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L’annuncio è stato dato dalla Honda, Kunimitsu Takahashi è morto all’età di 82 anni dopo una lunga malattia.
La sua carriera motoristica è durata quasi cinquant’anni: è stato un pioniere nei GP tra i motociclisti giapponesi, prima di intraprendere una carriera di successo anche con le quattro ruote vincendo con le monoposto, i prototipi e le auto da turismo.
Classe 1940, Takahashi debuttò nei Gran Premi del nostro mondiale alla fine degli anni Cinquanta, tra i primissimi nipponici. La sua prima vittoria risale al 1961, quando conquistò con la Honda 250 il Gran Premio di Germania ad Hockenheim (venti giri per 155 chilometri) battendo il compagno Jim Redman in volata.
Quell’anno fu quarto nel mondiale vinto da Mike Hailwood. Con la Honda corse fino al 1962 e colse tre vittorie anche con la 125. Poi un grave incidente all’Isola di Man lo costrinse a passare alle quattro ruote dal 1965.
Per la Nissan contribuì al successo di auto come il prototipo R380 e la Skyline 2000 GT-R negli anni tra i ’60 e i ’70. E c’’era anche lui sulle 906 che vinsero il Gran Premio del Giappone 1967, finendo secondo. La sua prima vittoria nella classe TS-B nel 1971, con la leggendaria Skyline GT-R.
Le sue tecniche per curvare lo hanno reso una leggenda, tanto che è considerato uno dei padri fondatori del drifting. Nel 1977 ha disputato la sua prima e unica gara di F1: naturalmente il Gran Premio del Giappone, concluso con un ottimo nono posto assoluto.
Nel 1985-87 ha vinto tre titoli consecutivi nella serie Japan Prototype alla guida di una Porsche 962 e ha disputato cinque volte la 24 Ore di Le Mans; con il suo Team Kunimits vi ha trionfato nel 1995, classe GT2: il primo successo assoluto a Le Mans per un concorrente giapponese con auto e piloti giapponesi.
Fu premiato dal suo governo nel 2019 per l’eccezionale contributo alla promozione dello sport.