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I circuiti cittadini erano diventati anacronistici e pericolosi, la Romagna aveva perso la sua Mototemporada dopo il drammatico incidente dell’aprile 1971, quando Angelo Bergamonti purtroppo aveva perso la vita a Riccione cadendo sotto la pioggia. Si può ben capire come il sei agosto del 1972 la nascita dell’autodromo di Misano Adriatico fu salutata con entusiasmo.
Quel giorno corsero le auto e arrivarono le prime vittorie di Merzario, Martini e Brambilla. La domenica successiva 13 agosto fu il turno delle moto, con le gare internazionali vinte (come dicono le cronache) da Agostini, Pasolini, Buscherini e Mandracci nella classe 750.
Negli anni settanta si correva spesso a Misano, su quella pista ho conquistato qualche podio in 500 e addirittura una vittoria in 250, ma nel campionato juniores. Ho il ricordo particolare di una gara del 1973, quando in sella all’Harley-Davidson bicilindrica “quattro carburatori” realizzata alla Schiranna il neo senior Gianfranco Bonera tenne dietro il grande Ago con la MV 500. Fu un bel duello, ricordo ancora il titolo sul Pilota Moto: scusa le spalle, Ago! Autore Federico Urban.
E allora coinvolgo il mio amico Bonera per raccontare com’era quel tracciato originale e quali erano i punti più interessanti. Lo chiamo in Sardegna, dove vive da qualche anno.
“Pure io preferivo quel Misano -condivide la mia opinione Gianfranco- ma nell’ultima curva, la Brutapela, il muretto era molto vicino alla pista: era l’unico punto critico, hanno dovuto invertire il senso di marcia, non si poteva fare diversamente. La mia zona preferita era il Curvone, tutta quella serie di curve da fare in accelerazione e raccordare, era un tratto tecnico che faceva selezione. Ma anche la Quercia mi è sempre piaciuta. Un po’ meno il Tramonto, ma quella staccata era anche l’unica possibilità di sorpassare. Era impegnativa anche la prima curva dopo i box, dove purtroppo Rainey ha chiuso la carriera…”.
Già, quella era una curva in appoggio dove si entrava forte e perdere il posteriore era facilissimo. Anche a me piaceva molto la lunga accelerazione dopo la curva del Carro, dalla prima alla quinta.
Fu Enzo Ferrari a ispirare l’opera? Di sicuro all'inaugurazione lui c’era, ed era nel gruppo di imprenditori emiliani che aveva coinvolto Umberto Cavazzuti per la progettazione del tracciato. E la pista piacque subito: nasceva prima del Mugello eppure già garantiva un livello di sicurezza invidiabile, con gli spazi di fuga quasi dappertutto adeguati. Certo la morfologia del territorio aiutava: è più facile disegnare una pista sicura se lo spazio è pianeggiante e ampio.
Dai 3.488 metri del layout originale, il tracciato è stato modificato radicalmente nel 2006 in vista della MotoGP, con l’allungamento a 4.180 metri (saliti infine a 4.226 nel 2008). Nel 2006 fu anche invertito il senso di marcia originale, che era antiorario, e vennero effettuati profondi interventi strutturali. Cambiò anche la denominazione, da Santamonica a Misano World Circuit. Dopo la scomparsa di Marco Simoncelli, che proprio a Misano aveva cominciato la carriera, nel 2012 il circuito è diventato Misano World Circuit Marco Simoncelli.
Sono passati 50 anni da quando una pista temporanea di atterraggio dei velivoli americani, durante la Guerra, ispirò l’attuale rettilineo del circuito; che oggi ospita quattro piste: la pista internazionale, l’Arena Flat Track di oltre mille metri e non asfaltata, la pista Handling conosciuta come Misanino e quella dedicata ai kart. L’impianto può ospitare oltre 100mila spettatori ed ha raggiunto la configurazione di un grande Parco dei Motori con la MWC Square e il nuovo Pit Building che ospiterà anche l’archivio storico multimediale e spazi per mostre tematiche.
A settembre arriverà la MotoGP, con altri eventi collegati come la presentazione di una pubblicazione celebrativa. A pieno regime, Misano è un volano economico da oltre 160 milioni di euro di indotto nel cuore della Motor Valley. Una produzione di oltre 710mila room nights, il 90% delle quali si concentra nelle strutture ricettive della provincia di Rimini.