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"Cuban Harlistas", Harleysti cubani: un ossimoro solo apparente, che in questo caso si accoppia al noto marchio tedesco Metzeler. Marchio peraltro legato a doppio filo con il mondo delle custom, ove è leader con i suoi celebri ME880, utilizzatissimi nell'ambiente. Una diffusione davvero notevole, in particolare proprio negli States, grazie anche alle numerose fiere e ai tanti eventi cui Metzeler partecipa o addirittura organizza, ai concorsi patrocinati dai più importanti "custom builder" americani e, perché no, all'utilizzo sulle costosissime special appartenenti a varie celebrità del mondo del cinema e della musica rock.
Quello del custom, si sa, è un mondo che parla americano, è la che si creano le tendenze che poi approderanno qui in Europa, e che per la maggior parte gravitano appunto attorno all'affascinante mondo di Harley-Davidson. Motocicletta e Harley-Davidson: due simboli più forti di qualunque divisione o idea politica, due filosofie di vita che hanno portato alla nascita della "Art of motorcycle maintenance in Cuba", raccontata in un bel film-documentario di 55 minuti diretto da Guido Giansoldati, proiettato in anteprima a Como per la stampa, gli appassionati Harley e, naturalmente, l' "HOG (Harley Owners Group) - Milano Chapter".
Metzeler non è solamente un brand che si identifica con le celeberrime V-Twin americane, ma ha anche attivamente aiutato il Mocla (il club di moto classiche cubano) donando a ciascuno dei suoi membri un set di pneumatici, merce davvero rara e preziosa a Cuba, dove il noto embargo del 1962 da parte del governo americano ha reso irreperibile ogni tipo di ricambio.
Cornice della serata non solo la bellezza del sito scelto per la proiezione del film, ovvero un hangar per idrovolanti sul lungolago di Como, ma anche le immagini realizzate dal famoso fotografo americano Michael Lichter, che ha documentato per Metzeler questa donazione di pneumatici necessari a far si che le vecchie Harley possano continuare a far sentire le loro vocione per le strade ed i siti più caratteristici della più grande isola caraibica, usati come set fotografico.
Al ritmo della musica cubana, il documentario di Giansoldati ci racconta dunque la passione di questi innamorati del V2 di Milwaukee, che fanno capo a Luis Enrique. "La vita è stata davvero difficile, in molti momenti della nostra storia" racconta Enrique "e la mia fida Harley-Davidson mi ha portato attraverso tutto questo e a cosa sono oggi. Siamo davvero felicissimi per questo dono ricevuto da Metzeler, una cosa così non era mai accaduta a Cuba. Ci consideriamo fortunatissimi per questo".
Considerando l'età di questi preziosi veicoli, Metzeler ha scelto pneumatici per cerchi da 15", 16" e 18" del suo modello ME880, disponibile in 75 diverse misure.
"Metzeler ha una storia di oltre 115 anni dedicati alle due ruote, e gruppi come il Mocla, con questo loro intenso impegno a preservare con maestria la motocicletta, rappresentano il migliore esempio di ciò che che noi chiamiamo esperienza" spiega Francesco Pietrangeli, direttore marketing del marchio tedesco del Gruppo Pirelli. I membri del Mocla, tra cui un ruolo pionieristico va riconosciuto a "Pepe Milésima", sono diventati infatti espertissimi nello sfruttare ogni pezzo disponibile per le riparazioni, sviluppando quello che è stato denominati "metodo di conservazione cubana" in modo da preservare al meglio le componenti originali dei loro amatissimi veicoli.
Il documentario e la galleria di foto sul mitico gruppo saranno presentati alla fiera di Sturgis (South Dakota), durante concorso Metzeler annuale di V-Twin Custom organizzato quest'anno il 4 agosto. Durante la manifestazione avrà luogo inoltre, presso il leggendario Buffalo Chip, la mostra "Motorcycle as art" di Michael Lichter. Ulteriori informazioni su questa iniziativa sono reperibili sul sito www.metzelermoto.com/mocla, mentre sul sito www.cubanharlistas.com è possibile anche acquistare un DVD del film. Per saperne invece di più sul lavoro di Michael Lichter: www.lichterphoto.com.
Un po' di storia
Secondo il Registro Nazionale dei veicoli, a Cuba esistono circa 150 Harley-Davidson d'epoca, di cui un'ottantina tutt'ora funzionanti. Luis Breto fu il primo importatore di Harley nell'isola, nel 1920 a Santiago de Cuba, trasferendosi successivamente all'Avana al 314 di calle San Làzaro. In quegli anni, l'allora presidente Gerardo Machado decise che le Harley-Davidson sarebbero diventate le moto ufficiali della polizia. Al trionfo della rivoluzione castrista, nel gennaio del 1959, e nei primi anni successivi, circolavano per l'isola un migliaio di Harley-Davidson, tra quelle di proprietà dei giovani di buona famiglia e quelle usate dall'esercito e dalla polizia.
Nel 1962 gli Stati Uniti d'America decretarono il "bloque", l'embargo economico ancora oggi in vigore, che chiaramente comprendeva qualunque cosa arrivasse dagli Stati Uniti. Nel contempo, il Governo cubano iniziò a considerare le Harley-Davidson come simbolo dell'imperialismo americano, decretando così l'inizio di una lunga ed inevitabile agonia per le mitiche motociclette. Qualche anno dopo, José Lorenzo Cortés, soprannominato Pepe Milésima per la millimetrica precisione che poneva nel suo lavoro, iniziò a restaurare e rimettere in circolazione quelle splendide moto. Il suo esempio fu seguito da altri appassionati che, direttamente o tramite passaparola, fecero tesoro dei suoi insegnamenti. Fu così che dal 1991, a un anno dalla scomparsa di Pepe, ogni terza domenica di giugno tutti gli "harlistas" dell'isola si ritrovano al Colon, il cimitero monumentale dell'Avana, per rendere omaggio a Pepe, nella celebrazione nota come il "Dia del Motorisla Ausente" (II giorno del motociclista assente). Nel 1992 fu fondato il club Mocla, per fornire aiuto ai propri membri, scambiare informazioni e pezzi di ricambio, organizzare incontri per scorazzare insieme sulle incantevoli e accidentate strade dell'isola. Tra le varie attività del club, hanno però trovato posto anche alcune importanti iniziative nel sociale, come le giornate dedicate a portare svago ai bambini ricoverati in ospedale. Oggi questo incredibile "museo viaggiante" sta diventando un ulteriore elemento di attrazione turistica. Infatti i suoi membri organizzano tour dell'isola per harleysti provenienti da tutto il mondo, che portano lì le loro moto oppure utilizzano quelle messe a disposizione dal club stesso: un'emozione davvero più unica che rara.
Il film
L'opersa di Giansoldati si apre proprio con le immagini del "Dia del Motorista Ausente", nel cimitero monumentale dell'Avana, dove, in un'atmosfera da suspense, vediamo il roboante ingresso di un corteo di splendide Harley degli anni 40' e'50. L'immancabile omaggio degli "harlistas" dell'isola alla memoria di Pepe Milésima questa volta consiste in una scultura realizzata con pezzi di vecchie moto. Mentre tutti i motociclisti presenti fanno rombare i loro motori aizzati da Luis Enrique, il film si sofferma sui volti di alcuni di loro e da lì, in flash-back, ce li fa conoscere. Nove bikers, tra cui due donne, ci raccontano com'è nata la loro passione per queste moto, e ci parlano delle incredibili difficoltà che hanno avuto e che continuano ad affrontare per poterle usare. Vediamo ad esempio Leoni, di Trinidad, e la sua splendida Flathead gialla del '48. Il suo nome per intero è Leonida, perché naque proprio mentre l'allora Presidente dell'URSS Leonida Breznev, era in visita sull'isola. Leoni ci racconta come tutti i risparmi della sua attività di istruttore subacqueo siano serviti nel corso di lunghi anni a coronare il suo sogno di poter scorazzare sulle strade con una di quelle vecchie moto.
Poi c'è Adriana, che di professione è l'avvocato, e ogni volta che le è possibile va in giro con gli amici in sella alla sua Harley 750 rosa e fucsia. Adriana ci racconta delle donne, dei motori, del machismo sull'isola e di come sia possibile uscire dagli stereotlpi.
Scopriamo Sobrino, un vero mago della meccanica, per anni allievo di Pepe Milésima, che se ne va in giro su un trike - ovviamente motorizzato Harley - perché molto più sicuro nel caso in cui ci scappi qualche bicchiere di rhum di troppo. Sobrino ci mostra anche come ha dovuto intervenire per adattare nel tempo i cerchioni ale dimensioni degli pneumatici, ovvero restringendoli o riallargandoli a seconda del bisogno. Una vera pazzia, possibile solo quando talento e la necessità si uniscono ad una passione smisurata. Passione che ha addirittura portato Sobrino a rinunciare a trasferirsi negli Stati Uniti con sua moglie e le sue figlie, per accudire alle sue amate motociclette.
E così via, entriamo nella vita degli altri sei personaggi scelti tra questa cinquantina di motociclisti che stanno rendendo omaggio alla memoria di chi diede vita a quello che ormai è un vero e proprio museo vivente delle Harley-Davidson. Colui che, alla fine del film, quando tutti i suoi seguaci sono tornati a casa, come una vera leggenda vediamo correre in sella alla sua moto sul magico lungomare dell'Avana, alla luce del tramonto.
Il regista
Guido Giansoldati, filmaker, svolge la sua attività nel settore pubblicitario realizzando spot, documentari e videoclip. Dopo aver realizzato numerosi cortometraggi presentati e premiati nei festival italiani ed internazionali, nel 2002 realizza a Cuba Malabana il suo primo lungometraggio, prodotto da GLV e da BoIa Productions, che al New York International Film and Video Festival vince il premio come "Miglior film straniero" e "Miglior fotografia" e viene invitato, primo film diretto da un italiano, al Los Angeles Latino International Film Festival. Dopo una buona accoglienza nelle sale cinematografiche in Spagna (con la Sherlock Films) e negli Stati Uniti (con la 21st. Century), nella sua versione in DVD (distribuita da Venivision) diventa una delle black- comedy in lingua spagnola di maggior successo soprattutto in America Latina.