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Melvin Schott, 94, of Highland Beach, Fla., formerly of Brooklyn and Millburn, died Aug. 14, 2019.
Melvin Schott fu Irving, nato nel 1925, è morto qualche giorno addietro dopo una vita passata tra la sua Schott NYC ereditata dal padre e dallo zio, i suoi giubbotti “Perfecto”, ribattezzati volgarmente "chiodo", e le sue passioni per le moto, gli aerei e chissà cos'altro.
Siamo nei primi anni del 1900. Irving Schott ha un'azienda, la Schott NYC che produce vestiti e una passione per i sigari. I migliori, quelli che ama di più si chiamano Perfecto. Al buon Irving, Dio l'abbia in gloria, viene in mente che non esistono giubbotti specifici per motociclisti.
La roba di derivazione aeronautica o, peggio, quella in lana, non soddisfa né i requisiti di robustezza né quelli di vestibilità propri del motociclista, così ne concepisce uno tutto suo. Forse, ripeto: forse, ispirato dalla giacca indossata dal Barone Rosso, Irving realizza un giubbotto dalle maniche più lunghe, doppio petto per non far passare il vento, una cintura per non farlo svolazzare e le clip per tenere fermo il colletto durante la corsa: lo chiama come i suoi sigari preferiti e siamo nel 1928, si dice.
Si dice pure che sia in pelle di bufalo, ma non ci giureremmo. Melvin è già nato, ma è ancora troppo piccolo per mettere in naso in azienda, lo farà quando sarà il momento prendendo il testimone dal padre.
Sembra comunque che già nel 1931 Marlene Dietrich indossasse un Perfecto nelle riprese di un film, ma la vera moda che trascina il giubbotto dei biker all'interno dell'immaginario collettivo, lo associa alla ribellione giovanile e ne fa un capo di abbigliamento che travalica i confini del mondo delle motociclette, nasce con il film Il Selvaggio del 1953 dove Marlon Brando indossa uno Schott Perfecto mentre a capo del Black Rebel Motorcycle Club fugge dalla sorte a bordo della sua Triumph Thunderbird 6T, creando anche una contrapposizione di stile con la banda rivale, i Beatles, che invece non lo indossa.
Era già una scelta consapevole, certo motivata da ragioni commerciali, quella di associare ad un indumento un personaggio famoso perché maledetto (o anche il contrario).
Nel 1955 James Dean muore, ma un mese dopo l'uscita di Gioventù Bruciata: le poche foto di James a cavallo di una moto mentre indossa il suo Perfecto e fuma, fanno effetto. Sconvolgono, ci dicono che quel giubbotto nato per le moto è già patrimonio dei ribelli, dei dannati, degli anticonformisti e, sembra, venga pure vietato in alcuni college americani.
Tanto per chiudere il cerchio, il Perfecto manca invece in Easy Rider dove Billy e Wyatt a cavallo delle loro Harley cercano il mito americano della libertà, ma lì l'atmosfera è totalmente diversa da quella di Gioventù bruciata (a proposito: l'attore inizialmente designato dalla produzione per la parte che fu di James Dean era proprio Marlon Brando) e il modello usato da Peter Fonda non è il Perfecto ma un giubbotto sempre della Schott ma Cafe Racer Style.
Dall'altra parte dell'oceano, invece, all'Ace Cafè di Londra, non sei nessuno senza il “chiodo”, la brutta traduzione legata ai chiodi a piramide spesso inseriti nelle spalline o nella cintura.
Aggressivo? Certo, ma è perché il Perfecto ha fatto un'ulteriore migrazione di campo: dal cinema - con il conturbante contributo di Olivia Newton-John in Grease e di Elvis con la sua leggenda - è passato alla musica prima Punk e poi Metal.
Dalle Triumph ai Marshall, alla fine si resta sempre in Inghilterra ma anche negli Stati Uniti il chiodo tiene alta la popolarità quando viene indossato da Bruce Springsteen sulla copertina di Born to Run e diventa così un working class hero.
Si dice che Sid Vicious si sia fatto seppellire con il suo chiodo, lo stesso che avrebbe indossato durante il presunto omicidio della fidanzata; i Ramones e Lemmy ne fanno un'icona, i primi Iron Maiden di Live at The Hammersmith si fanno ritrarre con il Perfecto e da lì in poi il giubbotto di pelle inizialmente nato per i motociclisti diventa il contenitore di tutti i “no!” che i giovani urlano contro chi vuole farli crescere troppo velocemente o troppo radicalmente.
Il chiodo diventa un oggetto imitato e riprodotto, l'abbigliamento per motociclisti allarga gli orizzonti con materiali e tagli diversi, espandendo le proprie caratteristiche di sicurezza oltre quelle del Perfecto che però resta un indumento indispensabile per mettere a fuoco un periodo e uno stato d'essere. Solo che il periodo è passato, lo stato d'essere a volte ritorna anche nei quarantenni e nei cinquantenni.
Melvin Schott è morto a 94 anni, ha fatto in tempo a vedere un tremendo chiodo rosso sulle spalle di Michael Jackson, e lì penso si sia fatto una grassa risata, e il suo Perfecto rivalutato come capo fashion e indossato come un'icona senza tempo, senza più i limiti e i contesti che Irving e Melvin gli avevano costruito intorno.