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Questa special si deve a Massimo Rinchiuso, mente e braccio dell'officina Fuchs Workshop di Ravenna. Nasce da quattro casse che contenevano le parti di una Moto Guzzi 1000 SP del 1979: il proprietario avrebbe voluto restaurarla, ma poi ha deciso di metterla in vendita smontata.
L'idea del customizer romagnolo era di farla diventare un pezzo unico e ne è nata una café racer molto interessante.
L'ha chiamata Enzo in onore a suo nonno, che ha avuto il merito di accendere la sua passione per i motori
Il telaio di serie ha visto eliminare le culle inferiori (per questo è stato costruito un rinforzo in lega di alluminio sopra al cambio), sono cambiati gli attacchi del motore che è stato riposizionato ed è stata modificata anche la geometria di sterzo.
La forcella standard è stata modificata internamente con parti di una sospensione Yamaha R6 ed è stata dotata di nuovi attacchi per le pinze freno Brembo a quattro pistoncini.
Costruito appositamente il nuovo forcellone in lega di alluminio che può essere accoppiato ai telai Guzzi dell'epoca e muove due ammortizzatori Ohlins. Di fabbricazione artigianale anche i due cerchi a cinque razze (ricordano i vecchi Marchesini), lavorati di macchina da piastre di lega speciale d'alluminio.
A disegno sono poi realizzati i comandi a pedale, il tappo del serbatoio di tipo Monza e soprattutto è stata disegnata e costruita l'intera sovrastruttura lavorando in officina la lamiera di alluminio.
Di questo materiale sono il serbatoio, l'affusolato cupolino solidale al telaio e con basso plexiglas, la struttura della sella che termina in un svelto codone ben raccordato alle altre forme.
Interessante pure la soluzione del serbatoio di recupero dei vapori olio (in alluminio anch'esso) che assolve a parafango sottosella. Azzeccata la verniciatura grigia con telaio in rosso vivo.
Il motore ha ricevuto qualche attenzione: volano e albero motore alleggeriti, nuovi assi a camme, lavorazioni alle teste e alle valvole.
La vecchia accensione è stata sostituita da una Silent Hektik, i carburatori sono Dell'Orto PHM40 e il comando della frizione è diventato idraulico con un attuatore di Oberon. Infine l'impianto di scarico artigianale, in acciaio inox, ha utilizzato componenti SC Project.
Alla fine il peso a secco è sceso a soli 155 kg.
fonte BikeExif.com
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