Milano. Aci propone l'Area C gratis per i mezzi pesanti con i sensori dell'angolo cieco: è la soluzione al problema?

Milano. Aci propone l'Area C gratis per i mezzi pesanti con i sensori dell'angolo cieco: è la soluzione al problema?
L'idea arriva del presidente dell'Aci Geronimo La Russa, ma al momento non ha ricevuto appoggio dal Comune. Ecco perché i sensori potrebbero creare più problemi che altro
14 settembre 2023

Per i mezzi pesanti dal primo ottobre 2023, tra circa due settimane quindi, non sarà più possibile accere all'area B senza aver installato sul mezzo i famosi sensori dell'angolo cieco: questa era la promessa fatta intorno alla metà del mese di luglio. In questo nuovo obbligo molto probabilmente ci saranno delle deroghe, che renderanno l'impegno un po' più malleabile. 

Milano Today riporta l'ultimo intervento del presidente dell'Automobile club di Milano (Aci) Geronimo La Russa, dove incentiva - e da uno spunto al comune di Milano - i mezzi pesanti ad installare i dispositivi di segnalazione dell'angolo cieco. Il beneficio sarebbe quello di non pagare l'accesso all'Area C se montati. 

"Ai titolari di mezzi di trasporto, obbligati di dotarsi di strumentazione per evitare il rischio dell’angolo cieco entro le scadenze della fine del 2024 e addirittura del 2025, il Comune offra una quota di accessi gratuiti nell’Area C a chi si mette in regola entro la fine di quest’anno", ha proposto il presidente di Aci nella giornata di martedì 12 settembre.

Prima di continuare però capiamo realmente a cosa servono i sensori.

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Cos'è l'angolo cieco? E quanti ce ne sono?

Gli angoli ciechi rappresentano le zone attorno a un veicolo - sia esso un camion, un'automobile o una moto/bicicletta - che non sono visibili direttamente dal conducente. Il Touring club svizzero regala una descrizione sintetica ed esaustiva: "Si tratta di una zona che non è visibile né attraverso gli specchietti retrovisori, né dalla vista diretta del conducente, a meno che egli non giri la testa o modifichi la posizione del corpo".

I riflettori sono puntati sui mezzi pesanti, proprio per gli spiacevoli episodi che sono accaduti dall'inizio di quest'anno. Secondo quanto dichiarato nelle varie notizie di cronaca le vittime degli incidenti si sono trovate tutte nell'angolo cieco del veicolo che le ha investite. Nei mezzi pesanti, solitamente li troviamo nelle aree attorno al veicolo e la dimensione e la posizione esatta dell'autista influenzano la dimensione di questi punti ciechi.

Nel dettaglio, gli angoli ciechi di un camion sono presenti nella zona posteriore del mezzo, sia sul lato destro che sinistro che "dietro" al conducente. Tuttavia, è importante notare che ogni modello di camion ha le sue specifiche zone non visibili, le quali variano in base al tipo di veicolo.

I sensori allora sono la soluzione?

Noi di Moto.it abbiamo provato a rispondere a questa domanda già qualche mese fa. Abbiamo intervistato un camionista, nostro lettore, facendoci spiegare cosa vuol dire guidare un camion con i sensori dell'angolo cieco. 

Il camionista scrive: "Io guido un camion da 11 metri e da 20 tonnellate da vuoto che ne è dotato, e secondo me non serve assolutamente a nulla. Una bicicletta, una moto parcheggiata, una centralina del telefono, un albero del controviale, un palo del semaforo, un muretto, un tavolino del bar all’angolo, un pedone sul marciapiede ecc ecc: sono tutte cose che lo attivano (e non potrebbe essere diversamente) mentre viaggi a 15-20 allora nel traffico cercando comunque di scrutare negli specchi chi arriva e ti passa, per evitare le auto o i motorini che ti affiancano e destra e a sinistra.

Il sensore in pratica suona sempre, e così si nota solo quando miracolosamente smette. Alla fine è un dispositivo che quasi infastidisce invece di aiutare, in una guida che è veramente difficile: con ingombri, spazi di frenata, tempi di accelerazione e angoli di svolta che nulla hanno a che vedere con il resto del traffico e anche con alcune strade" conclude il camionista.

Viene da sé che il sensore può essere, solo sulla carta, una soluzione adeguata per contenere questo fenomeno fuori controllo. 

Abbiamo riportato anche la dichiarazione di un ciclista: "Vado in bici da quando ho memoria - scrive il lettore - e da quando lavoro a Milano la bicicletta è il mio mezzo di trasporto. Ebbene, tutti i giorni nel mio tragitto assisto alle azioni più disparate di ciclisti (e monopattinisti) che bruciano semafori e segnali di precedenza a prescindere dall’età o dai figli nel seggiolino. Concordo, il ciclista è un utente più fragile del camionista, ma la soluzione non può essere quella penalizzante per una sola categoria, quella dei camion che è peraltro è necessaria. Serve educazione civica, servono forze dell’ordine per strada che controllino non soltanto i parcheggi ma tutto: dalla guida con il telefono in mano al pedone che attraversa il viale con il rosso".

Camion e bici, la parola al camionista

Collegandoci nuovamente al discorso del presidente Aci, Geronimo La Russa, l'incentivo per l'accesso all'Area C non vuole essere un vero e proprio bonus ma "una proposta che vuole essere anche un modo concreto per far comprendere a tutti che il tema va affrontato subito, con politiche che non sono solo improntate al divieto, ma anche alla ricerca di soluzioni comuni". Il tutto, conclude La Russa: "avviando in parallelo campagne per una maggiore consapevolezza: la strada è di tutti e tutti devono essere, sempre, maggiormente responsabili".

C'è quindi bisogno di maggiore consapevolezza da entrambe le categorie, specialmente da chi, alla luce delle nostre dimostrazioni, è il più vulnerabile. 

Immagine apertura: Volvo

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