e misurati con una precisione estrema, in modo da rilevare eventuali variazioni dimensionali, anche se di modestissima entità. I componenti vengono inoltre pesati, al fine di verificare se vi è stata una anche minima asportazione di materiale, e in quale misura ha avuto luogo. Si possono così rilevare eventuali usure o anomalie, verificatesi in condizioni estreme, e si possono prendere le appropriate contromisure, modificando come opportuno la formulazione dell’olio. Oltre alle prove al banco strumentato, nelle apposite celle, se ne effettuano anche altre, con il motore montato nel veicolo, sia su strada che sul banco a rulli, debitamente attrezzato (per le auto, si impiega anche un simulatore di guida).

 
La palazzina direzionale della Petronas Lubricants di Villastellone
La palazzina direzionale della Petronas Lubricants di Villastellone

Nel caso della Petronas Lubricants risulta di particolare importanza, quando si sviluppa un nuovo prodotto, l’esperienza accumulata lavorando nel motorismo agonistico ai massimi livelli, ovvero sui prodotti destinati alle vetture di Formula Uno e alle MotoGP. Per quanto riguarda gli oli per moto di alte prestazioni, il legame col racing è particolarmente stretto.
Naturalmente occorre ricordare che, per poter essere messo in commercio, un olio deve rientrare in una determinata categoria prestazionale, stabilita da appositi enti internazionali (API, ACEA, JASO) o da alcuni costruttori di veicoli, superando i severi test previsti nei vari casi, che vengono eseguiti con modalità rigorosamente definite e scrupolosamente controllate.

La produzione

Una volta stabilita la formulazione definitiva e superate tutte le prove previste, un olio può essere messo in produzione. La struttura della Petronas Lubricants spicca anche in questo caso per modernità ed efficienza.
Le materie prime, ovvero l’olio base e i vari additivi, si incontrano e si mescolano nella parte sommitale della torre di miscelazione. Quella dello stabilimento di Villastellone è alta 35 metri e contiene otto blenders (serbatoi di miscelazione) con capacità che vanno da 15 a cinque tonnellate, più due più piccoli per le produzioni particolari. L’operazione ha luogo a caldo, cosa che migliora la miscibilità e la solubilità, in condizioni strettamente controllate.

I vari additivi arrivano al grande serbatoio, ove incontrano la base, attraverso tubazioni individuali. In ognuna passa un solo prodotto, il che elimina ogni rischio di contaminazioni, e quindi di allontanamenti anche minimi dalla formulazione prevista. Le tubazioni e i serbatoi che le alimentano sono contrassegnati da sigle, il significato delle quali è noto solo ai responsabili dello stabilimento e dell’ufficio tecnico. Questo dà un’idea della segretezza che circonda la composizione esatta di ogni olio. La quantità di ciascun additivo è accuratamente dosata, in modo totalmente automatico.
Lo Spectroil consente di rilevare rapidamente e con grande precisione le particelle metalliche dovute all'usura degli organi meccanici
Lo Spectroil consente di rilevare rapidamente e con grande precisione le particelle metalliche dovute all'usura degli organi meccanici


Dalla torre di miscelazione si passa al reparto ove ha luogo l’immissione del lubrificante finito nei contenitori, di vari tipi e dimensioni, che a loro volta andranno poi al magazzino di stoccaggio. Pure in questo caso le varie operazioni sono automatizzate e le tubazioni sono dedicate: una per ogni tipo di olio che viene prodotto, onde evitare anche il minimo rischio di contaminazioni, e quindi di scostamenti dalla composizione corretta. Accurati controlli consentono di accertare, come ultima misura di sicurezza, che la formulazione sia quella prevista per ogni tipo di lubrificante della gamma.
Un sofisticato sistema di marcatura permette di risalire da ogni contenitore al lotto di partenza, ovvero di rintracciare le materie prime impiegate per produrre l’olio in esso contenuto, e di conoscere perfino la data di produzione.