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La grande raffinatezza delle odierne sospensioni per moto permette, agendo sugli appositi registri, di intervenire sul loro comportamento, modificandolo in modo da soddisfare le esigenze più disparate e anche in base ai gusti personali dei piloti. Oltre al precarico delle molle, si può regolare l’azione idraulica, ovvero lo smorzamento, tanto in compressione quanto in estensione.
Come noto, la funzione ammortizzante serve a frenare il movimento. Quando la sospensione viene compressa essa controlla la velocità con la quale ha luogo l’affondamento, mentre in fase di ritorno modula l’estensione della sospensione stessa, smorzando l’azione della molla in modo da impedire anche eventuali rimbalzi o oscillazioni. Logico quindi che questa azione ammortizzante debba essere opportunamente accordata con quella molleggiante.
Per fare un esempio di semplicità quasi banale, è evidente che se si dota la forcella di molle più rigide, contemporaneamente occorre intervenire sulla frenatura idraulica in estensione, aumentandola, per evitare un troppo rapido ritorno della sospensione (ciò potrebbe infatti causare seri problemi in alcune condizioni di impiego). Quasi certamente si renderà necessaria anche una diminuzione dello smorzamento in compressione. Già la molla è piuttosto “dura” e se ad essa si aggiunge una forte azione frenante da parte dell’idraulica si può arrivare facilmente a una situazione nella quale la forcella affonda troppo lentamente e non riesce più a “copiare” a dovere le asperità dell’asfalto. Inutile dire che questo peggiora anche il confort.
Poter regolare il grado di smorzamento fornito dall’idraulica è di importanza fondamentale. Una insufficiente frenatura in compressione determina un affondamento troppo rapido e ciò influenza negativamente la guida; inoltre, se per contrastare questa azione si aumenta il precarico, la sospensione lavorerà male sulle piccole irregolarità. D’altro canto, con una eccessiva frenatura in compressione la sospensione affonda lentamente e non è in grado di copiare bene il profilo del fondo stradale, se esso presenta ondulazioni e asperità.
Una insufficiente frenatura idraulica in estensione fa peggiorare la stabilità della moto e può essere causa di ondeggiamenti in velocità e imprecisioni nella guida
Una insufficiente frenatura idraulica in estensione fa peggiorare la stabilità della moto e può essere causa di ondeggiamenti in velocità e imprecisioni nella guida. Una frenatura eccessiva (sempre in estensione) determina un ritorno troppo lento della sospensione alla posizione di partenza. Le conseguenze possono essere una notevole difficoltà da parte della ruota a seguire l’andamento dell’asfalto (la sospensione non fa in tempo a tornare che già la moto incontra un’altra asperità) e talvolta veri e propri saltellamenti.
Queste sono considerazioni generiche, che vanno approfondite considerando separatamente la sospensione anteriore e quella posteriore. Tra i parametri da prendere in considerazione, in aggiunta ad altri come quelli che riguardano la geometria della ciclistica, vi è pure il peso di chi è in sella. È anche per questo motivo, oltre che per lo stile di guida e i gusti personali, che le regolazioni che un pilota ritiene ideali possono essere sensibilmente diverse da quelle ottimali per un altro.
Durante l’impiego la moto è soggetta a trasferimenti di carico e a variazioni di assetto di entità considerevole; in staccata l’avantreno si abbassa e quindi diminuiscono tanto l’avancorsa quanto l’inclinazione dell’asse di sterzo, oltre all’interasse. Successivamente, quando cessa il rallentamento, la forcella torna a estendersi (e deve farlo con una adeguata velocità, ossia con un movimento che non deve essere troppo brusco né troppo lento) e questo determina un nuovo cambiamento dell’assetto. Pure quando si apre il gas con decisione avviene qualcosa del genere, ma “al contrario”; a comprimersi è infatti la sospensione posteriore.
Nella messa a punto delle sospensioni non si deve tenere presente solo il comportamento in frenata e in accelerazione con la moto verticale, ma anche (anzi, soprattutto) quello che accade quando essa è inclinata. Oggi in effetti si frena dentro le curve, e di questo occorre tenere debito conto. Pure l’accelerazione in uscita generalmente ha inizio quando la moto è ancora piegata. Questo contribuisce a rendere ancora più complessa e impegnativa l’individuazione della messa a punto ottimale, che i piloti devono effettuare circuito per circuito. In loro aiuto viene fortunatamente la telemetria, che consente agli specialisti delle sospensioni di conoscere con precisione come si comporta la moto in ogni punto della pista.
La presenza di registri che consentono di modificare la frenatura idraulica della forcella e dell’ammortizzatore sia in compressione che in estensione è un grande punto di forza delle moderne sospensioni e si rivela fondamentale per ottenere le regolazioni ideali.
In fase di messa a punto generalmente conviene iniziare, dopo che alle molle è stato impartito il corretto precarico, con la frenatura in estensione, effettuando una prima regolazione partendo da quella standard della casa. Dopo essere stata compressa, la forcella deve tornare alla posizione di partenza con adeguata rapidità, ma senza poi oscillare. Idealmente dovrebbe superare tale posizione solo leggermente e quindi tornare ad accorciarsi un poco per raggiungerla, fermandosi lì. Per l’ammortizzatore viene talvolta consigliato di misurare il tempo che esso impiega per tornare dalla massima compressione alla posizione di partenza. In questo caso come valore ideale di riferimento si parla di un secondo o appena più.
In seguito si passa alla frenatura in compressione, regolandola in modo opportuno. Indicativamente, deve essere vigorosa ma non eccessiva e la sospensione, compressa a fondo, deve avvicinarsi al fine corsa, mantenendosi però a una certa distanza di sicurezza. La messa a punto procede con una serie di prove su strada (sempre sullo stesso percorso) o in pista, effettuando ogni volta una sola variazione delle regolazioni, tanto in compressione quanto in estensione, fino ad ottenere il risultato complessivamente più soddisfacente. Inutile dire che occorrono tempo, una buona sensibilità e una congrua esperienza.