Per inviarci segnalazioni, foto e video puoi contattarci su [email protected]
La decisione di domenica sera del Qatar, di respingere gli italiani e i giapponesi (o di metterli in quarantena per 14 giorni oggi) al loro ingresso nell'emirato in seguito all'emergenza Coronavirus, ha stravolto la tabella di marcia dei piloti MotoGP che usualmente arrivano nel tracciato di Doha il martedì o il mercoledì.
Tutti, tranne uno, che aveva deciso di arrivare ben prima in Qatar insieme alla famiglia (moglie, figli e mamma) per godersi magari anche qualche giorno di relax, tra l'altro documentando sui social con entusiasmo la "marcia di avvicinamento" al primo GP; Aleix Espargaró, in forza al Team Gresini/Aprilia, ha appreso della cancellazione della gara soltanto quando era già sbarcato dall'aereo e, sul momento, non l'ha presa benissimo: "Chapeau alla gestione del Gran Premio del Qatar, non si poteva fare di peggio. Hanno inviato una segnalazione 48 ore fa dicendo che tutto era perfetto, che non c’erano casi e che si andava avanti. Bravi, sembra uno scherzo da bambini." è stato il suo iniziale sfogo che è rimbalzato su tutti i media, forse misto anche alla rabbia agonistica repressa di fronte alla cancellazione della sola gara MotoGp e non delle altre due in programma.
Un commento durissimo, che segue quello altrettanto tranchant rivolto pochi giorni fa a Iannone (reo, a dire di Aleix, di essersi intestato i meriti dello sviluppo dell'Aprilia RS-GP), che comunque è stato smorzato nei toni sia dai suoi post successivi, dove ironizzava chiedendo ad Aprilia il permesso di correre in Moto2 "tanto oramai sono qui", che dal fratello Pol, che ha rilasciato una dichiarazione tesa ad abbassare la pressione: "Aleix è stato sfortunato, perché il comunicato è uscito proprio mentre stava per arrivare in Qatar. Aveva programmato una vacanza con la sua famiglia, prima di organizzare il weekend. Ha scoperto la situazione quando è arrivato ed era ovviamente molto arrabbiato" - è stata la spiegazione di Pol, che ha aggiunto: "credo che nemmeno Dorna potesse immaginare che sarebbe andata così. In Qatar, il primo caso di Coronavirus è stato rilevato pochi giorni fa. Dorna aveva parlato con l'organizzazione, con il circuito stesso, con il governo del Qatar, e gli era stato risposto che non c'erano problemi. Ma dopo aver individuato il primo caso di Coronavirus in Qatar, hanno chiuso i confini per italiani e giapponesi".
Nonostante tutto questo la risposta di Carmelo Ezpeleta, CEO di Dorna, non si è fatta attendere, e non è stata accomodante, dato anche che Dorna sembra abbia fatto di tutto per permettere il regolare svolgimento della gara predisponendo pure un eventuale cordone sanitario. Alla radio spagnola Onda Cero, Ezpeleta ha chiarito la sua posizione riguardo ad Aleix: "Quando lo vedrò gli dirò che ha sbagliato. Non so cosa pensi, ma credo che sappia che a noi non faccia piacere sospendere la gara. Quando lui commette un errore in frenata io non lo critico...“, aggiungendo “gli chiederò come avrebbe gestito tutto questo in modo migliore", dichiarando inoltre che si era pure tentato di far disputare il GP con i mezzi e le persone già presenti in circuito, e che tuttavia soltanto il team Honda Repsol aveva dato la propria disponibilità a proseguire. "Ci hanno chiesto, e abbiamo fatto un elenco di tutti gli italiani presenti nel paddock. Lo abbiamo fatto venerdì e lo abbiamo inviato con i nomi, le origini e i voli con cui sarebbero arrivati, in modo da garantire un test del coronavirus più veloce del normale . Lo abbiamo fatto e l’abbiamo presentato, erano circa 500 le persone che venivano dall’Italia".
Ma non c'è stato nulla da fare: domenica sera il governo del Qatar ha deciso che tutti gli italiani in ingresso nel Paese sarebbero stati respinti o sottoposti a quarantena, rendendo vani gli sforzi organizzativi di Dorna e scatenando la rabbia e la delusione nei piloti e negli appassionati.