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Jean-Paul Belmondo è morto all'età di 88 anni. "Era molto affaticato da qualche tempo. Si è spento serenamente". Queste le parole del suo legale nell'annunciare la scomparsa dell'icona del cinema francese. Aveva lavorato con registi del calibro di Godard e Truffaut e divenne uno dei simboli della Nouvelle Vague. A renderlo famoso fu "Fino all’ultimo respiro", prima opera di Jean-Luc Godard e scritta a quattro mani con François Truffaut. Il ruolo del ladro d'auto in fuga dopo aver ucciso un poliziotto cattura il pubblico e lancia la sua carriera. La faccia da duro e gli occhi da buono sono un contrasto che convince e affascina. Belmondo diventa un sex symbol dimostrando che una bellezza non convenzionale può avere comunque un enorme successo.
Ha interpretato un'infinità di ruoli diversi. Negli 80 film girati è stato prete e farabutto, ladro e poliziotto, agente segreto e Cyrano de Bergerac. Fu anche uno di quegli attori che non si tirano indietro quando si tratta di girare scene pericolose specialmente se di mezzo ci sono veicoli da distruggere, dalle auto alle moto.
Grande appassionato nella vita privata e spericolato anche fuori dalle scene, Belmondo nel 1963 si esibì al Circo Medrano a Parigi in sella a una moto. Anzi, per la precisione, era in piedi, guidando in equilibrio su una fune sospesa a 15 metri da terra.