Moto d’epoca, guida all’acquisto

Gli errori da non fare quando si acquista una moto usata, specie se d’epoca. Dieci regole d’oro per tornare a casa felici e contenti
11 gennaio 2008
Le pagine di Moto.it ospitano appassionati di moto d’epoca sempre più numerosi. Sono lettori preparati e documentati, che spesso fanno delle moto storiche una vera - e sana - malattia. A loro dedichiamo un po’ di coccole, se le meritano. Abbiamo iniziato con il il Revival delle Valli Bergamasche, a cui ha collaborato un vero esperto della materia, Paolo Sala. A lui ci rivolgiamo ancora – e lo faremo sempre più spesso – per conoscere meglio questo fantastico mondo. E per dare una mano a chi si affaccia per la prima volta a questa storica finestra. A.P. Cronaca di un acquisto di Paolo Sala Come si cambia nella vita! Da piccolo, vicino al telefono nero di bachelite, c’era sempre un pezzetto di carta per prendere appunti o per fare disegnini durante la telefonata. Oggi sulla scrivania, accanto al telefono c’è il monitor lcd e accanto il mouse. Telefono e gioco a carte, navigo in Internet distrattamente e all’improvviso leggo la marca. Con un click apro l’annuncio e guardo la foto. Mentre parlo, perdo il filo e non mi ricordo cosa volevo dire. Il mio interlocutore probabilmente pensa che sono fulminato. Lo sono, ma dalla foto dell’annuncio. Mi sono innamorato! Un vero colpo di fulmine e non per una donna; alla mia età ci si innamora come ragazzini dei giocattoli che ci fanno evadere e divertire. Chiudo in fretta la telefonata di lavoro e compongo il numero dell’inserzione. Mica che me la soffi qualcuno! Il primo appuntamento Col venditore fisso l’appuntamento per una visita. Passo in banca e prelevo il contante necessario per la transazione. La sera guido, non vedo l’ora di arrivare. Il garage dove è riposto l’oggetto dei desideri è un seminterrato male illuminato. Si apre la porta del garage, si accende una luce fioca e la vedo. E' lei, proprio lei, proprio quella che cercavo! Il venditore la porta fuori dal garage e me la mette in mano. Salgo a cavallo impugno il manubrio e mi sento felice. “Posso avviarla?” domando. Mi risponde tranquillo: ”Mah...non ho messo la benzina, comunque un paio di mesi fa ci ho fatto un giro in cortile” Non sto più nelle mutande, cerco di trattare il prezzo, ma al diniego del venditore prendo i contanti, pago, carico l’oggetto dei desideri e me ne vado. Per il trapasso lascio i soldi e le fotocopie dei miei documenti che mi ero preparato nel caso che..... Ci penserà il venditore a espletare la pratica. E le prime sorprese Torno a casa e scarico il mezzo, metto un litro di benzina nel serbatoio, apro il rubinetto e comincio a pedalare. Muta. Allora provo ad avviarla a spinta, ma nulla. Ormai è tardi e rimando il tutto all’indomani. Il giorno seguente alla luce del sole la moto non è più la stessa. Quella bellezza della sera precedente sembra invecchiata di dieci anni. La vernice è saltata in più punti, le gomme lisce, la fodera della sella è strappata negli angoli vicino al serbatoio e le cromature sono tutte da rifare. Le ruote sono ossidate, gli ammortizzatori scoppiati e il carburatore perde benzina. Riprovo a farla partire ma non ottengo l’effetto desiderato, smonto la candela provo a pedalare. Prendo un colpo, niente corrente. Incauto acquisto Penso che forse ho pagato troppo ciò che mi è stato venduto come un “buon conservato”. Chiamo il venditore per lamentarmi e mi sento dire: ”Chissà cosa ha combinato! Io l’ho provata non più di un paio di mesi fa e andava benissimo...cosa dice? riprenderla indietro? Nooo, vista e piaciuta.....e poi...adesso che non va come faccio a prenderla indietro?” Resto con le pive nel sacco e comincio a darmi delle scemo perché non ascolto mai i consigli di chi ha più esperienza. Per quanto riguarda il trapasso non oso raccontarvi quanto tempo ho dovuto aspettare perché il venditore si facesse passare la pigrizia e il menefreghismo. Questo piccolo racconto è un condensato di errori nell’acquisto di una moto d’epoca. Per risparmiarvi di fare incauti acquisti vi compongo un piccolo decalogo di cose da fare per limitare al massimo i danni. Le regole d’oro Primo - Mai andare infoiati e soli a visionare il mezzo. Imparate a farvi accompagnare da un amico che abbia la stessa passione e conoscenza. Quattro occhi vedono meglio di due. Secondo - Le moto vanno sempre viste alla luce del sole oppure ben illuminate. Terzo - Guardate la moto nel suo insieme, ma sconnettete il cuore. Vi ricordate di quella volta che gli ormoni vi hanno fatto sembrare bellissima quella ragazza che poi avete scoperto essere la “Racchia” del paese? Quarto - Controllare tutto per bene: verniciatura, ossido, selleria, filtro dell’aria, gomme. Inoltre controllate sempre l’allineamento della ruota anteriore con quella posteriore. Molto più spesso di quanto si pensi i telai delle moto vecchie sono storti. L’andatura poi assomiglia a quella del mio bassotto, tutta di traverso. Quinto - Il motore deve partire al primo colpo, sempre, sia a freddo che a caldo. Un motore che parte solo a spinta è da rifare daccapo. Sesto - I documenti e i numeri di telaio devono corrispondere. Più spesso di quanto si pensi ci si ritrova con i documenti di un’altra moto. Settimo - Controllate che i numeri di telaio siano ben visibili, non abrasi o confusi. Devono essere facili da leggere. Ottavo - Il trapasso va fatto al momento della transazione. Oggi le agenzie possono eseguire il passaggio di proprietà e rilasciarvi il libretto definitivo nel giro di un quarto d’ora. Nono - Per le moto più rare fatevi mostrare la documentazione storica del mezzo. Foto, dichiarazioni, documenti originali dell’epoca. Il tarocco ricostruito è sempre in agguato. Decimo - Non comprate mai la prima moto che vedete. Andatevene e aspettate, dite che ci dovete pensare. I vostri ormoni rimarranno delusi, ma forse mi ringrazierete per aver risparmiato e, forse, non era proprio così necessario portare a termine quell’acquisto. In fondo, anche nelle moto d’epoca c’è più offerta che domanda. Un’ultima cosa. Mio nonno mi diceva sempre: ”Ricordati che il primo tappeto persiano che comprerai sarà una fregatura. Il secondo, sarà già molto più bello”. In casa mia ho un tappeto persiano, ha un’etichetta con la sigla TB. Me l’hanno venduta come Teppische Bukara, ma probabilmente significa Tappetificio Bergamasco.
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