MotoGP e Superbike perderanno il 30% delle entrate. Dorna corre ai ripari

MotoGP e Superbike perderanno il 30% delle entrate. Dorna corre ai ripari
La società che gestisce MotoGP e Superbike perderà quest'anno gli introiti di quasi tre milioni di spettatori che non potranno assistere alle gare (120 milioni di euro circa). Si profila un bilancio in rosso e si cercano nuove opportunità
23 luglio 2020

La prima gara MotoGP corsa a Jerez, svolta a porte chiuse lo scorso fine settimana, ci ha mostrato come potrebbe essere l'organizzazione dei gran premi quest'anno.
Lo spettacolo non mancherà di certo, guardando le gare in TV, e anche il livello di competitività rimarrà alto. Saranno principalmente team e piloti a subire le restrizioni, regolamentata dalle disposizioni anti Covid, che saranno monitorate e passibili di rilassamento o irrigidimento delle modalità in base all'andamento della pandemia.

Il grande spettacolo di MotoGP, e presto Superbike, ritorna con buona soddisfazione degli appassionati, anche se molto difficilmente quest'anno potranno assistere alle gare da bordo pista.

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Significa che Dorna dovrà rinunciare agli introiti derivanti da circa 2,8 milioni di spettatori che arrivano nei circuiti dal venerdì alla domenica. Entrate, da diritti, che - secondo lo spagnolo Palco23 che si occupa di economia dello sport - sono state di circa 117 milioni di euro nella stagione 2019. Ovvero il 30% circa del fatturato annuale che Dorna non potrà mettere a bilancio nel 2020. Per questo la società guidata da Carmelo Ezpeleta ha già attuato una revisione dei costi ma non frena sul futuro.

“Naturalmente – ha detto Ezpeleta al Financial Times - se non ci sono spettatori non si possono avere le royalty e quindi non avremo praticamente entrate dal quel versante, a meno che non venga autorizzata la presenza degli spettatori prossimamente”.

Nel 2018 Dorna ha dichiarato ricavi per 358 milioni di euro e utili prima delle imposte per 63 milioni. Nel 2019 i ricavi hanno sfiorato i 390 milioni e l'utile netto è stato di 57 milioni, in crescita di circa il 4% sull'anno precedente.

Spettatori sì, ma prima conta la TV

Il fatturato si regge soprattutto sulle televisioni: il 45% arriva dai diritti televisivi che Dorna raccoglie nel mondo e che sono di circa 175 milioni di euro. Un altro 20% arriva da sponsorizzazioni ed entrate pubblicitarie (78 milioni) e un altro 5% dal merchandising e da attività minori.

Dorna sostiene economicamente i team di Moto2 e Moto3 e quest'anno ha dovuto versare denaro anche a quelli di MotoGP, per aiutarli durante i mesi in cui il campionato era bloccato e i soldi degli sponsor non erano del tutto disponibili.

Perdere il 30% degli introiti è un colpo anche per il principale azionista Bridgepoint, società londinese di private equity, che controlla il 39% di Dornasport.

Oltre alla gara già disputata a Jerez, sono altre 12 quelle in calendario quest'anno, con l'obiettivo di arrivare a 15 se saranno confermate le altre date ancora in sospeso (è saltata quella di Austin, ma restano gli appuntamenti previsti in Argentina, Thailandia e Malesia).

La più grande sfida, come però ha sottolineato Ezpeleta, è costruire i nuovi campionati 2021 e 2022.

Anche perché nel 2019 si è registrato un calo di presenza degli spettatori, contenuto in poco più di 20.000 unità ma soltanto perché i successi di alcuni paesi (ad esempio Germania, Francia e Thailandia) hanno compensato le defezioni di pubblico in altri circuiti. Alcuni storici come quelli del Mugello e di Silverstone.

Per questo motivo Dornasport vuole aumentare il numero delle gare MotoGP a 22, come già programmato entro nel 2022, ma a questo punto vuole guardare con maggiore attenzione ai paesi nei quali l'interesse è in crescita per quanto riguarda pubblico, ma anche sponsor e pubblicità.

Il rosso di quest'anno dovrà insomma essere riequilibrato modificando un po' i piani.