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Sotto processo c'è la società Foodinho, controllata da Glovo, alla quale sono state contestate violazioni della privacy ai danni dei dipendenti. In particolare è l'algoritmo utilizzato per gestire ordini e turni a ledere i diritti dei rider. Glovo dovrà pagare allora una maxi multa da 2,6 milioni di euro.
I dipendenti non erano adeguatamente informati sul funzionamento del software che "non assicurava garanzie sull’esattezza - si legge nella nota del Garante - e la correttezza dei risultati dei sistemi algoritmici utilizzati per la valutazione dei rider. Non garantiva nemmeno procedure per tutelare il diritto di ottenere l’intervento umano, esprimere la propria opinione e contestare le decisioni adottate mediante l’utilizzo degli algoritmi in questione, compresa l’esclusione di una parte dei rider dalle occasioni di lavoro".
La multa, decisamente salata, è stata calcolata tenendo conto della "limitata collaborazione" della società durante l'istruttoria. Inoltre il numero di dipendenti coinvolti è molto alto, circa 19mila. Ora Foodinho ha 60 giorni di tempo per avviare le misure necessarie per correggere le violazioni e altri 90 giorni per correggere praticamente gli algoritmi. Il software dovrà tutelare la privacy e la libertà dei rider. Inoltre dovrà verificare il corretto funzionamento di tutti i sistemi utilizzati (chat, email e telefonate intercorse tra i rider e il customer care, geolocalizzazione ogni 15 secondi e visualizzazione su mappa del percorso, tempi di consegna stimati ed effettivi, dettagli sulla gestione dell'ordine in corso e di quelli già effettuati, feedback di clienti e partner, livello della batteria rimanente del dispositivo).
Si vuole eradicare l'attuale sistema che in pratica penalizza i rider che non accettano entro 30 secondi la chiamata o che la rifiutano. In questi casi vengono assegnati punteggi peggiori che si traducono in un minor numero di chiamate.