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I motociclisti sport-touring, sempre più numerosi in Italia e da sempre numerosissimi nel resto dell’Europa, possono contare su un nuovo compagno di avventure, firmato Michelin. Si chiama Road 5, ed è ovviamente pensato per macinare chilometri, anche se il secondo obiettivo di progetto è stato quello di proporre uno pneumatico con un ottimo grip, una buona direzionabilità e una tenuta sul bagnato che spaventasse gli avversari. Road 5 è il successore del noto Pilot Road 4, che in 4 anni è stato venduto in un milione e mezzo di pezzi. Prodotto apprezzato quindi, con una grande tenuta sul bagnato, ma che forse mostrava un po’ il fianco a livello di resa chilometrica.
Michelin ha lavorato molto in tal senso, così da lanciare sul mercato un successore più longevo, ma soprattutto che fosse in grado di possedere una maggior costanza di rendimento lungo tutto l’arco della sua vita. Test interni, realizzati confrontando Michelin Road 5 con i suoi principali concorrenti, hanno confermato che questo pneumatico fornisce il miglior grip sul bagnato con performance piuttosto inalterate lungo tutto il suo ciclo di vita.
A questa affermazione si è giunti dopo una serie di lunghi test sul circuito Micheln a Fontange (in Provenza), nell’ottobre 2017, con la presenza di un ufficiale giudiziario, confrontando Road 5 con i pneumatici concorrenti METZELER Roadtec 01, DUNLOP Road Smart 3, CONTINENTAL Road Attack 3, PIRELLI Angel GT e BRIDGESTONE T30 EVO, nelle misure 120/70 ZR17 e 180/55 ZR17 che equipaggiavano una Suzuki Bandit 1250. Ovviamente come si suol dire, “ogni scarrafone è bello a mamma sua”, e proprio per fugare ogni dubbio, anche noi abbiamo potuto saggiare con mano il prodotto grazie a un approfondito test di una giornata.
Dove siamo stati? Al circuito Monteblanco di La Palma del Condado, Siviglia, e poi, varcati i cancelli, sulle magnifiche strade che dall’autodromo si dipartono, arrampicandosi sulle montagne tutt’attorno. In un caso e nell’altro il ritmo è stato molto sostenuto, tanto che in pista le velocità di punta si sono spinte fino a oltre 230 km/h. Velocità e stress di gran lunga superiori a quelli di un normale impiego sport-touring, ma utili per saggiarne le doti, scovare qualche piccolissima pecca e apprezzarne le qualità.
Molti di voi si chiederanno come si svolge una presentazione stampa di uno pneumatico. Diciamo che non c’è un copione scritto, a parte il test del prodotto che a seconda della tipologia, enduro-touring-racing etc, viene sottoposto a una prova pratica dedicata. Road 5 però è stato presentato alla stampa internazionale con una giornata molto ricca di contenuti, brevi workshop, dimostrazioni, test, conferenze. La pista è servita a mostrarne le doti sportive e di tenuta sul bagnato. La strada, per evidenziarne l’ottimo grip e la buona direzionabilità. La nostra giornata è iniziata quindi con una prima parte svoltasi in circuito.
Il buongiorno è stato dato con un workshop sulle performance del prodotto sul bagnato, mescole di gomma impiegate e “lamelle evolutive” ovvero sulla combinazione di lamelle e alveoli (tecnologia chiamata MICHELIN XST Evo) che permettono di aumentare la capacità di drenaggio e rottura del film d’acqua. In buona sostanza è stato spiegato come con l’aumentare dell’usura, queste lamelle evolutive rivelino intagli più larghi che portano ad un aumento dell’intaglio del battistrada, al fine di preservarne la capacità di evacuare l’acqua. Ci spieghiamo meglio: gli intagli solitamente hanno una sezione regolare a C o U, mentre grazie alla tecnologia Michelin è stato possibile stampare degli pneumatici con intagli dalle sezioni a “sottosquadra”: man mano che il battistrada si consuma, scopre intagli con una sezione sempre maggiore. Idea geniale e possibile solo con una tecnologia costruttiva dedicata e molto complessa nell’ ideazione-progettazione, ma semplice nella sua realizzazione finale.
Due le novità introdotte da Michelin sulla Road 5: la carcassa ACT+ (Active Casing Technology) a rigidezza differenziata (meno rigidezza in centro, più rigidezza sulle spalle grazie all’aggiunta di una tela supplementare) e la mescola che al posteriore viene generata con la tecnologia 2CT + in cui la mescola “dura” centrale s’infila sotto la “morbida” sulle spalle, per evitare quanto più possibile discontinuità: dobbiamo però dire, per dovere di cronaca, che dopo una giornata di utilizzo intenso il passaggio da una mescola all'altra non è stato tanto avvertito nella guida, ma visivamente risultava marcato.
Esteticamente il Road 5 ha lamelle più corte del Pilot Road 4 e un rapporto vuoto-pieno (12%) che resta consistente, ma distribuito in maniera differente rispetto al predecessore: la parte centrale del nuovo posteriore è quasi priva di intagli, numerosi e profondi negli angoli (10-35°) utilizzati in caso di guida sul bagnato e con la spalla praticamente slick.
Questo grande passo avanti ha permesso di migliorare notevolmente le prestazioni sul bagnato del Road 5 rispetto al Pilot Road 4. Tanto è vero che i risultati dei test interni a Michelin hanno rivelano che dopo 5.000 km di percorrenza il Road 5 frena sul bagnato come un Pilot Road 4 nuovo. Il nostro test con pista bagnata si è svolto con l’utilizzo di due moto: Triumph Street Triple e Yamaha MT-10. I giri percorsi non sono stati molti, ma grazie agli esercizi da effettuare come frenata 120-50 km/h con ABS, frenata con scarto ostacolo e alla presenza di curve lente a gomito come di curvoni piuttosto veloci, possiamo dire che il Road 5 ha un ottimo comportamento sul bagnato, soprattutto se montato su moto di piccola-media cilindrata. L’esuberanza della MT-10 infatti fa raggiungere presto il limite al prodotto. Limite che invece ha impressionato, in senso positivo, nel prosieguo del test sia su pista sia su strada. Su pista abbiamo testato il prodotto su Ducati Supersport 939 S e su BMW S 1000 XR. Come anticipato all’inizio, le velocità di punta (230-240 km/h), le staccate piuttosto impegnative, la percorrenza di curve veloci in seconda e terza marcia, le riprese brusche all’uscita di lenti tornantini, hanno sicuramente sottoposto il Road 5 a un carico di lavoro molto gravoso, impensabile da riprodurre nell’utilizzo medio, per il quale è stato pensato e progettato.
Nonostante questo, abbiamo potuto apprezzarne la sincerità di comportamento, il buon grip, una più che discreta maneggevolezza. Le staccate più violente hanno messo in evidenza una carcassa piuttosto morbida che, complice anche il movimento generato dagli intagli, innesca una certa rotazione sull’asse perpendicolare. Ottima la tenuta con il massimo angolo di piega, grazie anche alla scelta di interrompere gli intagli sulla spalla e di utilizzare un bi-mescola (MICHELIN 2CT Technology e MICHELIN 2CT+ Technology), così da godere di un grip paragonabile a quello di uno slick. Voto dieci, nel comportamento su strada. Questo prodotto sposta ancora più in alto l’asticella delle performance dei prodotti sport-touring. Il test si è svolto con un fornitissimo parco moto: Aprilia Tuono, Kawasaki Z1000 SX, Honda CB650 F, Yamaha MT-07, KTM 1290 Super Duke GT, Kawasaki Z1000, Triumph Speed Triple etc.
Nella conduzione del Road 5 si rimane positivamente colpiti di come sia sia alzato il livello e la performance dei pneumatici Touring, permettendo una guida davvero sportiva e “spinta”. Siamo un po’ scettici sull’usura promessa sulla carta: non pensiamo ci si trovi davanti a un prodotto che possa percorrere serenamente più di 15.000 chilometri.
Il nuovo pneumatico Michelin Road 5, disponibile in 11 dimensioni di cui 4 per la versione Trail, è già in commercio.
Sono stati utilizzati
Casco Suomy Sr Sport Brave
Giubbotto Icon
Pantaloni Icon
Scarpe TCX
Stivali Alpinestars Supertech R