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Quando sono stati presentati - ormai più di un anno fa - i nuovi Road 6, l'ultima generazione di pneumatici Sport Touring di Michelin, abbiamo subito lasciato che la mente corresse nella stessa direzione nella quale crediamo abbia corso anche la vostra, ponendoci la fatidica domanda: “okay, ma cosa cambia rispetto alle Road5 nel comportamento dinamico?”
Nelle dichiarazioni della Casa cambia molto e quindi abbiamo pensato di capirne di più facendo il più classico dei confronti back-to-back: stessa moto, stesso percorso, nelle stesse condizioni di clima e di meteo, stesso pilota e... vinca la migliore!
Costruire una gomma Sport Touring è forse più complicato che realizzarne una molto più specialistica: immaginate di avere una sola freccia al vostro arco e di dover farla passare attraverso più asole una affiancata all'altra, è un po' quanto accade a un Costruttore che con la stessa gomma deve soddisfare le esigenze di moto di segmenti diametralmente opposti tra loro, con misure posteriori e anteriori molto varie, su moto dalle prestazioni elevatissime e spesso con masse importanti e, non ultimo, le gomme devono risultare performanti sia nell'uso divertente che quando la moto vuole macinare chilometri. Senza trascurare il bagnato, ovviamente.
La parola “Road” in casa Michelin parla di una stirpe di pneumatici con alle spalle una storia più che ventennale e i nuovi arrivati propongono un miglioramento sostanziale rispetto al Road 5 - che non esce dal listino ma che viene affiancato e, se leggerete fino in fondo l'articolo, capirete il probabile perché.
Partiamo immediatamente dal dire che l'obiettivo dei tecnici francesi con le Road 6 è stato quello di aumentare sia prestazioni che durata rispetto alle Road 5, parliamo di un +15% nell'aderenza sul bagnato e un aumento del 10% della resa chilometrica. Sembrerebbe un'antinomia, tuttavia il progresso è proprio questo: spostare più in alto l'asticella e allungare quella coperta che siamo abituati a immaginare sempre corta.
Per arrivare a questi risultati la Casa francese ha dotato i Road 6 di un nuovo design del rapporto pieni/vuoti ottimizzato, pari al 14% e costante anche in curva, cui si aggiunge la tecnologia Water EverGrip studiata per dare una maggiore fiducia sui fondi bagnati grazie al disegno delle lamelle presenti sul battistrada, che si allarga via via che l'usura dello pneumatico fa il proprio corso, ma c'è anche un diverso design delle lamelle, con estremità allungate per tagliare il film d'acqua.
Sul piano dei materiali, Michelin ha dotato i Road 6 di una mescola con silice al 100% allo scopo di avere una tenuta perfetta a freddo e su strade umide e bagnate, il tutto con la tecnologia 2CT+ a due mescole per ottenere più grip in piega e più durata.
Ma non è tutto, si è intervenuti anche sulla struttura della gomma: sono nuovi i fianchi (dotati di un disegno estetico chiamato Premium Touch Design), studiati per garantire flessibilità e comfort ottimale rimanendo stabile alle alte velocità e si fa inoltre uso della Aramid Shield technology, la carcassa ad alta densità più rigida, alla ricerca di feedback, maneggevolezza e stabilità.
Le Michelin Road 6 sono già disponibili, la loro gamma comprende sei misure anteriori e otto posteriori cui si affianca la Road 6 GT dedicata alle moto con una massa più elevata e l'offerta viene completata con le misure dedicate alle maxi enduro con cerchio anteriore da 19 pollici:
MICHELIN ROAD 6
– 110/70 ZR 17 M/C 54W ROAD 6 FRONT TL
– 120/60 ZR 17 M/C (55W) ROAD 6 FRONT TL
– 120/70 ZR 17 M/C (58W) ROAD 6 FRONT TL
– 120/70 ZR 18 M/C (59W) ROAD 6 FRONT TL
– 110/80 ZR 19 M/C (59W) ROAD 6 FRONT TL
– 120/70 ZR 19 M/C (60W) ROAD 6 FRONT TL
– 140/70 ZR 17 M/C 66W ROAD 6 REAR TL
– 150/60 ZR 17 M/C 66W ROAD 6 REAR TL
– 150/70 ZR 17 M/C (69W) ROAD 6 REAR TL
– 160/60 ZR 17 M/C (69W) ROAD 6 REAR TL
– 170/60 ZR 17 M/C (72W) ROAD 6 REAR TL
– 180/55 ZR 17 M/C (73W) ROAD 6 REAR TL
– 190/50 ZR 17 M/C (73W) ROAD 6 REAR TL
– 190/55 ZR 17 M/C (75W) ROAD 6 REAR TL
MICHELIN ROAD 6 GT
– 120/70 ZR 17 M/C (58W) ROAD 6 GT FRONT TL
– 180/55 ZR 17 M/C (73W) ROAD 6 GT REAR TL
– 190/50 ZR 17 M/C (73W) ROAD 6 GT REAR TL
– 190/55 ZR 17 M/C (75W) ROAD 6 GT REAR TL
Per comparare i Road 5 e i Road 6 abbiamo scelto tre scenari diversi: la strada, la pista e il bagnato.
Abbiamo alternato sui cerchi di una Honda CB1000R 2019 le due generazioni di gomme, sempre nella stessa giornata di utilizzo e alle medesime condizioni, con lo stesso pilota. Le misure sono quelle di serie per la naked giapponese: 120/70 ZR 17 e 190/55 ZR 17 e le pressioni quelle indicate da Honda.
Per quanto non sia l'ambiente elettivo di una gomma Sport Touring, una puntata tra i cordoli permette sempre di capire la tenuta alle sollecitazioni che soltanto la pista – per carichi, velocità, inclinazioni in curva e così via – riesce a imprimere. Abbiamo percorso sul Circuito della Valle dei Templi di Racalmuto 10 giri con le Road 5 e successivamente la stessa distanza con le Road 6 e già su questo terreno il confronto evolutivo tra le due gomme ha messo in luce differenze notevoli.
Se la 5 è una gomma che fa della manegevolezza un punto cardine del suo comportamento dinamico, con una grande velocità di discesa in piega e successivo rapido raddrizzamento dopo il punto di corda, la 6 è più omogenea e ancora più precisa: si avverte un deciso cambio di passo nella “filosofia” di approccio alla curva con un maggiore controllo nella velocità di inclinazione che viene individuata, aggiunta e mantenuta al livello desiderato con facilità. Non perde in manegevolezza, ma aggiunge una forte sensazione di stabilità che infonde parecchia fiducia ingresso di curva e che ritroviamo anche ad alta velocità e sulle sconnessioni del circuito affrontate a gas aperto dove il confronto con le 5 evidenzia uno step in avanti significativo in termini di capacità di smorzare gli effetti dei “bumps” o dei solchi dell'asfalto.
Di pari passo è cresciuta la confidenza in frenata, mentre in uscita di curva qualche manovra sconsiderata sul gas non è un problema: il grip sull'angolo è notevole e, mentre sulle 5 ogni tanto si accendeva la spia del Traction Control, sulla 6 l'intervento dei controlli elettronici è stato decisamente meno frequente.
Spicca la tenuta alle temperature intorno ai 30° di Racalmuto, senza cenni – ai nostri ritmi che non sono però quelli di una pilota di MotoGP – di cedimenti fino all'ultimo dei 10 giri consecutivi percorsi su ogni treno, sia per l'una che per l'altra gomma.
Una bella strada di montagna con curve di vario raggio, temperature miti e una guizzante naked con 145 cavalli da spremere. Condizioni pressoché ideali per mettere alla frusta le Road 5 e le Road 6 che abbiamo anche qui alternato sui cerchi a brevissima distanza di tempo e sul medesimo percorso stradale.
Dopo un warm-up di poche centinaia di metri, possiamo certamente confermare il comportamento visto in pista e la diversa personalità rispetto alle 5; se vogliamo, sulle statali è ancora più marcata la progressività nell'individuazione della traiettoria, la sensazione di stabilità e la prevedibilità della dinamica della moto che non si scompone nemmeno con correzioni in mezzo alla curva o sollecitazioni del freno anteriore. Buona la reattività e sicurissimo l'appoggio sui fianchi, dove anche “telegrafando” con il gas non si generano reazioni anomale e la moto continua a scorrere in piega sicura e rigorosa facendo avvertire l'armonia tra i due profili anteriore e posteriore.
Piace più che su pista la capacità di assorbimento di solchi e buche, un vero plus sulle nostre strade non sempre in condizioni ottimali, e se non volete vederlo come un incremento delle performance vedetelo come un aumento della sicurezza e del comfort di guida. Purtroppo – o per fortuna – il nostro test stradale si è concluso sotto la pioggia: non tantissima, ma quanto basta a rendere l'asfalto umido e insidioso e farci dire che anche nelle condizioni intermedie il contact feeling non viene meno (ma in questo caso non abbiamo potuto fare il confronto con le Road 5).
Con queste premesse, lo ammettiamo, ci siamo ritrovati al cancello del Wachauring con qualche ipotesi più o meno ragionata su cosa sarebbe accaduto sul bagnato. Il Wachauring è un circuito austriaco dove è possibile allagare il tracciato e provare in condizioni ripetibili e costanti il comportamento delle moto e delle gomme in "wet conditions", lo scenario ideale per il 15% di grip in più sul bagnato dichiarato da Michelin.
Abbiamo iniziato con 10 giri gommati Road 5 e poi abbiamo proseguito con altri 10 giri sulle Road 6. Quello che ci premeva verificare era il feeling e la capacità di gestire situazioni di emergenza un po' al limite come l'ingresso in curva a freni tirati o il panic stop, situazioni dove l'evoluzione rappresentata dalle Road 6 si percepisce appieno. Non che le Road 5 siano poco a loro agio sull'acqua, ma il confronto con le 6 mette in mostra una capacità di restituire con fedeltà un limite di grip che sembra volersi spostare sempre più in là, sia in frenata che in percorrenza dove la sicurezza in piega garantita dalle 6 è certamente un deciso passo in avanti. Sembrerà un disco incantato ma anche qui la stabilità è la cifra distintiva delle 6 con le quali ci siamo trovati a guidare con più scioltezza e sicurezza derivata anche da un comportamento già sincero e prevedibile dopo pochissime curve.
Se ci avete seguito fino a qui avrete quindi capito cosa intendevamo all'inizio: le Road 5 restano gomme valide e con una precisa personalità dinamica, mentre le Road 6 hanno un carattere che punta sull'equilibrio tra rapidità d'azione e stabilità, capace di dare sicurezza e divertire in tanti contesti diversi, dalla strada, al bagnato e – perché no – fino a qualche giro di pista percorso senza velleità di battere i record ma soltanto per divertimento.
Le Michelin Road 6 sono una sostanziale evoluzione delle Road 5, dalle quali si staccano non soltanto per aver alzato l'asticella dei limiti ma anche per feeling e approccio alla guida: più rapide nel cadere in piega le 5 e più reattive nella guida in tutti i contesti, mentre le 6 sono più solide, progressive, rassicuranti e stabili, pur mantenendo un ottimo livello di manegevolezza e lasciando il manubrio leggero, aggiungendo spiccate doti di assorbimento delle asperità e vantando un notevole grip sui fianchi. Cosa manca? Beh, il nostro test è stato svolto su una percorrenza totale di circa 400 km, non molti per poter verificare la tenuta sul bagnato a gomme usurate e praticamente insignificanti per giudicare la durata complessiva della gomma, ma se le premesse sono queste...
Casco: Suomy RS-GP
Tuta: Spidi Supersonic perf Pro
Guanti: Spidi Carbo 5
Stivali: Spidi XP9-R
Guanti: Ixon RS4 Air
Pantaloni: Alpinestars Copper Out denim
Giacca: Mtech Halo
Stivali: Alpinestars