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La storia di Mirko Bianchi ci ha colpito tantissimo e abbiamo deciso di approfondirla insieme a lui. Imprenditore informatico di Brescia, ha sempre avuto la passione per i viaggioni in moto, soprattutto quelli di Ewan McGregor che ha girato il mondo su due ruote attraversando migliaia di chilometri. Così farà lui, 11.000, per la precisione. In sella alla sua BMW GS1250R e con un amico partirà il prossimo luglio per arrivare a Capo Nord, ma soprattutto raggiungere in Finlandia “Babbo Natale” e consegnargli direttamente le letterine dei bambini ricoverati al centro di oncoematologia di Brescia. Lì poi si collegherà in diretta streaming per salutare i piccoli, perché “vederli sorridere non ha prezzo, anche se sarà molto dura”.
Ciao Mirko, come mai proprio Capo Nord?
È sempre stato il viaggio di una vita, però farlo esclusivamente per il nostro interesse non ci bastava. Conosciamo genitori che hanno bambini in quel reparto e pensavamo di fare una cosa carina portando il mondo esterno lì da loro.
Non deve essere facile per quei genitori…
Mio padre voleva venire con me, sono tanti chilometri e dobbiamo fare una preparazione, tappe di 4-5-600 km al giorno, sarebbe bello. L’organizzazione è partita, quando abbiamo cercato di unire il sociale all’idea sono stati ancora più contenti.
Ci vuole anche una precisa preparazione atletica, ti stai allenando?
Atleticamente sono messo bene, però con il mio migliore amico prenderemo un personal trainer che ci dovrà allenare su schiena, gambe che sono le parti sollecitate di più. Per fortuna le strade sono belle e asfaltate però lunghi tratti potrebbero essere difficili. Diciamo che si può trovare il freddo, anche zero gradi però con l’abbigliamento giusto ce la caveremo. Fortunatamente in quel periodo lì ci saranno molte ore di sole e potremo viaggiare per un tempo abbastanza lungo.
Cosa ti aspetti da questo viaggio?
Innanzitutto la parte dei bambini sarà molto dura, già adesso a pensarci è difficile. Infatti sono seguito da una psicologa perché dovrà prepararmi anche sotto quell’aspetto lì. È commovente e straziante, ma allo stesso tempo una gioia. Quello sarà la cosa che mi porterò più dentro. Ci spingerà a non fermarci mai, sarà la nostra prima forza.
Come mai proprio la BMW GS1250R?
Perché oltre a essere la mia è La moto di viaggio. Sono appassionato dei viaggi di Ewan McGregor che è partito da Londra e arrivato a New York, poi dalla Scozia fino a Cape Town e poi Patagonia-Los Angeles. E due di questi li ha fatti con il GS.
L’iniziativa con WheelUp invece?
È stato solamente un metodo di divulgazione, il progetto c’è già e partiremo. Ci sono tanti aspetti logistici che dobbiamo ancora sviluppare nei dettagli, ma programmazione e tappe sono pronte. Abbiamo utilizzato WheelUp per avere un feedback, ecco, ci piace che comunque sia stato apprezzato e abbia avuto successo. Lì abbiamo capito che poteva funzionare davvero, il viaggio sarebbe andato avanti comunque. Abbiamo contatti con alcuni sponsor per gomme e abbigliamento, vorremo poi renderlo “una cosa di Brescia”. Ci piacerebbe mettere come volto Francesco Renga.
La spina dorsale c’è, mancano gli ultimi tasselli…
Sì dobbiamo soltanto farlo girare. Credo che il progetto possa diventare una cosa interessante e magari anche allargarsi. Il nostro viaggio ha un costo e lo spesiamo noi, non ci interessa altro. Vogliamo far vedere che ci sono tante problematiche nel mondo con i bambini, ma esistono purtroppo anche qui da noi.