Michele Caletti, Milestone: "Il campionato MotoGP che diventa virtuale? Possibile..."

Michele Caletti, Milestone: "Il campionato MotoGP che diventa virtuale? Possibile..."
Abbiamo intervistato il producer di MotoGP19, il videogame sul quale Un domenica si sfideranno alcuni dei più agguerriti piloti ufficiali della MotoGP. Se ci fossero i presupposti non sarebbe complicato organizzare un intero campionato virtuale
28 marzo 2020

Con il rinvio del GP di Jerez causa pandemia si rinforza il dubbio che il campionato mondiale di velocità possa disputarsi con la stessa formula che conosciamo da decenni. Tra gare spostate, cancellate (o rinviate senza indicare una data) e proposte di accorpamento con la SBK, la situazione è fluida e il panorama incerto: da una parte Dorna cerca di fare il massimo anche per permettere ai team e agli sponsor di avere un minimo di ritorno mediatico, dall'altra i piloti chiusi in casa esattamente come noi scalpitano: non vedono l'ora di iniziare le ostilità, sono al top della preparazione (beh... quasi tutti) e mordono il freno in una forzata immobilità.

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Alcuni di loro sono dei player incalliti, divoratori di videogames che,m a dispetto di post sui social dove comunicano infinite capacità di resilienza, soffrono la mancanza di adrenalina; con il supporto di Dorna, hanno deciso che se non possono andare in circuito, sarà il circuito ad andare da loro: #StayAtHomeGp è l'evento previsto per domenica 29 marzo dove Marc e Alex Marquez, Maverick Viñales, Aleix Espargaro, Alex Rins, Joan Mir, Fabio Quartararo, Iker Lecuona, Miguel Oliveira e Francesco Bagnaia si sfideranno online al videogame MotoGP19 in una gara virtuale di sei giri al Mugello: per tutti noi sarà possibile vedere lo show su motogp.com, esport.motogp.com, YouTube, Twitter, Instagram e Facebook.

Se siete amanti dei videogame, lo sapete: il simulatore di Milestone è veramente coinvolgente sia che lo si giochi in modalità iperealistica che introducendo tutti gli aiuti possibili per non cadere e, in ogni caso, una sfida è una sfida e i piloti non accettano di perdere nemmeno a briscola, figurarsi in una battaglia virtuale in pista.

La nostra curiosità è quella di capire se - ed eventualmente come - sia possibile supplire in modalità "virtuale" ad una malaugurata cancellazione dell'intero campionato mondiale e per questo abbiamo raggiunto Michele Caletti di Milestone, producer della casa italiana produttrice di MotoGP19, per chiarirci le idee su un paio di aspetti. Michele è ovviamente a casa sua e lavora alla prossima uscita di MotoGP20 atteso il 23 aprile.

Un'iniziativa partita da Dorna

Michele, come nasce l'accordo per far disputare ai piloti dei team ufficiali MotoGP una gara virtuale? "A livello piloti gestisce tutto Dorna, l'iniziativa è partita da loro, noi ne siamo felicissimi sia per il gioco sia perché così abbiamo almeno una gara da vedere... ma - aggiunge - già da qualche anno, lavorando con Dorna mettiamo a disposizione per queste gare una build (una versione, ndr) di MotoGP19 leggermente differente e più avanzata, disponibile generalmente solo per le fasi finali del campionato eSport, quelle che vedono la partecipazione dal vivo dei partecipanti e che vengono trasmesse in televisione; proprio grazie al travaso di tecnologia dal sistema eSport a quella disponibile al pubblico abbiamo la possibilità di far organizzare a Dorna delle partite con sessioni chiuse, fare moderazione durante la gara (penalità, ecc.) avere spectator, gestire una regia: tutte queste funzionalità speciali danno la possibilità di fare un lavoro sopra la media e anche io sono curioso del risultato".

Michele Caletti - Milestone
Michele Caletti - Milestone

Un campionato per piloti veri

Ma è possibile immaginare un intero campionato in modalità virtuale? "Sì, è possibile fare un intero campionato e dato che molti piloti sono anche dei player sappiamo che sarebbero contenti, ma è più una questione di disponibilità e di organizzazione".

Mi chiedo se le moto virtuali con le quali i piloti si affronteranno domenica rispecchieranno quelle reali o saranno livellate, se ci saranno aiuti elettronici... e poi, alcuni piloti non sono totalmente avvezzi ai controller e il risultato potrebbe essere sbilanciato: "Dipende da cosa vuoi ottenere nella gara. Puoi correre con le moto a performance reali, per esempio: la Ducati ha più cavalli della Yamaha, oppure puoi forzare un parametro di prestazioni livellate.

Se vuoi tirare fuori il pilota, la moto diventa solo una skin, oppure, se vuoi, puoi fare una cosa iperrealistica scegliendo di correre a performance reali (comunque, la gara sarà effettuata con le prestazioni delle moto tutte allo stesso livello, non ci saranno differenze di potenza ndr).

Per evitare le differenze di esperienza tra i piloti, in MotoGP 19 ci sono molti aiuti che sostengono i meno abili e compattano il gruppo. Come hanno fatto in F1 pochi giorni fa, che hanno corso con il livello simulativo minimo" perché la difficoltà più grande, sottolinea Michele " è la staccata, ma se metti il TC un po' alto e la difficoltà media di fisica, puoi entrare in curva pinzato e gran parte dei problemi scompaiono".

uno screenshot di MotoGp20
uno screenshot di MotoGp20

I limiti del controller

Il livello di divertimento e di sfida passa dalla capacità di usare bene il controller: come è possibile rendere ancora più realistico e più simulativo il controller per avvicinarci sempre di più alla realtà e rispecchiare le peculiarità di ogni pilota, per esempio la grande agilità di Marc Marquez o la lucida gestione della gara da parte di Dovizioso?

"Basandosi su MotoGP19 c'è uno sviluppatore spagnolo in contatto sia con noi che con Dorna che sviluppa un simulatore hardware ma, specie in questo momento, la vedo dura... è un arnese di qualche tonnellata con sopra una moto con un telaio e una carena vera, e devi piegarla tu! Ha diverse regolazioni da semplificata a realistica dove piega più di 50 gradi e dopo un giro hai gambe e braccia rotte e il fiatone: costa 15.000 euro" non esattamente il prossimo regalo di Natale, quindi.. "a differenza del moto trainer (che, ricordiamo, non è un videogame ma un trainer, cosa molto diversa, ndr), il simulatore hardware si interfaccia in modo interattivo con il gioco e tutte le dinamiche di guida sono rappresentate in modo abbastanza fedele, con tutta la fatica del caso".

Qualcosa di più... gestibile? "Nel 2013 abbiamo fatto un esperimento con la Playstation 3, quando abbiamo ricominciato a fare MotoGP: in totale sordina Sony aveva realizzato un manubrio/volante da agganciare al Playstation Move: permetteva di avere un controller giroscopico e inclinando il manubrio la moto sterzava seguendo l'input; non solo, sulla manopola di destra c'era la manopola del gas ed era una cosa carina, ma è stata lanciata in sordina, molte persone non hanno mai saputo della sua esistenza e non ha avuto la diffusione che meritava. Quindi in teoria si può fare qualcosa per migliorare il controller ma tutto passa anche dalla disponibilità dell'utente e dalla penetrazione nel mercato".

Nemmeno a parlarne, poi di controller evoluti o simulatori hardware per l'altro vostro titolo dedicato al MotoCross, MXGP, pieno di salti, bumps, sconnessioni, atterraggi. "Lì rischia di diventare un vibromassaggio piuttosto violento... Questi simulatori sono anche molto complessi: riescono anche a riprodurre le derapate e anche meccanicamente sono oggetti molto complicati. Sono comunque ancora in fase prototipale".

Realtà virtuale?

Ma perché non il VR, allora (quel visore a 360 gradi che si applica come una maschera, ndr)? "Il VR è un argomento molto più complesso. Di solito si usa con casco in testa e due controller per mano. Il problema è che con la moto tu vorresti avere un oggetto fisico e ben solido, come una sella per esempio, e non qualcosa di etereo come due oggetti che si muovono a seconda di come ti sposti: sono paradigmi nati per giochi sparatutto, avventure... mal si adattano".

Inoltre bisognerebbe fare i conti con la possibile nausea dopo un utilizzo prolungato del VR. "Il discorso del motion sickness è molto soggettivo, io non ho problemi ma c'è gente che non riesce a tenere il casco il testa per 10 minuti: si può mitigare cercando di restringere il campo visivo ma nel caso di MotoGP sarebbe limitante".

Evoluzione della specie

In MotoGP 20 (che verrà rilasciato tra meno di un mese) avete introdotto un livello simulativo ancora di più raffinato: "la fisica in MotoGP20 (in modalità full sim cioè con la realisticità al massimo, ndr) è molto più complessa" precisa Michele,"la staccata adesso è molto più impegnativa: l'anno scorso se indovinavi il punto di staccata corretto e non esageravi da piegato tutto andava bene.

Quest'anno abbiamo tolto alcuni filtri posti tra il giocatore e la fisica sottostante fino al punto che se pinzi completamente da dritto rischi pure di fare un frontflip, e anche l'intelligenza artificiale ha dovuto imparare a gestire la maggiore realisticità della frenata: non è stato facile perché è una modifica molto approfondita. Abbiamo anche introdotto il consumo benzina, sia decidendo quanta benzina mettere in gara, sia col power mapping su 3 mappe.

L'AI ha dovuto imparare a capire come usare le mappe a seconda della situazione in gara e quanta benzina residua e, infine, le gomme: abbiamo introdotto tre zone della gomma,le due spalle e la sezione centrale. A seconda della pista il consumo potrebbe essere fortemente asimmetrico e anche qui il sistema neurale ha dovuto imparare come gestirlo".

Avvicinare alla realtà la simulazione e contemporaneamente fare in modo che il gioco resti gestibile e appassionante è una sfida: dove prendete i dati per ricostruire i comportamenti delle moto (potenza, dinamica) e dei pneumatici (grip, consumo)? "Essendo in contatto con Dorna e andando in pista nei Gran Premi abbiamo avuto molte occasioni di sederci con i tecnici per degli scambi informali che comunque portano ad informazioni di prima mano, anche soltanto per farci indicare se la nostra scelta era quella giusta. Non abbiamo telemetrie particolari o precisi dati costruttivi delle gomma, per fare un esempio, ma a seconda dei casi abbiamo avuto nel corso del tempo modo di discutere se la la direzione da noi intrapresa fosse quella corretta o no".

Chi vincerà domenica?

Torniamo per un attimo alla staccata che voi indicate come il punto più delicato della guida in MotoGP20: auspichereste dei controller più sensibili per gestire meglio questa fase? "Ognuno acquisisce il proprio automatismo e ci si abitua facilmente, ma in ogni caso noi non diamo al giocatore un gioco superealistico ma ingiocabile. Se ti metti in full sim e vuoi provare a vedere com'è questo livello di complessità, vedrai che è assolutamente alla portata di tutti". Per il futuro "guardiamo con interesse alla prossima generazione di console (Natale 2020, ma ormai da rivedere, ndr) in cui Sony, per esempio, ha promesso che i grilletti avranno una resistenza variabile. Lì sarà interessante sperimentare, perché più che un problema di corsa del pulsante è un problema di sensibilità alla pressione".

Domenica sta per arrivare: chi vedi sul podio nella prima gara virtuale "ufficiale" di MotoGP19? "So che Bagnaia è un giocatore, (lo sappiamo anche noi... ndr) azzardo anche Vinales e Quartararo. Vinales diciamo che so che ha provato il gioco ed è stato... combattivo..."

Il nostro podio? Nell'ordine Bagnaia, Viñales... e un outsider: Marc Marquez. Che ne dite?

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