Massimo Clarke: "Fermarsi rapidamente"

Massimo Clarke: "Fermarsi rapidamente"
Ulteriori osservazioni sui freni, suggeriteci da alcuni interessanti commenti da parte dei lettori. E non finisce qui, perché su questo argomento torneremo ancora… | M. Clarke
1 agosto 2013


Dei freni si parla spesso
, tra gli appassionati, e non di rado sorgono interrogativi di notevole interesse, relativi agli interventi di manutenzione (come e quando effettuarli?) e ai criteri in base ai quali scegliere le parti da sostituire, se sono usurate o se si cercano caratteristiche funzionali differenti. Si tratta, è ovvio, delle pastiglie e del liquido idraulico, ai quali si aggiungono, meno frequentemente, i dischi.

Una domanda che viene posta piuttosto spesso riguarda proprio la frequenza di sostituzione del liquido dei freni, che col tempo subisce inevitabilmente un degrado, data la sua forte igroscopicità. Non c’è niente da fare, lentamente assorbe umidità dall’aria, anche se il circuito è a perfetta tenuta! Questa contaminazione del liquido determina una sempre più spiccata tendenza a formare bolle gassose (di vapore acqueo) durante il funzionamento del freno. Le conseguenze possono essere anche molto serie. In genere a caldo si ha un progressivo aumento della corsa della leva del freno, che ha un comportamento “spugnoso” quando viene azionata; tutto torna alla normalità in seguito al raffreddamento, ma non appena la temperatura sale il guaio si ripresenta. Nei casi più seri si può arrivare a una grave perdita di efficienza del freno, nell’impiego severo, con la leva che arriva a toccare la manopola.

Prestare sempre attenzione alle diciture sul serbatoio
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I costruttori di moto e di impianti frenanti consigliano generalmente di sostituire il fluido dei freni ogni anno o ogni due anni. Esistono però degli strumenti, semplici e poco costosi, che forniscono indicazioni affidabili in merito alla quantità di acqua presente nel liquido idraulico. Grazie a questi pratici tester chiunque può sapere in pochi attimi se il fluido deve essere sostituito. Il loro impiego è fortemente raccomandabile.
Occorre sottolineare che è sufficiente una percentuale molto ridotta di acqua per causare un sensibile scadimento delle prestazioni che il fluido è in grado di fornire. Passando da zero (completa assenza d’acqua) al 2%, la temperatura di ebollizione di un DOT 4 scende di oltre 50 °C, e per un DOT 3 la diminuzione è ancora maggiore. Una presenza di acqua dell’ordine del 3% significa che il liquido deve essere cambiato senza indugio. Una eventuale colorazione scura del liquido non vuol dire che esso debba necessariamente venire sostituito. In genere è la pigmentazione della gomma sintetica con la quale esso è a contatto a determinarla, senza causare uno scadimento della funzionalità.


Per quanto riguarda le pastiglie, solo quelle organiche possono vetrificarsi. La causa in genere è da ricercare in un rodaggio non corretto, durante il quale i cicli termici di riscaldamento e raffreddamento necessari per stabilizzare la mescola non hanno avuto luogo in maniera corretta. Nel caso delle pastiglie sinterizzate, un rodaggio non eseguito con le giuste modalità può invece determinare la cristallizzazione del materiale. Si tratta comunque di una eventualità abbastanza remota; il rodaggio è assai più critico per le pastiglie organiche!


Le pastiglie studiate per un impiego stradale hanno caratteristiche diverse da quelle destinate alle moto da pista. Il campo di temperature nel quale forniscono il miglior grip è quello tipico dell’utilizzo normale in città e su strade aperte. Il coefficiente di attrito è elevato anche a freddo e rimane assai alto fino a 350 °C. Dopo però peggiora. In pista i freni subiscono un forte riscaldamento (specialmente nelle staccate più vigorose) e quindi le mescole delle pastiglie destinate a questo tipo di impiego sono studiate per avere un coefficiente d’attrito ancora più elevato, in un range di temperature spostato più in alto. Le pastiglie racing funzionano ottimamente anche a più di 450 °C; a freddo e alle basse temperature però sono meno efficienti. Al contrario, se impiegate in pista in maniera molto intensa, le pastiglie road, destinate a normale uso stradale, possono arrivare al fading, ovvero ad accusare un drastico scadimento della efficienza frenante, a causa della temperatura per loro troppo elevata.

Le pastiglie vanno scelte in base al tipo di impiego previsto per la moto
Le pastiglie vanno scelte in base al tipo di impiego previsto per la moto


Il segreto per ottenere sempre il meglio dai propri freni è semplice: basta scegliere le pastiglie con la mescola più adatta al tipo di impiego al quale è destinata la moto. Non esiste infatti una mescola assolutamente universale, in grado di fornire le migliori prestazioni su qualunque tipo di moto e in qualunque condizione di utilizzo! Le pastiglie ideali per un uso in pista non sono le più indicate per l’impiego stradale di tutti i giorni, e viceversa. Per questa ragione esistono diverse mescole, ognuna delle quali è stata studiata per fornire i migliori risultati in uno specifico tipo di utilizzazione. Vengono così prodotte pastiglie racing, road, off road e scooter. E, nell’ambito di ciascuna categoria, ai fini della funzionalità non ha poi tanta importanza che la mescola sia organica o sinterizzata. Naturalmente, si deve trattare di prodotti di buona marca, il che costituisce anche una garanzia di elevata qualità.


Certo, pure tra le pastiglie destinate a uguale tipo di impiego ci possono essere delle differenze in termini di durata, di bite iniziale, etc… E qui, per quanto riguarda la scelta, possono entrare in gioco anche i gusti del pilota. Non è però corretto affermare che le sinterizzate “soffrono” l’acqua più delle organiche o che ci mettono più tempo per entrare in temperatura (questo, purché le pastiglie in oggetto siano della stessa categoria, ad esempio entrambe racing o entrambe road). Per quanto riguarda, infine, il fatto che in alcuni casi il produttore indichi di non montare le sinterizzate su pinze in origine dotate di pastiglie organiche, probabilmente si tratta di una forma di precauzione; le pastiglie sinterizzate comportano temperature di lavoro leggermente più elevate e gli elementi di tenuta potrebbero non essere perfettamente adeguati. Sulle pinze Brembo, però, questo non accade e si possono montare indifferentemente pastiglie di entrambi i tipi.

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