Massimo Clarke: “La Horex VR6 1200 cc”

Massimo Clarke: “La Horex VR6 1200 cc”
E' stata finalmente presentata a Colonia ed è possibile descriverla con precisione. La Horex VR6 di 1200 cc progettata da Clemens Neese, una moto ricca di soluzioni tecniche inconsuete e di notevole interesse | Massimo Clarke
20 ottobre 2010


La Horex è stata una delle più importanti Case motociclistiche tedesche, più che per volume produttivo, per il livello tecnico delle sue realizzazioni. Nata nel 1923 a Bad Homburg, vicino a Francoforte, inizialmente ha impiegato motori Columbus, ma in seguito è passata a motori progettati e costruiti internamente. Negli anni Trenta ha prodotto delle monocilindriche di ottima fattura, con cilindrate comprese tra 250 e 600 cm3, quasi tutte con distribuzione ad aste bilancieri. Famosi sono rimasti i bicilindrici paralleli di 600 e 800 cm3 con distribuzione monoalbero del 1932 – 1935.

Dopo il secondo conflitto mondiale la Horex ha ripreso l’attività con una moto derivata direttamente dalla SB 35 d’anteguerra: la monocilindrica Regina di 350 cm3, una monocilindrica ad aste e bilancieri robustissima e in grado di fornire ottime prestazioni. Nel 1952 ne venivano costruite 1700 al mese ed era la 350 più venduta in Germania. Celebre, e a lungo rimpianta, è stata la bicilindrica Imperator 400, pure essa progettata da Hermann Reeb, una moto stupenda, con distribuzione monoalbero, che era sicuramente in anticipo rispetto ai tempi. È stata commercializzata dal 1954 al 1959, quando la Casa aveva già cessato l’attività in campo motociclistico da alcuni mesi.

 

Horex VR6 HR 6
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 Il motore della nuova Horex 1200 non è soltanto il primo V6 realizzato in campo motociclistico per essere prodotto in serie, ma ha anche una architettura assolutamente particolare; si tratta infatti di un V stretto (soli 15°), con i cilindri “alloggiati” in un unico blocco. Questa soluzione costruttiva ha consentito di realizzare un motore che è più stretto dei quadricilindrici in linea di eguale cilindrata e che ha una lunghezza complessivamente analoga. Addirittura inusitata è l’adozione di tre alberi a camme in testa. Per quanto riguarda le tre valvole per cilindro, non si può dire che si tratti di una soluzione consueta. I condotti di aspirazione sono verticali, mentre quelli di scarico terminano tutti e sei sul lato anteriore della testa.

Un’altra caratteristica che rende questo motore assolutamente unico nell’attuale panorama motociclistico mondiale è l’impiego di un compressore azionato meccanicamente. Si potrebbe pensare a un volumetrico, ma quello montato sull’esemplare esposto a Colonia era un compressore centrifugo Rotrex di fabbricazione danese, innovativo in particolare per quanto riguarda il sistema di comando (che prevede un giunto idraulico e un gruppo epicicloidale munito di ruote di frizione), in grado di assicurare una variazione automatica del rapporto di trasmissione del moto.
Questo motore ha un alesaggio di 68 mm e una corsa di 55 mm. Per quanto riguarda le prestazioni, per la versione sovralimentata (che si va ad aggiungere a una aspirata, meno potente) si parla di oltre 200 cavalli.

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