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Nel decreto “semplificazioni”, il Governo ha inserito una vera e propria riforma "nascosta" del Codice della Strada. Le tante e diverse novità si trovano in diversi titoli della legge n.120 dell'11 settembre 2020 di conversione del dl n.76 del 16 luglio 2020: tra le “semplificazioni procedimentali”, tra le disposizioni in materia di “cittadinanza digitale e accesso ai servizi digitali della pubblica amministrazione”, tra le “semplificazioni in materia di attività di impresa e investimenti pubblici” e le “semplificazioni in materia di green economy”.
Modifiche al Codice della Strada che non hanno convinto neanche il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella per il quale “non sono riconducibili alla finalità” del decreto. Tanto che la riforma, intanto, è stata rinviata dall’Aula di Montecitorio alla commissione Trasporti della Camera per un’ulteriore revisione.
In merito all'utilizzo di cellulari alla guida, le nuove disposizioni prevedono: "Alla prima violazione ci sarà una multa da 422 euro a 1.697 euro più la decurtazione di 5 punti sulla patente e la sospensione della patente stessa da 7 giorni a due mesi. Per i recidivi, coloro che compiono una seconda violazione nel biennio, la sanzione pecuniaria salirà da 644 a 2.588 euro, con la sospensione della patente da 1 a 3 mesi e la decurtazione di 10 punti”.
Le nuove e più severe regole prevedono che entrambe le mani vadano tenute sul volante (o sul manubrio, se si tratta di un mezzo a due ruote) anziché sui display dei dispositivi, altrimenti si rischiano conseguenze molto serie.
Altra innovazione molto contestata, specialmente dal Codacons che ha giò preannunciato battaglia, riguarda la durata del semaforo giallo agli incroci. "Quanto al semaforo, la riforma del Codice porta la durata minima della luce gialla a 3 secondi prima che scatti il rosso: saranno così uniformate le regole per evitare il fenomeno del giallo di breve durata con variazioni da Comune a Comune o da strada a strada. Così chi sopraggiungerà a qualsiasi incrocio mentre il semaforo da verde diventa giallo saprà che avrà almeno 3 secondi per passare e potrà valutare se è meglio fermarsi subito. Ma 3 secondi sono un tempo forse ancora troppo breve per garantire i tempi di reazione del conducente e lo spazio di frenata; le associazioni specializzate suggeriscono una durata maggiore".
In più, ci sarà l'obbligo di indossare il casco in bicicletta per i minori di 12 anni. Chi parcheggia nei posti destinati ai disabili o in quelli di ricarica delle vetture elettriche, invece, rischia una multa che va da 168 a 673 euro, con la decurtazione di 4 punti sulla patente. Le modifiche riguardano anche gli attraversamenti sulle strisce pedonali e la somministrazione del droga test: "Le amministrazioni locali potranno prevedere sensori luminosi e rialzi della carreggiata. E il 'droga test' per verificare i conducenti che fanno uso di sostanze stupefacenti o psicotrope verrà effettuato con un prelievo salivare operato sul posto dagli agenti di polizia, senza necessità dell’intervento di un medico".
Gli ausiliari del traffico (e non solo), poi, saranno autorizzati ad elevare contravvenzioni. Infatti, secondo il nuovo art. 12-bis, il Sindaco può conferire funzioni di polizia stradale in materia di prevenzione e accertamento delle violazioni: in materia di sosta nelle aree oggetto di affidamento, a dipendenti comunali o delle società esercenti la gestione della sosta o dei parcheggi; in materia di sosta e circolazione, fermata e sosta sulle corsie riservate, al personale ispettivo delle aziende esercenti il trasporto pubblico; in materia di sosta o di fermata, a dipendenti comunali o delle imprese addette alla raccolta dei rifiuti urbani e alla pulizia delle strade.A tale personale, che durante l’espletamento delle mansioni riveste la qualifica di pubblico ufficiale, è conferito il potere di contestazione, redazione e sottoscrizione dei verbali, nonché di rimozione dei veicoli. La prosecuzione dell’attività sanzionatoria resta di competenza della Polizia Municipale.
Una delle modifiche incriminate, infatti, è quella che prevede il divieto di affissione di manifesti o locandine sessiste, che propongono stereotipi offensivi di genere, discriminatori nei confronti di un credo religioso o di un orientamento sessuale e lesivi del rispetto delle libertà individuali, dei diritti civili e politici o delle abilità fisiche e psichiche.
Addio, quindi, ai cartelloni con Charlize Theron o Belen in costume per pubblicizzare marche di intimo. Il nesso con il Codice della Strada potrebbe essere quello di far evitare distrazioni alla guida per guardare i fisici statuari di modelli e modelle nei manifesti pubblicitari. In verità, lo spirito della modifica, secondo i deputati del centrosinistra firmatari dell’emendamento, è quello di impedire l’affissione di ogni forma di messaggio sessista o discriminatorio. “Un paio di mesi fa - scrivono i parlamentari del Pd sul sito del partito - sono apparsi nelle strade di Roma dei manifesti choc, ad opera di associazioni antiabortiste, che riportavano immagini di feti volti a colpevolizzare chi operava una interruzione volontaria di gravidanza, ma soprattutto in netto contrasto con una legge dello Stato. Troppo spesso vediamo nelle nostre città messaggi non solo sessisti, ma anche lesivi delle libertà individuali, dei diritti civili e politici, del credo religioso, di appartenenza etnica, oppure o discriminatori con riferimento all’orientamento sessuale, all’identità di genere, alle abilità fisiche e psichiche”.