Mercato Moto 2012: le differenze tra Italia e Germania

Mercato Moto 2012: le differenze tra Italia e Germania
Mentre il nostro mercato delle due ruote vive il peggior momento della sua storia recente, in Germania la situazione permette di parlare di ripresa. Quali le maggiori differenze tra noi e loro?
24 gennaio 2013

Punti chiave

Che i tedeschi stiano vivendo la crisi in maniera diversa da noi crediamo sia ormai fatto assodato. Senza voler indagare sui fattori determinanti la diversa situazione generale è invece interessante prendere spunto dai risultati di vendita 2012 pubblicati da Motorrad (la maggior rivista di settore in Germania) per confrontarli con quelli di Moto.it al fine di capire un po’ meglio in cosa e quanto differisca la situazione tedesca dalla nostra a livello di mercato motociclistico.


Due mercati diversi


Iniziamo con un po’ di considerazioni generali: i due mercati sono difficilmente paragonabili in termini di numeri nudi e crudi. Oltre a una popolazione più elevata (circa 60 milioni quella italiana, attorno agli 83 quella tedesca), il mercato è sostanzialmente diverso in termini di cosa si vende da noi e cosa da loro. Quasi del tutto privo di minime cilindrate, e con un volume irrisorio di scooter rapportato al totale del

Il mercato teutonico è sempre stato in gran parte composto dalle stereotipali turistiche, maxienduro e sportive ma anche da moto “intelligenti”

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mercato delle due ruote, il mercato teutonico è sempre stato in gran parte composto dalle stereotipali turistiche, maxienduro e sportive (magari su cui montare un manubrio largo) ma anche da moto “intelligenti” che vengono utilizzate tanto per l’uso diportistico che per la mobilità urbana – insomma, al posto degli scooter. Prova ne sia il fatto che le statistiche tedesche prendono in considerazione il venduto sopra i 125cc senza differenziare fra moto e scooter. Un mercato molto diverso rispetto al nostro che invece ha premiato, e mai come oggi premia, le moto più prestigiose. La spiegazione è abbastanza semplice: nonostante un clima ben più propizio rispetto a quello tedesco all’uso della moto 365 giorni l’anno, l’italiano medio (passateci il luogo comune) ha una percezione diversa della moto, spesso assimilabile a quello della seconda automobile.


La moto si usa d’estate e solo per farci il giro, magari al mare o a sfregare saponette. D’inverno e per i tragitti quotidiani c’è l’automobile. O lo scooter, che in molte famiglie italiane ha preso il posto della seconda auto con innegabili vantaggi legati ai costi di mantenimento e alla praticità d'uso nelle nostre città. Ecco come mai proposte semplici ed intelligenti – vedansi le medie o maxi semicarenate, con spiccate attitudini di versatilità – sul mercato italiano si sono spesso rivelate flop pazzeschi e, viceversa, siano state in più annate premiate su quello tedesco. Non crediamo ci sia bisogno di fare esempi.


Vincono gli stessi


A fronte di numeri paragonabili a fatica, possiamo però basarci su una considerazione piuttosto semplice per dare una misura del volume mantenuto dal mercato tedesco rispetto a quello italiano: il venduto nel 2012 fa segnare una crescita del 2,5% nel segmento sopra i 125cc a fronte di un dato generale dello 0,5%. In Italia si parla di un crollo del 20% del mercato rispetto al già negativo 2011.


Vale però la pena di sottolineare come, pur con una diversa ripartizione sui singoli modelli, le case che fanno segnare le prestazioni migliori sono sostanzialmente le stesse tanto in Italia quanto in Germania: sul territorio tedesco nel 2012 sono BMW, KTM, Honda, Ducati, Harley-Davidson, Triumph e Kawasaki a far registrare una crescita, in certi casi addirittura a due cifre. Qui da noi possiamo parlare di tenuta ma la sostanza non cambia: le Case che hanno voluto (o potuto) aggiornare la propria gamma sono state premiate.

BMW S1000RR
BMW S1000RR


E’ interessante anche notare come i segmenti che tirano di più siano sostanzialmente gli stessi. Best seller, tanto qui da noi che in Germania, sono le enduro turistiche con un’infiltrazione di naked anche se là la prima delle sportive (manco a dirlo la BMW S1000RR) si piazza al quinto posto dietro a BMW F800R, BMW F800GS, Kawasaki ER-6N e la best seller R1200GS. Esatto: su entrambi i mercati la R1200GS è la moto più venduta. Tanto per dare un ulteriore spunto di riflessione, però, in Germania il 2012 l’ammiraglia della casa di Monaco è stata venduta in 6.641 esemplari, mentre da noi si è fermata a 2.232 – un terzo. Anche aggiungendo il numero di Adventure (1.218), il totale si ferma a 3.450 – poco più della metà.


Il doppio o quasi


La proporzione è simile per molti modelli (la F800R e GS), e il discorso non cambia se a prescindere dal marchio si passa a considerare la prima sportiva in classifica: la S1000RR in Germania doppia la Ducati Panigale qui da noi. A prescindere però da considerazioni sui singoli modelli, che come vedevamo in apertura sono fortemente influenzati da troppi fattori per essere significativi in termini più generali, vale la pena di ribadire come abbiano recitato la parte del leone le case che hanno presentato novità vere, non semplici restyling, magari con sostanziali e sostanziose innovazioni tecnologiche. Almeno in questo siamo simili ai tedeschi.


Questo crollo delle vendite ha dato avvisaglie visibili, a dire il vero, già prima della crisi finanziaria globale principalmente a causa di un disamoramento del pubblico verso mezzi un po’ troppo specialistici e onerosi, o di costi di gestione comunque in netta crescita. Il che ci porta a pensare che, pur nella speranza che l’economia germanica possa tirare anche noi facendo ripartire come da loro anche il mercato delle due ruote, sono necessari interventi non legati solamente al riportare un po’ di soldi nelle tasche del pubblico.


Sarebbe ora che chi di dovere facesse qualche riflessione, alla luce di quanto avviene in Germania, su quanto possa valere effettivamente il mercato della moto in Italia – appurato che adesso i numeri siano troppo bassi, sicuri che non fossero drogati quelli precedenti? – ma anche su quali siano i driver che spingono all’acquisto di una moto, quindi su come agire per ridargli vigore. Ma soprattutto, su come sdoganare culturalmente un mezzo troppo spesso ingiustamente colpevolizzato e ghettizzato per miopia di pubblico e istituzioni. Basterà porsi una domanda. Crediamo che (anche) in Germania il motociclista sia a seconda dell’interlocutore un pollo da spennare o un pericoloso pirata? O magari invece là viene visto come un utente della strada a pari dignità a cui magari riconoscere il merito di contribuire a risolvere problematiche di traffico e inquinamento?

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