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Silverstone - Ingegnere Marco Rigamonti, classe 1977, come ha iniziato con le moto?
“Mi sono laureato in ingegneria meccanica, con una tesi sulle motociclette, sulla dinamica del veicolo”
Quando ti sei laureato, l’obiettivo era arrivare al motomondiale?
“Mi bastava lavorare nel campo delle moto: appena laureato, ho mandato in giro una trentina di curriculum ad aziende di moto e di accessori. Ho iniziato alla “Braking”, (azienda di freni, NDA), poi sono andato in Ducati”
Come ci sei arrivato in Ducati?
“Grazie al curriculum che avevo inviato appena laureato. Era il 2004, l’ingegnere Filippo Preziosi cercava ingegneri per lo sviluppo della parte elettronica. Ho iniziato a occuparmi del controllo di trazione, del freno motore e così via. Seguivo il team sviluppo, poi nel 2008 ho iniziato a fare il capo tecnico, prima in SBK, poi in MotoGP”
Con chi hai iniziato?
“Con Max Biaggi”
Ah però…
“Non è così semplice partire con un pilota così forte, ma è stato importante, perché mi ha insegnato un sacco di cose”
Hai iniziato in Ducati nel 2004: sono quasi 20 anni che sei lì, con la parentesi dei due stagioni in Suzuki. E’ un altro mondo?
“Si è evoluta tantissima la parte di analisi e tecnologia all’interno dell’azienda. C’è stato un grande aumento di personale: prima si lavorava solo su motore e telaio, dal 2004 si è evoluta la parte elettronica e negli ultimi anni l’aerodinamica”
Parliamo dei piloti con cui hai lavorato: iniziamo da Iannone.
“Ha un talento enorme: è arrivato in Ducati nel momento più sbagliato, quando c’è stata una riorganizzazione dopo l’abbandono di Preziosi. Fosse arrivato 3-4 anni più tardi, avrebbe trovato una moto più competitiva e sarebbe stato più facile dimostrare il suo valore”
Zarco.
“Un pilota che non cura assolutamente l’aspetto tecnico, vuole solo pensare a guidare, non gli interessa sapere cosa si fa sulla moto per non essere influenzato. Johann è molto forte con il gas, lo chiamavamo il “re della trazione”; faticava un po’ in frenata, poi è migliorato”
Bastianini.
“L’obiettivo del 2023 era trovare la costanza. Purtroppo, però, non abbiamo potuto lavorare su questo, ci siamo arrivati quest’anno. Ci manca qualcosa per essere sempre davanti: rispetto al passato, ci sono più piloti veloci. Voglio dire che non ha fatto un passo indietro Enea, ma ci sono più avversari”
Può vincere un GP nel 2024?
“Sicuramente sì. Dobbiamo trovare qualcosa per essere lì davanti prima, lui è efficace da metà gara in poi. A volte c’è mancata la qualifica, ma a parte Barcellona siamo sempre stati competitivi: quanto accaduto nel 2023 è stato decisivo nel nostro cammino, siamo partiti a inizio anno con una base differente dagli altri. Purtroppo siamo ripartiti da zero; è il nostro ultimo anno insieme, adesso la costanza ce l’abbiamo”
Nel 2025 lavorerai con Marc Marquez: sei un po’ preoccupato?
“Sicuramente è un’occasione che forse ti capita una volta nella vita. Ci sono tanti punti interrogativi, il dubbio è: sarà lo stesso Marquez di prima? Lo scopriremo. Più che preoccupato, sono entusiasta di lavorare con un pilota molto, molto forte. Mi aspetto che su alcune cose sarà lui a insegnarci un metodo, su altre saremo noi. Sono motivato”